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Intervento del ministro Padoan all’inaugurazione dell’anno di studi 2017/2018 della Guardia di Finanza e presentazione del Calendario Storico 2018

 21/11/2017

Signor Presidente del Consiglio,
Signor Comandante Generale, Autorità, Signori e Signore

A voi va il mio cordiale saluto e un ringraziamento per l’invito ad intervenire alla cerimonia di apertura dell’Anno di Studi 2017–2018 e di presentazione del Calendario Storico della Guardia di Finanza.
Un’occasione in più per ricordare il valore e la rilevanza degli Istituti di Istruzione della Guardia di Finanza: strutture di eccellenza che assicurano agli Allievi la formazione permanente, l’aggiornamento nelle materie economiche e fiscali e di acquisire gli strumenti necessari a un efficace contrasto all’evasione. In queste strutture si formano professionisti, in grado di coniugare una solida cultura economico-giuridica con la disciplina e i valori militari.
Grazie a un corpo docenti di straordinaria professionalità e a uno staff consolidato, gli allievi si accingono ad affrontare un intenso periodo formativo. Saranno così pronti a servire il Corpo, le Istituzioni, e i cittadini, contrastando la criminalità organizzata, la corruzione, l’evasione fiscale, e gli sprechi di risorse pubbliche.

Oggi il quadro generale è in netto miglioramento. L’economia si sta rafforzando, aumenta la produzione nel settore manifatturiero e nelle costruzioni; prosegue l’espansione delle esportazioni; è aumentata l’occupazione; si è rafforzata la fiducia di famiglie e imprese.

L’esigenza di superare la crisi ha sollecitato un impegno eccezionale, a livello nazionale ed europeo con gli strumenti della politica di bilancio e delle riforme strutturali. Mi limito a ricordare alcuni degli interventi:

  • Le misure di riduzione della pressione fiscale;
  • Le riforme del mercato del lavoro;
  • Le riforme della giustizia civile, la legge sulla concorrenza, l’azione di contrasto della corruzione e dell’evasione fiscale;
  • Il sostegno all’innovazione tecnologica;
  • Il potenziamento degli strumenti di lotta alla povertà.

Favorire la crescita economica e risanare il profilo della finanza pubblica sono azioni necessarie per costruire le basi di una fiducia rinnovata tra i cittadini e le istituzioni.

Altrettanto efficace per ricostruire la fiducia è l’efficacia delle strategie di contrasto all’evasione rappresenta un elemento fondamentale per un sistema fiscale equo ed efficiente. Negli ultimi anni si è passati da un approccio di tipo sanzionatorio e repressivo, a interventi che favoriscono e incentivano l’adempimento fiscale dei contribuenti.

Il nuovo quadro normativo ha consentito di migliorare ex post i controlli e commisurare l’entità delle sanzioni alla gravità della violazione fiscale. La strategia di contrasto all’evasione è stata, inoltre, centrata su un approccio ex ante di tipo preventivo che considera i contribuenti come soggetti da assistere nell’assolvimento degli obblighi tributari.

In questo contesto resta prioritario intensificare il processo di digitalizzazione del sistema economico e di recupero del gettito, con l’estensione della fatturazione elettronica. L’Italia ha già avviato da alcuni anni un percorso di progressiva digitalizzazione, di cui la fatturazione elettronica è parte rilevante. L’obbligo di fatturazione elettronica nei confronti della Pubblica amministrazione ha rappresentato negli anni scorsi il primo fondamentale tassello verso la digitalizzazione del processo di fatturazione, e più in generale del ciclo d’ordine. Ha riguardato circa 22.000 amministrazioni e un milione di fornitori che rappresentano il 20% dei soggetti IVA. Il flusso attuale, ormai a regime, è di 2,5 milioni di fatture al mese.

A partire dal 2019, la fatturazione elettronica diventerà obbligatoria anche per i rapporti tra privati [business to business]. La fattura elettronica rappresenta uno strumento imprescindibile per la riduzione dell’evasione nell’ambito delle transazioni anche tra operatori privati.

Il nuovo approccio di contrasto all’evasione risponde alla duplice necessità per l’Amministrazione finanziaria di operare con un numero molto elevato di imprenditori e di piccole imprese, e allo stesso tempo far fronte alle sfide dell’elusione delle imprese multinazionali. Vanno in questa direzione le misure che accelerano la risoluzione delle procedure amichevoli nella fiscalità internazionale (Mutual Agreement Procedure), gli accordi preventivi per le imprese con attività internazionali (tax ruling) e di quelli relativi al regime opzionale di tassazione agevolata dei redditi derivanti dall’utilizzo di beni immateriali.

L’aumento dei fenomeni di illegalità nel settore energetico e la diffusione dei casi di evasione delle accise e dell’imposta sul valore aggiunto ha raggiunto dimensioni allarmanti. Con il disegno di legge di bilancio 2018 sono state rafforzate le misure di contrasto delle frodi che si aggiungono alle già numerose iniziative, poste in essere dall’Amministrazione finanziaria in collaborazione con la Guardia di finanza, per migliorare i controlli nazionali sui prodotti immessi in consumo e sui cosiddetti missing-trader (ovvero le società appositamente create per interporsi tra venditore ed acquirente finale che poi scompaiono senza pagare l’IVA dovuta).

Molto rimane ancora da fare.
Secondo le più recenti stime dell’Istat (diffuse lo scorso 14 ottobre), nel triennio 2012-14, il valore aggiunto generato dal sommerso economico è stato in media pari a poco più di 190 miliardi (circa il 12 per cento del PIL). Con la Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva, approvata alla fine di settembre, la Commissione interistituzionale (istituita in attuazione della legge delega per la riforma fiscale) ha rivisto le stime del tax gap per le principali imposte e contributi: in media nel biennio 2012-14, il gap complessivo annuo è stimato a 107,7 miliardi.

Si è tuttavia ridotta di 0,6 punti percentuali la propensione all’evasione fiscale (al netto del lavoro dipendente), dal 33.5% del 2014 al 32,9% del 2015. Questo è un segnale importante del cambiamento nei comportamenti dei contribuenti, orientato ad una crescente compliance fiscale e una conferma dell’efficacia della strategia del Governo nel contrasto all’evasione.

In questo quadro, il contributo della GdF è stato fondamentale per l’efficacia della lotta all’evasione.
Lo dimostrano alcuni dati.

Le strategie operative attuate dalla GdF, nel 2016, sono state finalizzate al contrasto delle forme evasive più dannose e aggressive, fra le quali rientrano le frodi carosello, gli abusi nelle attività di incasso e trasferimento di fondi e di immobili, i fenomeni di alterazione delle basi imponibili attraverso un uso distorto del transfer pricing e di delocalizzazione fittizia di persone fisiche e/o imprese, nonché i casi di elusione fiscale.

Nel 2016, grazie alla collaborazione costante tra GdF e Agenzia delle Entrate sono stati recuperati 6,3 miliardi di euro in termini di redditi non dichiarati ai fini IRPEF e 1,6 miliardi di euro di base imponibile IRAP non dichiarata.

Rispetto al 2015, è aumentata del 10,8% l’IVA evasa scoperta dai reparti, per quasi 5,5 miliardi di euro.

Questi dati confermano l’impegno della GdF nella lotta all’evasione. La Guardia di Finanza ha risposto in maniera pronta, sollecita ed immediata alla nuova filosofia di contrasto e prevenzione. E ciò si è tradotto anche in un ulteriore rafforzamento dei rapporti con i contribuenti. La fiducia nasce dal rispetto delle regole e alimenta la solidità di Istituzioni ben costruite e governate. Questa battaglia è soprattutto culturale ed è affidata anche a voi Allievi.

Questi risultati non si improvvisano. Sono il frutto di un lavoro costante, meticoloso, quotidiano. Si richiede un impegno che parte dal processo di formazione. Un lavoro che parte da qui.
A maggior ragione vi auguro buon lavoro, rinnovo la mia riconoscenza alla Guardia di Finanza per il prezioso, leale, quotidiano ed incondizionato impegno e ringrazio il Presidente del Consiglio, per avere accolto l’invito a presenziare a questa cerimonia.

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