Creare un polo italiano di eccellenza per la produzione integrata di carte speciali ed elementi olografici di sicurezza. Con questo obiettivo, dopo l’iter di accreditamento conclusosi positivamente da parte della Banca Centrale Europea (BCE), nasce Valoridicarta S.p.A., la nuova Società in house del Poligrafico e Zecca dello Stato (azienda partecipata del MEF al 100%) e della Banca d’Italia destinata a realizzare carte filigranate di alto livello con elementi olografici di sicurezza e anticontraffazione, per la produzione di banconote e documenti di riconoscimento.
La produzione della carta speciale di sicurezza avverrà nel sito produttivo di Foggia che negli ultimi anni è stato oggetto di importanti investimenti e piani di rilancio sia in termini di rinnovamento tecnologico e sviluppo di nuove attività di ricerca.
Per annunciare la nascita di Valoridicarta S.p.A., è stato scelto il Palazzo Storico della Zecca, in via Principe Umberto a Roma.
Il Palazzo di via Principe Umberto: la sede storica della Zecca Italiana
Il palazzo della Zecca di Roma, situato nel quartiere Esquilino, è un edificio di particolare importanza storica: è stato infatti sede della prima Zecca dell’Italia Unita.
Nel 1904, la legge del 2 giugno n. 417 promulgò la costruzione della “Zecca d’Italia” e, il 27 giugno del 1908, alla presenza del Re Vittorio Emanuele III e del Ministro del Tesoro, Paolo Carcano si svolse la cerimonia della posa della prima pietra dell'edificio della Zecca in via Principe Umberto, progettato dall’Ing. Carlo Mongini.
Il palazzo fu concepito non solo come luogo di produzione, ma anche come luogo di cultura: all’interno della struttura, sin dalla sua progettazione, furono collocate le officine di produzione monetaria, la Scuola dell’Arte della Medaglia (non ha mai smesso di operarvi) ed il Museo della Zecca.
L’edificio fu inaugurato il 27 dicembre 1911 e, da allora, sono state realizzate e coniate le monete del Regno d’Italia e della Repubblica Italiana dalla Lira all’Euro. Con l’entrata in vigore dell’euro, considerate le accresciute esigenze produttive, è stato reso operativo anche lo stabilimento situato nel quartiere romano dell’Appio, di via Gino Capponi, dove la produzione è stata definitivamente trasferita nel 2006 ed è tutt’oggi operativa.
Progetto di riqualificazione del Palazzo: il nuovo polo culturale polifunzionale
Il progetto prevede la nascita di un polo culturale a vocazione museale, per custodire al meglio le risorse artistiche del patrimonio nazionale numismatico e la sezione di archeologia industriale.
L’obiettivo è quello di riqualificare lo storico edificio che ha ospitato la prima Zecca d’Italia, nel pieno rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica grazie all’utilizzo di materiali innovativi e, allo stesso tempo, di tutelare i caratteri originari del Palazzo risalenti alla prima metà del ‘900.
Il nuovo complesso edilizio sarà anche un luogo di formazione e promozione per i “mestieri d’arte” grazie alla preziosa tradizione della Scuola dell’Arte della Medaglia, attiva nell’edificio sin dall’inaugurazione datata 1911.
Il polo comprenderà il Museo della Zecca e delle Carte Valori, uno spazio dedicato a mostre temporanee, un centro Convegni, un centro di artigianato di qualità, un centro servizi culturali, una biblioteca con archivio storico, i nuovi laboratori per i giovani talenti della Scuola dell’Arte della Medaglia (Sam), un bookshop con caffetteria e una foresteria.
Nel luogo dove ha preso forma la moneta nazionale apre al pubblico l’esposizione “ARS METALLICA – La materia, la tradizione e la creatività contemporanea”, promossa dal Poligrafico e Zecca dello Stato. La mostra ripercorre le fasi storiche della Zecca unitaria (costruita dal 1908 al 1911) ed i momenti di sviluppo e di progresso del “saper fare” della Scuola dell’Arte della Medaglia, una scuola-laboratorio d’arte fondata nel 1907 unica al mondo.
La storia della Zecca di Roma tra ‘800 e ‘900
Nel 1866 l’amministrazione generale delle zecche ancora attive nel Regno d’Italia (Torino, Milano e Napoli) passa dalla dipendenza del Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio a quella del Ministero delle Finanze, Direzione generale del Tesoro. Nel febbraio 1870, le Zecche di Torino e di Napoli vengono chiuse e la coniazione dei metalli nobili (oro e argento) concentrata, sempre con il sistema dell’appalto, a Milano, mentre si provvede alla coniazione delle monete in bronzo affidandola in appalto a stabilimenti forestieri: Birmingham (ditta Heaton Ralf & Sons), Bruxelles, Parigi, Strasburgo (ditta Oeschger e Mesdach). Nell’autunno dello stesso anno, la zecca pontificia attiva a Roma, in via delle Fondamenta in Vaticano, viene presa in consegna, con personale, beni e attrezzature, dal Governo del Regno.
Nel 1874 cessa l’appalto delle coniazioni in oro e argento affidato alla Banca Nazionale e il Tesoro passa alla gestione diretta dello stabilimento monetario romano. L’incisore capo della zecca di Roma resta Filippo Speranza, già attivo sotto Pio IX, che continuerà la sua attività fino ai primi anni del regno di Vittorio Emanuele III.
A partire dal 1892 la Zecca di Roma resta l’unico stabilimento monetario abilitato a battere moneta metallica su tutto il territorio italiano, essendo stata chiusa nel frattempo la zecca di Milano.
Le gravi carenze del vecchio edificio di Via delle Fondamenta inducono comunque l’amministrazione italiana ad individuare una nuova sede, ampia e modernamente attrezzata. Identificata l’area in uno spazio messo a disposizione sul colle Esquilino dal Comune di Roma, tra il 1908 e il 1911 si procede alla costruzione del nuovo edificio e all’acquisto delle attrezzature necessarie per assicurare una produzione in linea con le più moderne esigenze della produzione industriale internazionale. L’edificio di Via Principe Umberto viene inaugurato nel 1911, durante le manifestazioni indette per celebrare i primi 50 anni di unità d’Italia.
Solo più avanti si incontrano i destini della Zecca italiana, deputata alla sola produzione della moneta metallica, e dell’Istituto Poligrafico dello Stato che, dotato di moderne attrezzature per la stampa della carte valori, nella sede di Piazza Verdi in Roma, assegnata all’Istituto nel 1928, aveva invece provveduto, tra l’altro, anche alla stampa di tutti i Biglietti di Stato emessi per conto del Regno prima e della Repubblica poi, e aveva, in determinate occasioni, assunto in appalto la produzione di alcune partite di biglietti della Banca d’Italia. Come era avvenuto nel 1945-46, quando l’Istituto Poligrafico dello Stato aveva iniziato a stampare banconote di vecchio tipo, disegnate dal Barbetti, in quanto unico stabilimento in attività dopo l’occupazione di Roma e il trasferimento al Nord della maggior parte delle attrezzature produttive.
Nel 1978 la Zecca di Roma passa all’Istituto Poligrafico dello Stato che assume il nome di Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.