Garofoli: il Governo punta su crescita e conti risanati
10/06/2017Intervista di Osvaldo Baldacci
«Più delle contingenze parlamentari, il quadro economico su cui è impegnato il Governo è incentrato sul tema strutturale di far quadrare il consolidamento della crescita con il risanamento delle finanze, e in questo ambito una partita importante si gioca in Europa». Lo sostiene Roberto Garofoli, presidente di sezione del Consiglio di Stato e attualmente capo gabinetto del Mef, che ieri a Palermo ha tenuto una lezione su «L'impatto del diritto sull'economia», presso il Dems, il Dipartimento interdisciplinare cui afferiscono storici, giuristi, economisti, sociologi e politologi.
Il panorama politico in questi giorni appare terremotato. Quanto pesa questo sulle questioni economiche che l'Italia deve affrontare?
«Sulla legge elettorale il governo è stato neutrale. Il compito del governo è quello di lavorare, finché ha la fiducia, prescindendo dalle evoluzioni contingenti del quadro parlamentare. La prospettiva del governo è sempre stata quella del fine legislatura e bisogna ragionare in questo scenario temporale. I temi economici da affrontare sono assai importanti, stiamo concludendo l'iter della cosiddetta manovrina che in parte anticipa la legge di bilancio. E infatti il governo si sta preparando a lavorare agli atti di bilancio che si collocano comunque tra settembre e ottobre».
Quali i temi più importanti?
«Sono sempre quelli strutturali. Il sistema creditizio, il consolidamento della crescita, il risanamento delle finanze pubbliche legati al tema europeo della cosiddetta flessibilità. Quest'ultimo è un tema più decisivo delle contingenze parlamentari italiane, in quanto stiamo assistendo negli ultimi anni a un cambio di prospettiva dell'Europa, che anche grazie alle sollecitazioni del governo italiano ha capito come al rigore si debba affiancare una capacità di politica fiscale di tipo espansivo, tanto più adesso che la politica monetaria espansiva inizierà a ridursi».
Si teme che la prossima legge di bilancio sarà piuttosto dura...
«Non è corretto dire così. Certamente ci sono diverse risorse da reperire, a partire dalla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia coperte dall'aumento dell'Iva, un po' più di 15 miliardi che si aggiungono ai 4 già sterilizzati con la manovrina. Inoltre serviranno le risorse per coprire gli aumenti contrattuali, oltre alle misure per consolidare la crescita, come quelle che stanno funzionando come la nuova politica per l'industria 4.0 e il super e l'iper-ammortamento per le imprese che investono in beni ad alta rilevanza tecnologica. Ammortamento che nel Sud si cumula con i crediti d'imposta».
Poi ci sono le banche...
«Quella del sistema creditizio è una delle sfide in corso, che hapresentato situazioni difficili e inedite da affrontare, anche in virtù delle regole europee che sono del tutto nuove. Ma il problema è stato affrontato e viene affrontato con un certo successo, riuscendo a tutelare i piccoli risparmiatori».