Roma, 3 maggio 2018 – La Commissione europea ha pubblicato le proprie previsioni economiche di primavera, nell’ambito delle procedure di monitoraggio orientate a promuovere la convergenza tra gli Stati membri, note come “semestre europeo”.
Le stime sull’andamento dell’economia per il 2018 confermano quelle recentemente pubblicate dal Governo italiano: una crescita dell’1,5% sull’anno precedente (nel 2017 si è già registrata per l’economia italiana una crescita di pari intensità rispetto al 2016). La stima sul 2019 è invece più contenuta rispetto a quella del Governo: +1,2% (nel DEF è previsto +1,4%).
La Commissione attribuisce la crescita in buona parte all’andamento vivace degli investimenti nel settore privato, stimolati dalle agevolazioni fiscali. Investimenti che potrebbero indurre un incremento della produttività e del PIL oltre le previsioni (sul fronte dei rischi per la crescita, invece, il rapporto della Commissione cita l’incertezza sulle politiche per il futuro).
Per quanto riguarda l’occupazione, la Commissione registra la continuazione della tendenza positiva avviata nel 2015, con crescenti livelli di occupazione riconducibili anche agli incentivi per le nuove assunzioni di giovani lavoratori, mentre una crescente partecipazione al mercato del lavoro determina una contenuta discesa del tasso di disoccupazione (11,0% per l’anno in corso e 10,6% per il 2019).
Sul fronte delle finanze pubbliche, la Commissione apprezza la discesa del deficit all’1,7% del PIL per l’anno in corso (1,6% nelle stime del Governo) coerente con l’incremento dell’avanzo primario all’1,9%, e per il debito stima una ulteriore discesa in rapporto al PIL rispettivamente al 130,7% e 129,7% per il biennio 2018-2019 (le stime del Governo sono rispettivamente 130,8% e 128,0%). Anche per la Commissione, quindi, il rapporto debito-PIL si è stabilizzato tra 2015 e 2017 (dopo sette anni di significativi incrementi, dovuti prevalentemente alla profonda doppia recessione), e nel periodo oggetto di previsione (2018-2019) tenderà a un calo significativo.
Il deficit strutturale rimarrebbe invariato tra 2017 e 2018, secondo le stime della Commissione, mentre il Governo ha stimato una riduzione di un decimo di punto percentuale nel 2018, a partire da un saldo 2017 migliore delle stime precedenti. È opinione del Ministero dell’Economia e delle Finanze che la contabilità definitiva del 2018, che potrà essere apprezzata soltanto nella primavera 2019, mostrerà un andamento in linea con le regole europee.