Roma 16 dicembre 1999
Programma di sviluppo del Mezzogiorno 2000-2006
La Commissione europea ha accolto molto favorevolmente il Programma di sviluppo del Mezzogiorno 2000-2006 presentato dal Governo italiano. Michel Barnier, Commissario per le Politiche regionali, lo ha giudicato "un coraggioso e nuovo approccio allo sviluppo ed una valida base per avviare il Mezzogiorno in un nuovo cammino verso il futuro". La Commissione europea si è impegnata ad un confronto con le autorità italiane per assicurare una "rapida approvazione" del Piano.
Il documento tecnico con cui la Commissione imposta il proprio dialogo con le autorità italiane è stato consegnato oggi dal Ministero del Tesoro alle Amministrazioni responsabili dei singoli fondi, dei programmi e alle parti economiche e sociali.
Il piano si propone di rompere con il passato valorizzando i decisi segnali positivi emersi nell'ultimo quinquennio: nelle esportazioni, nel turismo, nella natalità imprenditoriale.
Il programma si articola sui seguenti principi:
- scelta innovativa di sei assi prioritari d'intervento (risorse naturali, culturali, umane, città, sviluppo locale, reti);
- enfasi sulla valutazione ex ante e sul monitoraggio degli interventi;
- concentrazione delle risorse su priorità specifiche;
- decentramento delle responsabilità;
- coinvolgimento forte dei partners sociali e istituzionali;
- integrazione territoriale degli interventi;
- diminuzione dell'aiuto finanziario diretto alle imprese.
L'attuazione del Piano di sviluppo del Mezzogiorno deve prevedere:
- qualificate unità di gestione;
- efficaci meccanismi di monitoraggio e valutazione;
- definizione e approvazione rapida e corretta dei progetti;
- appropriati sistemi di accountability;
- un partenariato sociale ed economico forte e tecnicamente efficace.
Per dare piena attuazione a questi principi la Commissione si accinge al negoziato con l'intento di conseguire un rafforzamento del PSM: (a) nella concentrazione degli interventi sulle realtà di massima crescita potenziale; (b) nel disegno strategico di alcune azioni - relative al Sistema dei trasporti, alla Società dell'informazione, al Sistema pubblico di impiego, alla valorizzazione delle risorse culturali -; ma soprattutto (c) nella efficacia dei meccanismi di attuazione degli interventi.