Nel 2014 la Tasi, la tassa comunale sui servizi indivisibili, per i proprietari di prima casa non risulterà più gravosa dell'Imu. Il gettito complessivo dell'Imu ad aliquota di base (4 per mille) e
detrazione base sarebbe stato pari a3,8 miliardi. Con la Tasi, calcolata ad aliquota base (1 per mille) e senza detrazioni il gettito risulta di 1,7 miliardi a cui vanno sommati 100 milioni di euro a titolo di Imu per le sole abitazioni principali di lusso (categorie catastali A1, A8 e A). Nel complesso
risulterà un minor prelievo sull'abitazione principale stimato in circa 2 miliardi.
Va inoltre considerato che il ddl stabilità per il 2014, in corso di approvazione in Parlamento, ha previsto a carico del Bilancio dello Stato l'assegnazione di 500 milioni di euro per finanziare
l'introduzione, da parte dei Comuni, di detrazioni dalla TASI a favore dell'abitazione principale. Di fatto quindi il gettito della tassa sui servizi ad aliquota di base si riduce da 1,7 miliardi a 1,2 miliardi di euro, con l'utilizzo integrale delle predette risorse. Il confronto tra Imu e Tasi non tiene poi conto della maggiorazione Tares servizi indivisibili, pari a 30 centesimi/mq, gravante nel 2013 su tutti gli immobili comprese le abitazioni principali e abrogata contestualmente all'introduzione della Tasi. La Tasi è un tributo gestito interamente dai Comuni che, in base alle loro esigenze di bilancio, possono decidere di ridurre l'aliquota (fino ad azzerarla), di introdurre ulteriori detrazioni o agevolazioni, o di aumentare l'aliquota fino ad un massimo del 2,5per mille. Anche nel caso di aliquota al 2,5 per mille, l’inserimento di detrazioni finanziate per 500 milioni porterà a un minore onere fiscale. Il carico fiscale complessivo sulle abitazioni principali si è dunque ridotto a seguito delle recenti riforme. L'effetto sui singoli contribuenti dipende tuttavia dalle modalità specifiche di applicazione delle aliquote e delle detrazioni, che sono lasciate all'autonoma determinazione dei Comuni.