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Intervento del ministro Giorgetti alla presentazione della Fondazione AI4Industry

 03/05/2024

FONDAZIONE “AI4 INDUSTRY”

PRESENTAZIONE

Autorità, Presidente, gentili ospiti,

oggi è un giorno importante. Giunge al suo compimento il percorso di costituzione della Fondazione AI4Industry, e allo stesso tempo comincia una nuova fase, ancora più impegnativa, ovvero quella in cui questo Centro comincerà a camminare sulle sue gambe.

Il tempo che questo Governo ha impiegato per finalizzare il progetto è stato investito per avere le idee chiare su questi punti: come costruire una “via italiana all’intelligenza artificiale”? Quale valore aggiunto può portare la nuova Fondazione per l’ecosistema nazionale? Come utilizzare le risorse pubbliche in modo efficace?

Nel mio intervento proverò a condividere la nostra prospettiva.

Con la costituzione di AI4Industry, il Governo rafforza la sua strategia sull’intelligenza artificiale sul fronte più importante, ovvero quello degli investimenti.

Ho avuto spesso modo di sottolineare che la sotto-capacità di investimento, sia sul fronte infrastrutturale sia tecnologico, connota in negativo l’economia europea. Un andamento che si traduce nella preferenza per la regolamentazione piuttosto che per l’innovazione.

Questa tendenza è particolarmente evidente quando si parla di intelligenza artificiale. Molta attenzione infatti è stata attribuita recentemente ai rischi che si associano alla diffusione dell’IA e alla conseguente necessità di prevenirli. Si tratta di ambiti rilevanti e per alcuni tratti quasi inesplorati.

Esiste però un rischio certo e attuale: quello di diventare nel campo dell’intelligenza artificiale dipendenti da potenze straniere. O anche più banalmente non essere proattivi rispetto alla trasformazione del sistema produttivo che l’IA può determinare.

Se c’è una lezione che possiamo apprendere guardando l’attivismo dei nostri concorrenti su questo fronte è che stare fermi, ovvero essere inerti, vuol dire slittare indietro. È una lezione ancora più vera per l’Italia, la cui struttura industriale deve fronteggiare le sfide della bassa produttività e della necessità di incrementare il numero di imprese ad alto contenuto tecnologico.

È su queste considerazioni che si basa la collocazione strategica della Fondazione.

L’intelligenza artificiale è l’argomento del momento. Ma quando si seguono semplicemente “le mode” si rischia di mettere in campo tentativi velleitari o sterili. Per questo abbiamo cercato di individuare una “via italiana all’IA”, partendo dalla consapevolezza di cosa è l’Italia, ovvero un grande Paese manifatturiero, il secondo d’Europa, il settimo del mondo.

Il centro si focalizzerà pertanto sui cosiddetti use case, ovvero le applicazioni dell’IA ai settori industriali. Si partirà da automotive e aerospazio, due comparti nei quali negli scorsi 5 anni in Europa si sono registrati 6 miliardi di investimenti nell’IA.

Non si può sottacere le difficoltà che per certi tratti gli operatori dell’automotive vivono in questa fase, soprattutto per la concorrenza internazionale. Eppure, non esiste, soprattutto nei momenti più difficili, una strada diversa per risalire la china da quella di investire. Soprattutto quando parliamo di un campo come quello dei software, in cui il nostro sistema produttivo ha un potenziale inespresso e la necessità di recuperare terreno.

La prospettiva per la Fondazione è estendere il proprio spettro di attività ad altri settori industriali - a partire da macchinari avanzati e biotech - e ai servizi finanziari. Sono ambiti nei quali il nostro Paese - grazie al contributo fondamentale del Piemonte e di Torino - gode di un posizionamento competitivo nel panorama internazionale.

Il successo di AI4Industry si baserà sulla capacità di collaborazione con il sistema produttivo, che misureremo attraverso degli indicatori di performance. Come per ogni progetto ambizioso - e aggiungerei come per chiunque utilizza soldi pubblici - serve infatti definire in anticipo gli indicatori quantitativi. Alla fondazione assegniamo target sfidanti:

  • primo, entro 3 anni le entrate da risorse esterne (aggiungi azione di bandi competitivi e collaborazioni con imprese) dovranno essere pari al fondo di dotazione dello Stato, ovvero 20 milioni l’anno;
  • secondo, entro 5 anni i proventi da collaborazioni industriali dovranno superare la dotazione del fondo statale.

Si tratta di uno standard a cui progressivamente dovranno adeguarsi tutte le fondazioni di ricerca vigilate dal Governo, come prevedremo nel progetto di rafforzamento dei centri a cui stiamo lavorando. Quello delle fondazioni è un modello di successo, che deve utilizzare la flessibilità gestionale per mantenere il proprio carattere distintivo, ovvero lavorare - in modo complementare alla ricerca pubblica - sul trasferimento tecnologico. Alla dimostrazione di questa capacità sarà subordinato il mantenimento dei contributi dello Stato.

Come hanno evidenziato i colleghi, questo Centro non parte da 0 ma si integra in una infrastruttura di ricerca sull’intelligenza artificiale che comprende:

  • oltre 30 università che offrono corsi in ambito IA,
  • il perno dell’Istituto italiano di tecnologia,
  • la Fondazione FAIR finanziata dal PNRR,
  • IT attiva nel design di microprocessori,
  • il supercomputer Leonardo (tra i primi 3 al mondo per capacità computazionale).

E proseguendo in una linea immaginaria di prossimità al sistema produttivo,

  • la rete di competence center e digital innovation hub - chiamati ad accompagnare le imprese oltre industria 4.0
  • e CDP venture capital, che investirà 1 miliardo sull’IA.

È una rete articolata e connessa. Considerando la quota di risorse pubbliche per questi soggetti relative all’AI, lo Stato investirà nei prossimi 5 anni 1,7 miliardi. Sono molti soldi, eppure come sempre non conta tanto il dispiegamento delle risorse quanto la capacità di spenderle efficacemente.

Per questo, concludo come ho iniziato; ricordando che il lavoro più importante non finisce ma inizia qui.

Invio al Consiglio di sorveglianza, a partire dal presidente Pammolli, i migliori auguri per il compito che li aspetta e che il MEF continuerà a seguire con l’attenzione e l’ambizione che questo progetto merita.

Ringrazio Regione Piemonte e il Comune di Torino e tutti gli attori economici che hanno voluto essere a fianco della Fondazione fin dal suo primo giorno.

Il meglio per la Fondazione AI4Industry e per l’intelligenza artificiale in Italia comincia da oggi.

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