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- Definizione normativa comunitaria al centro dei lavori del Cipe.

Comunicato Stampa del 02/08/2000

Roma, 2 agosto 2000

Il futuro dell'Unione Europea nella prospettiva dell'allargamento e la partecipazione di tutte le componenti della società alla definizione della normativa comunitaria al centro dei lavori del Cipe.

Si è riunita ieri, 1° agosto 2000, presso il ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica, la Prima Commissione Cipe per il coordinamento delle politiche economiche nazionali con le politiche comunitarie, presieduta dal ministro delle Politiche comunitarie, Gianni Mattioli.

Ha aperto i lavori il sottosegretario agli Esteri, Umberto Ranieri, con un'ampia relazione sul futuro dell'Unione Europea nella prospettiva della riforma istituzionale e sugli effetti economici dell'allargamento ai Paesi dell'Europa Centro Orientale.

Ranieri ha illustrato l'andamento del negoziato e i lavori della Conferenza Intergovernativa che dovrà disegnare la nuova architettura dell'Europa, preparandola ad accogliere i nuovi candidati all'adesione.

Questi i punti qualificanti della nostra posizione nazionale:

  • Per l'Italia è necessario che le istituzioni dell'Unione siano poste in condizione di operare anche in un'Europa allargata. La Commissione Europea, motore del processo di integrazione e garante dei trattati, non dovrà perdere il proprio carattere di collegio indipendente e autonomo e non dovrà trasformarsi in un foro assembleare pletorico e inefficiente, con una eccessiva quantità di commissari.
  • Per quanto riguarda la riponderazione del voto l'adesione all'Unione di un numero notevole di Stati medi e piccoli non deve ulteriormente ridurre il peso relativo dei Paesi con un maggiore peso demografico, né arrecare pregiudizio alla cosiddetta "legittimità democratica".
  • L'estensione del voto a maggioranza qualificata rappresenta per l'Italia un obiettivo imprescindibile ed essenziale, al fine di salvaguardare la capacità decisionale della UE e il carattere sovranazionale del processo di integrazione. Il ricorso a procedure di voto fondate sulla unanimità dovrà essere rigorosamente limitato e rappresentare una eccezione, mentre la regola generale dovrà essere il voto a maggioranza qualificata.
  • Sarà infine necessario ricorrere alla "cooperazione rafforzata", mettendo i Paesi desiderosi di procedere nel processo di integrazione più velocemente di altri nelle condizioni di farlo.

Il sottosegretario al ministero degli Esteri ha infine illustrato le opportunità economiche offerte dall'allargamento; esso trasformerà però profondamente le principali politiche dell'Unione, ad esempio la Politica Agricola Comune e la Politica di Coesione Regionale sul cui futuro è necessario avviare fin d'ora una approfondita riflessione nel nostro Paese.

Il ministro delle Politiche Comunitarie, Gianni Mattioli, ha da parte sua richiamato la necessità di una partecipazione ampia e coordinata del Parlamento, delle Amministrazioni Centrali, delle Regioni e delle parti sociali al processo normativo comunitario, concorrendo a definire le posizioni nazionali che saranno sostenute sui diversi tavoli negoziali.

A questo proposito, Mattioli ha illustrato gli strumenti attraverso i quali si intende attuare questa prospettiva. Quanto al rapporto Governo-Parlamento, si utilizzerà, nel corso del negoziato, lo strumento della "riserva parlamentare", per dar modo al Parlamento di poter incidere sulla trattativa.

Il recente convegno, che ha avuto luogo presso il Cnel e che ha costituito un importante momento di discussione e scambio di idee sulle principali questioni in trattazione a Bruxelles, si ripeterà a scadenza semestrale per permettere di mettere a punto le posizioni italiane all'inizio di ogni presidenza comunitaria, mentre saranno resi stabili i gruppi di lavoro tra Governo, Regioni e parti sociali sui principali dossier, per assicurare continuità alla consultazione.

Il ministero assicurerà, sui singoli problemi, il coordinamento delle posizioni dei ministeri e delle Regioni, in modo da dare all'azione italiana carattere unitario e perciò più efficace.

Sono stati infine esaminati, su illustrazione del sottosegretario al Tesoro, Bruno Solaroli, gli schemi di deliberazione concernenti: l'approvazione del Quadro Comunitario di Sostegno delle Regioni obiettivo 1 2000-2006, il cofinanziamento dei Documenti unici di programmazione delle aree dell'obiettivo 2, l'anticipazione del 7 per cento della quota statale di cofinanziamento per le aree dell'obiettivo 3 e il Programma operativo nazionale di sicurezza 2000-2006.

02/08/2000