I Risultati dell’Agenzia delle Entrate nel 2016
Saluto le autorità presenti,
i presidenti delle Commissioni Finanze della Camera e del Senato,
il viceministro Casero e il Direttore dell’Agenzia delle entrate che sono qui con me oggi per questa presentazione dei risultati dell’attività dell’Agenzia delle Entrate.
Questa presentazione viene abitualmente fatta presso la sede dell’Agenzia. Quest’anno ho invitato il Direttore a presentare i risultati qui al Palazzo delle Finanze perché intendo sottolineare qui alcuni aspetti.
Innanzitutto voglio esprimere alle donne e gli uomini dell’Agenzia, che sono collegati in streaming e ai quali va il mio saluto, la gratitudine del Governo. L’organizzazione dell’Agenzia viene costantemente sollecitata dalle frequenti innovazioni normative in campo tributario. E viene messa sotto pressione dalla determinazione del Governo a fare emergere base imponibile dalle aree grigie dell’attività economica.
Voglio anche sottolineare che l’amministrazione fiscale costituisce una filiera organica e strutturata, in grado di trasformare le decisioni politiche in comportamenti nuovi, capaci di modificare le abitudini dei contribuenti. L’amministrazione fiscale è una macchina, fatta di strutture, processi, funzioni ma guidata da persone. È un lavoro cruciale che coinvolge i vertici del Governo, il Dipartimento delle Finanze, l’Agenzia delle Entrate, l’Agenzia delle Dogane, la Guardia di Finanza, Equitalia in un disegno organico e basato sulla reciproca collaborazione.
L’importanza dell’adempimento spontaneo agli obblighi fiscali
Una buona amministrazione fiscale è importante non solo per assicurare il gettito e la tenuta dei conti pubblici. È importante per la giustizia sociale e per l’attività economica. Il mancato adempimento degli obblighi tributari aumenta le disuguaglianze, altera la concorrenza, sottrae risorse alla collettività.
Ed è anche per questo che negli ultimi anni, caratterizzati dall’uscita da una profonda crisi economica e finanziaria, il tema del contrasto all’evasione è sempre più spesso al centro dell’attenzione dei cittadini e dei Governi.
In questi anni è maturato e sta ancora maturando un profondo cambiamento nell’amministrazione tributaria.
Favorire l’adempimento spontaneo e lottare contro l’evasione fiscale
Il Governo ha posto grande attenzione al tema dell’adempimento spontaneo agli obblighi fiscali, focalizzando i propri sforzi su 1) la realizzazione della riforma fiscale in attuazione della legge delega n. 23 del 2014, 2) un cambio di approccio dell’amministrazione finanziaria nei confronti del contribuente, ed 3) il lancio e la partecipazione in importanti iniziative internazionali.
Per combattere l’evasione fiscale in modo efficace bisogna capirne le diverse sfaccettature. Esistono diversi tipi di evasione e ad ogni “tipologia” corrispondono azioni di contrasto, che devono essere parte di una strategia coerente nel suo complesso, ma allo stesso tempo in grado di diversificare in base alle differenti manifestazioni del fenomeno.
L’evasione internazionale
Una forma particolarmente odiosa è l’evasione internazionale, quella dei grandi capitali nascosti attraverso intermediari compiacenti in quelli che un tempo venivano definiti “paradisi fiscali”, cioè quelle giurisdizioni che facevano della segretezza e dell’opacità il loro marchio di fabbrica. L’azione di contrasto di questo tipo di evasione passa necessariamente per la trasparenza e la cooperazione internazionale.
L’Italia in questo campo negli ultimi anni ha fatto molto. Attraverso i tavoli internazionali del G20 e dell’OCSE, il Nostro Paese è stato capofila in una azione decisa per mettere la parola fine al segreto bancario e introdurre l’obbligo di scambio di informazioni tra Paesi, che oggi è divenuto realtà.
Le conseguenze di questo radicale cambiamento sono subito apparse chiare. Questo spiega, insieme alla professionalità dell’amministrazione finanziaria, il successo della Voluntary Disclosure italiana. In altre parole, i progressi a livello globale, dei quali l’Italia è stata capofila, hanno avuto risvolti immediati e diretti anche a livello nazionale.
La cosiddetta evasione delle multinazionali
Spesso si parla poi di evasione fiscale delle multinazionali, in particolare quelle del digitale. In verità nella maggior parte dei casi dovremmo parlare di elusione e non di evasione, nel senso che i comportamenti posti in essere da tali soggetti rispettano la lettera della legge ma non lo spirito, la ratio, spesso sfruttando asimmetrie tra ordinamenti fiscali diversi.
Questi comportamenti ci preoccupano tanto quanto l’evasione fiscale vera e propria.
L’approccio dell’Italia è stato multi-dimensionale: da un lato abbiamo promosso, sostenuto e portato avanti il progetto BEPS, insieme con i nostri partner OCSE e G20; dall’altro, abbiamo introdotto norme tese a razionalizzare e rendere più “fluido” il sistema fiscale italiano: sono stati lanciati programmi come la cooperative compliance per le grandi imprese, è stata introdotta la possibilità di richiedere certezza in anticipo attraverso i ruling sui grandi investimenti, ed è stata sbloccata la situazione in relazione alle procedure con i nostri partner commerciali per evitare la doppia imposizione (le cd. procedure amichevoli).
L’economia digitale
C’è poi un fronte nuovo, che riguarda il commercio elettronico, l’economia digitale, la sharing economy. Non si tratta di sinonimi: i contorni delle attività economiche in questi campi possono essere diversi. Ma in comune hanno una cosa: la difficoltà di individuare la base imponibile e di quindi di accertare l’imposta dovuta e assicurare il prelievo.
Il Dipartimento delle Finanze è impegnato nel confronto internazionale sulle risposte da dare a questa nuova sfida per assicurare che queste attività economiche contribuiscano alla fiscalità pubblica e non sottraggano risorse alla collettività.
Sulla scorta di questo lavoro, al G7 dei ministri delle Finanze del prossimo maggio presieduto dall’Italia si discuterà della tassazione delle nuove forme di impresa nate con l’economia digitale. Si devono valutare forme possibili e concrete di cooperazione internazionale in questo campo.
L’evasione interna
Per quanto riguarda invece l’evasione interna, la cd. evasione di massa, il governo ha deciso di combatterla incentivando l’adempimento spontaneo agli obblighi fiscali attraverso tre mosse: 1. regole più facili da applicare, 2. riduzione o eliminazione di imposte secondo il semplice principio secondo cui se tutti pagano le tasse ognuno ne paga di meno, 3. controlli più mirati ed efficaci. Questo è quello che abbiamo fatto negli ultimi anni, ed i frutti si cominciano a vedere.
Sono state introdotte diverse misure di riduzione della pressione fiscale: l’IRPEF è stata ridotta per i redditi più bassi di 10 milioni di euro - i così detti “80 euro”; l'Irap è stata tagliata del 10% per le imprese; è stata abolita l’IMU sulla prima casa, sui terreni agricoli, e sui macchinari imbullonati, l’IRES è stata abbassata al 24% e sono stati introdotti una serie di incentivi per le imprese e per l’attrazione di capitale umano nel nostro Paese.
Complessivamente si tratta di 23 miliardi e mezzo di minori tasse corrisposte dagli italiani al fisco.
Sono state introdotte e migliorate una serie di semplificazioni, quali ad esempio: la dichiarazione pre-compilata, che ha interessato quest’anno circa 30 milioni di contribuenti, con l’inserimento di un numero crescente di dati. La fatturazione elettronica, che ha interessato 23.000 amministrazione ed oltre 600.000 fornitori, ed è stata ora estesa anche a rapporti tra privati, fornendo il necessario supporto tecnologico. La cedolare secca sugli affitti, che oggi porta un gettito di circa 2 miliardi e prevede una tassazione agevolata per le locazioni a canone concordato. Il canone RAI in bolletta, che ha facilitato l’adempimento spontaneo ed allo stesso tempo consentito una riduzione del canone per ben due anni consecutivi.
Si utilizza in misura crescente un sistema di comunicazioni e informazioni preventive, con l’obiettivo di migliorare il rapporto tra fisco e contribuente ed evitare aggravi moratori.
Tutti questi sforzi cominciano a dare i propri frutti, che il Direttore Orlandi illustrerà in maggiore dettaglio.
I risultati del 2016 e la necessità di un cambio culturale
Ma stiamo parlando anche e soprattutto di un necessario cambio culturale. Un cambio culturale che è cominciato con la delega fiscale, e che sta portando i primi risultati, ma che richiede la costanza e la collaborazione di tutti.
Grazie a questo cambiamento culturale che sta coinvolgendo innanzitutto l’Agenzia delle Entrate l’amministrazione fiscale sta progressivamente modificando i comportamenti dei contribuenti e spingendo verso l’ampliamento dell’adempimento spontaneo.
Gli sforzi per aumentare l’adempimento spontaneo agli obblighi fiscali e rendere più facile l’adempimento dei contribuenti hanno seguito un percorso coerente negli ultimi anni. La fornitura di servizi è diventata più efficiente e maggiore attenzione è stata posta sull’analisi del rischio e sulla conduzione di controlli mirati e specifici. Non lo diciamo noi, lo sottolineano anche le organizzazioni internazionali alle quali abbiamo chiesto un check-up della nostra amministrazione finanziaria.
Mi lasciano perplesso affermazioni secondo cui la lotta all'evasione fiscale sarebbe una bufala o il governo strizzerebbe gli occhi agli evasori. Sono affermazioni che in primo luogo offendono il lavoro di tutti i dipendenti dell’amministrazione fiscale.
Il governo non strizza gli occhi agli evasori, il governo strizza gli occhi ai contribuenti e alle imprese onesti: li aiuta ad adempiere, a non sbagliare, e li invita a correggere eventuali errori, senza un approccio inutilmente punitivo.
Il 2016 ha rappresentato l’anno in cui l’Italia ha ottenuto un gettito record per le entrate tributarie erariali: oltre 450 miliardi secondo le prime stime, rispetto ai 436 del 2015 ed i 419 del 2014. Allo stesso tempo il 2016 segna il record di risultati derivanti alla lotta all’evasione con 19 miliardi di gettito.
In altre parole, si abbassano le imposte e sale il gettito attraverso gli incentivi all’adempimento spontaneo.
Alcuni sostengono che in realtà i dati della lotta all’evasione contengono anche importi che nulla hanno a che vedere con la lotta all’evasione medesima, e che il numero dei controlli è calato.
Anche questo dà il senso del cambiamento culturale di cui abbiamo bisogno. Il dialogo, la semplificazione e la trasparenza sono gli strumenti cardine per assicurare l’adempimento spontaneo, mentre i controlli e le verifiche devono essere mirati, attraverso procedure di selezione che tengono in considerazione il grado di rischio dei contribuenti, e non eseguito a pioggia ed in assenza di una strategia complessiva.
E per questo che voglio ribadire la mia profonda gratitudine alle donne ed agli uomini dell’Agenzia dell’Entrate. Il vostro lavoro consente di sostenere la crescita, di programmare investimenti e di assicurare sostegno ai più bisognosi. Vi sono stati chiesti, in particolare negli ultimi anni, grandi sforzi e sacrifici, ed avete sempre risposto con professionalità e dedizione alle nuove sfide della fiscalità. Grazie.
Considerazioni finali
Questo non significa che non ci siano ancora ampi margini di miglioramento nell’amministrazione finanziaria Italiana. Mi riferisco per esempio all’importanza del coordinamento dei diversi enti della fiscalità. In tal senso, ed in linea con l’atto d’indirizzo per il 2017, ho predisposto l’istituzione di una Commissione di coordinamento, per sfruttare al meglio le sinergie esistenti, sia sotto il profilo della analisi del rischio che dell’innovazione tecnologica, due temi chiavi per assicurare il contrasto all’evasione.
Ma mi riferisco anche e soprattutto al completamento della riforma delle agenzie fiscali, in linea con le raccomandazione dell’OCSE che del FMI, ed accompagnata da un rinnovato focus sulla riscossione coattiva, con la trasformazione di Equitalia in ente pubblico economico.
Tale riforma dovrà garantire autonomia alle agenzie fiscali, la possibilità di usufruire delle migliori professionalità e di pianificare i propri investimenti, ed allo stesso tempo assicurare la supervisione e direzione governativa. Il tema del personale delle agenzie ci sta particolarmente a cuore e siamo pronti a dare risposta alle sollecitazioni, anche Parlamentari, con una proposta organica che dia alle agenzie fiscali gli strumenti per poter svolgere al meglio il loro lavoro.