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Intervento del ministro Giorgetti a Investopia

 10/05/2024

INVESTOPIA
Intervento del ministro dell’economia e delle finanze
Giancarlo Giorgetti

È per me un piacere intervenire anche quest’anno a Investopia.

Questa edizione dà continuità all’evento ed è un aspetto rilevante. Per consolidare le partnership, sul piano politico così come su quello commerciale, serve infatti costruire relazioni basate sulla mutua fiducia, coltivando i rapporti con consistenza. È quello che stiamo facendo con gli Emirati e la costanza di questo appuntamento ne è un segnale.

Cosa è cambiato rispetto a un anno fa? Sicuramente il contesto geo-politico. L’inasprimento delle tensioni ha portato maggiori rischi sul piano commerciale. Eppure, a fronte di questo quadro, sia l’economia italiana sia quella emiratina hanno mostrato un notevole grado di resilienza, e nel 2024 manterranno i rispettivi tassi di crescita.

Concentrandomi sull’Italia, rileviamo l’apprezzamento dei mercati finanziari e degli osservatori finanziari rispetto alla solidità dell’economia, attestata dalla crescita dell’occupazione, dell’export, dei salari. Il merito è prima di tutto della capacità delle imprese italiane di navigare il nuovo quadro geopolitico. A questi risultati hanno contribuito anche le politiche del Governo basate sul controllo della spesa pubblica e l’attenzione a investimenti e lavoro.

L’evento di oggi ha affrontato un novero di temi caratterizzati da una matrice comune: come aumentare il potenziale di crescita delle nostre economie, nel quadro della crescente attenzione alla sostenibilità? E quali potenzialità derivano dalla collaborazione dei due Paesi?

A livello globale tutte le economie, sia avanzate che emergenti e in via di sviluppo, stanno affrontando la sfida della sostenibilità economica, ambientale e sociale. La portata di questo sforzo è resa più complessa dalla crescente frammentazione dell’economia mondiale, a cui si aggiungono i grandi cambiamenti strutturali, quali l’invecchiamento della popolazione e il rapido progresso tecnologico.

In questo quadro, la sorprendente rapidità del processo di sviluppo degli Emirati Arabi Uniti ha permesso al Paese di reclamare un crescente spazio nell’arena internazionale, come pioniere della sostenibilità. Le esperienze di Expo Dubai nel 2020 e della COP28 dello scorso anno, la prima in un Paese del Golfo dopo la firma degli Accordi di Parigi sul Clima hanno rafforzato la credibilità dell’economia emiratina agli occhi del mondo.

Oggi gli Emirati sono un attore indispensabile e un interlocutore strategico a livello internazionale. Il percorso di diversificazione dell’economia, in atto da diversi anni, gli sta garantendo, assieme a una forte stabilità politica, il ruolo di hub regionale manifatturiero ad alto contenuto tecnologico.

In questo contesto, l’Italia può sempre più essere un partner strategico. Partiamo dai dati: sono circa 600 le imprese italiane già operative negli Emirati Arabi, specialmente nei settori energetico, chimico, delle costruzioni e dei trasporti, con oltre 11 miliardi di investimenti diretti esteri.

Una prospettiva per ampliare le collaborazioni sono le cooperazioni industriali in Paesi terzi, ed in particolare in Africa, grazie a solide connessioni infrastrutturali e logistiche stabilite con i Paesi del continente, anche nel quadro del più ampio Piano Mattei che l’Italia sta portando avanti. 

Le opportunità per rafforzare i rapporti e mettere in luce le nostre competenze e il nostro know how sono molteplici, sia per le grandi imprese italiane, incluse quelle partecipate dallo Stato, sia per realtà relativamente più piccole, ma altamente specializzate.

Menzionerò quindi 6 campi su cui lavorare.

In primo luogo, le costruzioni e le infrastrutture. Gli Emirati Arabi Uniti possiedono una rete di infrastrutture tra le più avanzate della regione, ma nuovi piani di investimento sono in programma. Si prospettano infatti commesse per la realizzazione di opere civili, grandi progetti architettonici e infrastrutturali, sia nel settore pubblico sia privato. Sto parlando di metropolitane, reti stradali e ferroviarie, aeroporti, alberghi, ospedali, musei e centri commerciali. E quindi di prodotti chimici per l’edilizia, materiali, macchinari per lavorazioni e per costruzioni e mobili, cavi in fibra ottica, arredamento e interior design.

Secondo, la produzione di energia da fonti rinnovabili. La strategia di diversificazione del mix energetico degli Emirati Arabi Uniti punta ad alimentare in maniera sostenibile la crescente domanda di energia e di risorse idriche, in un contesto di rapido incremento della popolazione, urbanizzazione e industrializzazione. Si prevedono ingenti investimenti (circa 180 miliardi di dollari entro il 2050) in tecnologie energetiche alternative nell’ambito della strategia energetica per il 2050, che mira ad aumentare il contributo dell’energia pulita dal 25 per cento al 50 per cento, riducendo la produzione di CO2 del 70 per cento. Vi è quindi spazio di mercato per le imprese che operano nell’ambito della produzione, stoccaggio, distribuzione e consumo di idrogeno, ma anche di cattura, utilizzo e stoccaggio della CO2 - progetti su cui ENI e SNAM sono già presenti. A questi si aggiunge la gestione dei rifiuti in chiave sostenibile, con investimenti in termovalorizzatori e nella riconversione degli impianti di smaltimento in Waste to Energy e produzione di bio-gas, su cui l’Italia può dire la sua.

Terzo, prodotti biomedicali e farmaceutici. Anche in questo ambito, i campioni italiani devono sapersi proiettare verso un mercato in forte crescita, in cui il cambiamento della struttura demografica sta stimolando la domanda di servizi sanitari, assieme a una strategia governativa dedicata al turismo sanitario, finanziata direttamente dal Governo.

Quarto, lo sviluppo di soluzioni agricole adatte a condizioni climatiche problematiche, come quelle caratterizzate da bassa disponibilità di risorse idriche. Con particolare riferimento a specifiche tecnologie di irrigazione e impianti di desalinizzazione delle acque, l’Italia può vantare una expertise riconosciuta a livello internazionale su prodotti come pompe, valvole e turbine.

Infine, non va sottovalutata la possibilità di stringere partenariati nel settore dell’industria aerospaziale, anche alla luce della strategia spaziale nazionale degli Emirati Arabi Uniti, che si pone l’obiettivo di fornire servizi spaziali competitivi e potenziare le scienze spaziali, con la partecipazione a missioni della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). In questo ambito l’Agenzia Spaziale Italiana sta già collaborando con gli Emirati Arabi Uniti ad un progetto di ricerca sugli asteroidi nel sistema solare, ma nuovi partenariati strategici sono possibili con le nostre imprese. 

Quinto, la riconosciuta leadership su base regionale degli Emirati Arabi Uniti nello sviluppo del settore dell’Intelligenza Artificiale apre a scenari di cooperazione, alla luce dell’enorme potenziale dell’ecosistema italiano in questo ambito. Il Governo si è infatti impegnato a costruire una “via italiana all’Intelligenza Artificiale”, le cui fondamenta sono già state gettate, con la costituzione della Fondazione AI4Industry – che ho inaugurato venerdì scorso - oltre all’approvazione di uno specifico disegno di legge. L’obiettivo è quello di potenziare la ricerca scientifica, l’innovazione e il trasferimento tecnologico per l’applicazione dell’IA al settore manifatturiero. La Fondazione beneficerà di un significativo sostegno finanziario, rafforzato ulteriormente dall’iniziativa Venture Capital di CDP, per attrarre investimenti, finanziare start-up e imprese, e sostenere lo sviluppo dell’industria dei software.

Proprio l’intelligenza artificiale sarà una delle priorità al centro dell’agenda della Presidenza italiana del G7, la cui riunione Ministeriale della filiera Finanze si terrà fra pochi giorni a Stresa. Massimizzando la collaborazione con gli altri filoni di lavoro del G7, al fine di promuovere un approccio comune ci stiamo concentrando sulle conseguenze macroeconomiche dell’Intelligenza Artificiale, sulle sue applicazioni nella definizione delle politiche economiche e finanziarie, così come sul suo ruolo nel migliorare l’efficienza e l’efficacia delle azioni politiche.

Concludendo, vedo spazi significativi di collaborazione per il futuro e questo Governo ha dimostrato di essere un partner affidabile. Stiamo portando avanti un approccio prudente alla finanza pubblica, ponendo attenzione alla sostenibilità del debito pubblico e ai problemi strutturali con un occhio costante al nostro tessuto produttivo e alla crescita economica.

I numeri ci stanno dando ragione ma vogliamo continuare a migliorarli anche rafforzando le partnership con gli Emirati Arabi Uniti.

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