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Intervento del Ministro Gualtieri alla 96esima giornata mondiale del Risparmio

30/10/2020

1) Introduzione

Grazie al Presidente di Acri, il Professor Francesco Profumo, per l’invito a partecipare a questo incontro in occasione della 96a edizione della Giornata Mondiale del Risparmio.

Saluto il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, il Presidente di Abi Antonio Patuelli e tutti i partecipanti.

“Risparmio: futuro presente” è il tema di questa edizione; un presente certamente segnato dal contesto della pandemia. Ma è proprio l’urgenza di superare questa sfida così difficile che deve darci, e ci ha dato nel lavoro continuo degli ultimi mesi, una spinta ancora maggiore per progettare soluzioni di lungo termine per il futuro del nostro paese.

Nelle ultime settimane la situazione epidemica è tornata ad aggravarsi anche in Europa e in Italia. Il Governo ha risposto tramite misure di contenimento della diffusione dei contagi e di tempestivo sostegno economico ai settori più impattati.

La priorità assoluta in questo momento è quella di contenere l'aumento dei contagi anche per evitare in seguito misure di chiusura generalizzata. È una scelta in piena coerenza con la linea che abbiamo seguito durante questa crisi: e cioè che la miglior misura anche di politica economica sia l’efficace contenimento del virus.

Il notevole rimbalzo dell’economia italiana nel terzo trimestre, confermato oggi dall’Istat e superiore a quanto stimato dalla maggior parte dei previsori, e anche da noi stessi, testimonia la capacità di risposta della nostra economia e l’efficacia delle misure adottate dal Governo, sia a livello di politica fiscale sia in termini di sostegno all’erogazione del credito a imprese e famiglie.

L’entità dell’aumento del PIL nel terzo trimestre è tale che la previsione annuale pubblicata nella NADEF resterà valida anche nell’eventualità che nel quarto trimestre si verifichi una flessione dell’attività economica dovuta alle misure restrittive annunciate domenica scorsa dal Governo e all’impatto sui consumi dalla diffusione della pandemia. La tempestività con cui abbiamo varato le misure di sostegno aiuterà a sostenere i redditi dei lavoratori e degli imprenditori più direttamente interessati dalle chiusure selettive disposte dal Governo. Il nostro auspicio è che un approccio selettivo al contenimento della seconda ondata dell’epidemia da Covid-19 risulti sufficiente a contenere la recente impennata dei nuovi contagi. Se così fosse, non saremmo lontani dallo scenario di base 2020-2023 ipotizzato nella NADEF e ribadito nel Documento Programmatico di Bilancio recentemente inviato alla Commissione Europea.

Anche laddove nelle prossime settimane si dovesse ricorrere a misure più drastiche di contenimento dell’epidemia, partiremmo comunque da una posizione di comprovata solidità ed avendo nettamente migliorato la nostra capacità e prontezza di risposta all’emergenza sanitaria ed economica. La crescita del PIL nel 2021 potrebbe risultare inferiore in questo scenario a quanto previsto nel quadro programmatico della NADEF (6 per cento), ma la ripresa sarebbe solo rinviata, non pregiudicata.

È ragionevole ritenere che maggiore sarà la durata della crisi pandemica, maggiore sarà il rischio di danni più profondi al tessuto economico e sociale del Paese, nonché l’aggravio per la finanza pubblica. È per questo motivo che questa settimana siamo intervenuti così tempestivamente con il D.L.’Ristori’, ed è per questo che l’intonazione della politica di bilancio resterà espansiva per tutto il tempo necessario – utilizzando i margini di manovra all’interno delle stime di indebitamento netto 2020-2021 del recente Documento Programmatico di Bilancio e se necessario, intervenendo in misura anche maggiore.

Resto fermamente convinto che l’economia italiana sia molto vitale e che se garantiremo continuità, qualità ed equilibrio nell’azione di governo, grazie ad uno sforzo corale con i lavoratori, le imprese e le istituzioni finanziarie italiane, usciremo da questa inedita crisi anche più rapidamente di quanto ipotizzato nelle previsioni ufficiali, che prevedono un ritorno del Pil alla situazione pre-crisi alla fine del 2022.

Il recente giudizio positivo sull’Italia da parte di Standard & Poor’s conferma che il Governo ha compiuto, negli ultimi mesi, scelte appropriate e credibili. Queste scelte e questa strategia, anche grazie allo stimolo fornito dalla politica monetaria della BCE, alla nuova impostazione anche di politica di bilancio dell’Unione Europea e grazie alla straordinaria resilienza dimostrata dall’Italia negli scorsi mesi, ci accompagneranno nel percorso con cui affronteremo la sfida più grande, quella del rilancio del paese e della sua trasformazione.

Una sfida che possiamo affrontare con fiducia anche grazie all’importante cambio di passo dell’Unione Europea, per il quale il Governo si è speso dall’inizio della crisi. E che rappresenta una novità di assoluto rilevo rispetto alla crisi precedente, con la creazione di un poderoso insieme di strumenti, a partire dal Next Generation Eu, di cui il nostro Paese avrà un significativo beneficio.

Vengo ora ai temi più specificamente oggetto della preziosa occasione di confronto di oggi:

2) Il risparmio delle famiglie italiane e le prospettive della Capital Market Union

In questa fase così difficile, più che mai il risparmio privato può rappresentare uno strumento importante nel favorire la ripresa e il rilancio del Paese. Come sancisce l’articolo 47 della Costituzione, “La Repubblica tutela e incoraggia il risparmio in tutte le sue forme”, segnalando quindi come il compito delle istituzioni debba essere non solo quello di tutelare l’integrità dei risparmi ma anche quello di incoraggiarne la sua trasformazione in investimenti produttivi, a sostegno della crescita e dei livelli occupazionali.

Nel confronto europeo, le famiglie italiane esibiscono, tradizionalmente e inequivocabilmente, un rapporto ricchezza/reddito disponibile superiore alla media e continuano a essere caratterizzate da un basso livello di indebitamento.

Le famiglie italiane detengono oggi una parte rilevante della ricchezza netta del Paese: quasi il 60% riconducibile ad attività reali, per il restante, pari a 4.374 miliardi di euro, ad attività finanziarie. Se congiuntamente a questo dato consideriamo, però, che il finanziamento diretto e indiretto di cui beneficiano le imprese non finanziarie dalle famiglie è stato stimato in circa 1.306 miliardi (dato 2019), allora risulta facile concludere che una componente importante del risparmio degli italiani non si traduce in investimenti nell’economia reale del Paese. Recentissimi dati (Rapporto mensile ABI) confermano inoltre il progressivo incremento del “risparmio precauzionale”, probabilmente imputabile alla crisi sanitaria e al contempo segno della fiducia dei risparmiatori nei confronti del sistema bancario e finanziario.

Vi è quindi nel complesso in Italia, bisogno e ampio spazio per una serie di azioni volte a fornire da un lato opportunità di investimento ai risparmiatori e, dall’altro, ad incanalare tale ingente massa di risparmi verso le imprese. La creazione di una autentica Capital Market Union rappresenta un’occasione unica in questo particolare momento storico per preservare la propensione a generare risparmio da parte degli italiani e, nel contempo, di fornire loro opportunità di investimento diversificate ed adatte ai diversi profili, a sostegno del tessuto produttivo italiano. L’integrazione di Borsa Italiana nel gruppo paneuropeo Euronext costituirà un tassello importante per il conseguimento di tali obiettivi. Ed è positivo che le Fondazioni, attraverso Cassa Depositi e Presiti, abbiano deciso di investire in questo progetto.

Colgo tra l’altro questa occasione per esprimere apprezzamento per il ruolo importante svolto da Cdp e per il notevole contributo che le Fondazioni bancarie stanno esercitando in un costruttivo dialogo con il Governo rispetto a scelte rilevanti che riguardano il tessuto economico del Paese.

Il progetto della Commissione, che l’Italia sostiene e intende ulteriormente migliorare agendo da protagonista, è fortemente incentrato, tra l’altro, su una vera e propria “retail strategy”. La figura del risparmiatore è centrale, molte delle azioni prospettate dalla Commissione muovono nella direzione della sua valorizzazione. Tra le proposte più meritevoli a tal riguardo mi limito a menzionare:

  • l’introduzione di una nuova categoria di investitori semi professionali;
  • un maggiore impulso nei programmi di educazione finanziaria, cui già annettiamo particolare importanza in Italia, come testimonia il lavoro del Comitato per l’Educazione Finanziaria e il mese dell’Educazione Finanziaria attualmente in corso.
  • le iniziative volte ad incrementare l’adesione a strumenti pensionistici nell’ottica che questi poi investano nei mercati finanziari e nell’economia reale su un orizzonte di lungo periodo.

Realizzare un mercato unico dei capitali è una delle precondizioni per porre le basi per una crescita economica robusta, duratura, supportata da un sistema finanziario in cui la condivisione dei rischi e la diversificazione delle fonti di finanziamento per le imprese contribuiscono a creare i necessari anticorpi in grado di assorbire gli shock esterni ed asimmetrici.

3) Il ruolo, attuale e prospettico, del sistema bancario

Durante i primi mesi della pandemia, il Governo è prontamente intervenuto - attraverso misure di moratoria su finanziamenti in essere e garanzie pubbliche su nuovi finanziamenti - al fine di sostenere la liquidità delle imprese colpite dagli effetti della pandemia. Il ruolo delle banche è stato essenziale per trasmettere alle imprese gli stimoli economici connessi con tali provvedimenti. Dopo alcune difficoltà nella fase di rodaggio, l’operatività degli strumenti di moratoria e garanzia appare oggi spedita e consolidata, grazie allo straordinario impegno dei diversi attori e il loro coordinamento attraverso l’apposita Task force promossa dal MEF.

Alcuni fondamentali dati di sintesi: le moratorie nel loro complesso ad oggi sono giunte a 2,7 milioni di richieste, per oltre 300 miliardi. Le domande di prestiti garantiti al Fondo Centrale di Garanzia e a SACE sono pari, rispettivamente, a oltre 1,2 milioni (per 96,6 miliardi) e 792 per quanto riguarda le imprese medio-grandi (per circa 16,1 miliardi).

L’adesione del sistema bancario alle misure sopra accennate è ora soddisfacente, come dimostrano i dati a disposizione e colgo l’occasione per un esprimere ringraziamento all’impegno che tutti i lavoratori e il sistema bancario stanno svolgendo per l’implementazione di queste misure: dall’inizio di marzo alla fine di luglio i prestiti alle imprese sono cresciuti di 47 miliardi (nello stesso periodo del 2019 si erano ridotti di circa 2 miliardi) e in modo diffuso tra settori e tra imprese di diversa dimensione.

Ed è importante in questa sede ricordare che, in questo scenario, le Fondazioni Bancarie hanno saputo mettere in campo iniziative di grande rilevanza, sfruttando al meglio la loro vicinanza con i territori, per sostenere le famiglie in condizioni di maggiore necessità. Questo ruolo è meritevole di apprezzamento, e stiamo studiando quali siano le forme appropriate per sostenerlo attraverso la leva fiscale già in questa legge di bilancio.

Inoltre, ad integrazione delle iniziative volte a supporto della liquidità delle imprese, il Governo è intervenuto direttamente sul tessuto economico-produttivo dell’Italia attraverso misure ad hoc, quali i contributi a fondo perduto, il “Fondo Patrimonio PMI” e le misure di ricapitalizzazione, pensate per sostenere le piccole, medie e grandi imprese nel percorso di superamento della crisi.

Sul versante della regolamentazione bancaria, nel corso del primo semestre del 2020 sono stati apportati specifici emendamenti al quadro normativo europeo di natura prudenziale, al fine di mitigarne potenziali effetti pro-ciclici nello scenario pandemico e favorire il supporto dell’economia reale da parte del sistema bancario. Questa revisione, su impulso italiano ha consentito tra l’altro di:

  • anticipare al 30 giugno u.s. l’entrata in vigore del trattamento più favorevole in termini di assorbimento patrimoniale previsto per il credito alle PMI, alle infrastrutture e per alcune attività di software particolarmente rilevanti per il nostro Paese;
  • evitare, per un periodo di tre anni, che eventuali aumenti dello spread sui titoli del debito pubblico connessi al diffondersi della pandemia si riflettano in maniera indebita sul capitale delle banche;
  • prevedere, nell’ambito degli accantonamenti minimi obbligatori sui crediti deteriorati (c.d. calendar provisioning), un trattamento preferenziale permanente per le esposizioni assistite da garanzie pubbliche.

Le banche italiane presentano, ad oggi, una situazione tecnica di gran lunga migliore rispetto agli anni successivi alla crisi del 2008, grazie alla ripresa economica nel post-crisi e, soprattutto, alle riforme intervenute sul fronte prudenziale e all’azione costante della vigilanza bancaria, europea e della Banca d’Italia.

Nel primo semestre del 2020, il coefficiente del patrimonio di migliore qualità (c.d. CET1 ratio) è aumentato di quasi un punto percentuale, dal 14,0% al 14,8%, specie a causa della capitalizzazione dei dividendi 2019. È proseguita l’opera di pulizia dei bilanci dai crediti deteriorati: al termine del primo semestre 2020, il volume degli NPL nel settore bancario aveva un valore di 67 mld al netto delle svalutazioni (138 mld lordi) e il rapporto tra crediti deteriorati e crediti erogati (c.d. NPL ratio) era del 3,1% (6,1% al lordo delle svalutazioni). Tali rapporti non includono ulteriori, importanti, cessioni di esposizioni deteriorate realizzate e in corso nella seconda metà del 2020, anche grazie ad incentivi ad hoc previsti dal Governo.

Dall’altro lato, la redditività delle banche italiane ha subito un calo significativo nel confronto con il primo semestre del precedente anno, principalmente a causa di un incremento (fino al 53%) delle svalutazioni sui crediti indotto dagli effetti attesi della pandemia. L’indice di redditività del capitale (return on equity, ROE) è sceso dal 7,1% al 3,7%, nonostante miglioramenti nell’efficienza gestionale degli intermediari (come si osserva dalla riduzione del cost-income ratio di circa 2,6 punti percentuali, al 63,3%).

Guardando ad una prospettiva futura, il sostegno delle banche al sistema economico potrà continuare nell’ambito di uno scenario di ripresa economica e di contenimento degli effetti della pandemia. Grazie alla recente estensione fino al giugno del 2021 del Framework temporaneo in materia di aiuti di stato, stiamo prevedendo, con la Legge di Bilancio, la proroga delle misure governative di supporto ad imprese e famiglie, a partire dalla moratoria e dalle garanzie pubbliche sui finanziamenti. La principale sfida per le banche nei prossimi mesi sarà gestire la crescita delle esposizioni non performing (NPL) indotta dall’attuale crisi sanitaria ed economica. In particolare, se non gestito in maniera attenta e con iniziative adeguate, il prevedibile aumento delle esposizioni unlikely to pay può comportare una significativa distruzione di valore.

È necessario quindi un atteggiamento pro-attivo da parte delle autorità europee e nazionali; vanno, in particolare, identificate e predisposte tempestivamente soluzioni che consentano di gestire e mitigare l’impatto di una eventuale crescita repentina di esposizioni deteriorate. A tal fine è opportuno, fin da subito, diversificare e arricchire la “cassetta degli attrezzi” (tool-box) a disposizione delle autorità al fine di prevenire impatti indesiderati sull’economia reale. In quest’ottica, il MEF ha sollecitato, nelle sedi istituzionali europee, maggiori riflessioni in ordine ad una possibile proposta di aggiornamento dell’attuale quadro normativo.

Inoltre, le incertezze di questi tempi pongono con ancora più urgenza e rilevanza il tema delle soluzioni di tipo aggregativo, promosse dai mercati e basate su solidi piani industriali, che siano in grado di consentire il conseguimento di economie di scala e di diversificazione, e i necessari investimenti in tecnologia e innovazione.

Un simile approccio consentirebbe al settore bancario di riorientare rapidamente il credito verso nuovi settori, come il digitale e la sostenibilità, conciliando un rinnovato sostegno all’economia reale con il necessario ritorno a obiettivi sostenibili di redditività prospettica.

4) Finanza sostenibile

Il tema di quest’anno rispecchia bene il momento attuale segnato dagli sforzi per proteggere il nostro presente e il nostro futuro.

La sostenibilità, ambientale e sociale, rappresenta una grande occasione per cambiare le coordinate della nostra crescita. Essa apre una prospettiva di mercato importante, che può essere esplorata sia sul lato della domanda che su quello dell’offerta, con effetti non solo futuri ma anche immediati.

Per le aziende significa infatti introdurre una nuova e più inclusiva visione di successo imprenditoriale, in cui la creazione di valore non si misuri solo finanziariamente ma anche in termini di benessere prodotto per la comunità. Sistemi di produzione differenti e infrastrutture moderne che si alimentano da fonti rinnovabili sono peraltro capaci di apportare vantaggi finanziari immediati, con la possibilità per l’azienda di risparmiare e un minor costo della raccolta di capitale. Tutto questo, creando un nuovo rapporto di fiducia con gli stakeholders, mettendosi in condizione di essere adeguatamente valutati da parte degli intermediari finanziari, del pubblico e dalla comunità di portatori di interesse.

Dall’altro lato, anche i risparmiatori prestano un’attenzione crescente al modo in cui le imprese affrontano queste sfide sempre più attuali. Diventa indispensabile quindi offrire ai risparmiatori soluzioni di investimento che sappiano rispondere alle nuove e accresciute sensibilità su questi temi. In questo scenario, si inseriscono prospettive e strumenti innovativi per proseguire verso il raggiungimento degli obiettivi climatici, cui sarà dedicata la nuova emissione di obbligazioni verdi sovrane.

Vogliamo essere protagonisti e promotori della sostenibilità, non solo per il Paese ma anche a livello europeo ed internazionale. Tra circa un mese l’Italia assumerà la Presidenza del G20. In quel contesto, intendiamo promuovere il tema della finanza a servizio della sostenibilità attraverso una pluralità di filoni di lavoro, tra i quali quello dedicato a standard comuni che rafforzino il grado di comparabilità degli investimenti sotto il profilo della sostenibilità, per migliorare la qualità e l’affidabilità dei dati e dell’informativa resa dalle aziende e dagli intermediari, così da consentire ai risparmiatori e ai mercati di scegliere consapevolmente sulla base di informazioni corrette e complete. Si tratta di un obiettivo ambizioso: le visioni sulla sostenibilità possono divergere, a livello G20, anche significativamente. Consapevoli di queste differenze, lavoreremo per creare la maggiore coesione possibile su questi temi, al fine di ottenere degli avanzamenti importanti e apprezzabili.

5) Settore dei pagamenti

In questa fase il settore dei pagamenti, da sempre componente essenziale del sistema economico, è attualmente interessato da numerose novità che riguardano tanto il contesto nazionale quanto l’ambito europeo e internazionale.

Cominciando dall’ambito nazionale - nel quale recentemente abbiamo assistito alla fusione di due importanti realtà italiane all’avanguardia nel campo dei pagamenti digitali, (Nexi e SIA) - questo Governo già con la manovra finanziaria per il 2020, ha deciso di puntare su un’ambiziosa e articolata strategia cashless. Molte misure sono già state attuate - vorrei ricordare il credito di imposta del 30% sulle commissioni pagate dai piccoli esercenti - altre sono invece in fase di implementazione, come il “cashback. L’obiettivo è favorire i consumi promuovendo al tempo stesso lo sviluppo tecnologico quale volano per una crescita inclusiva del Paese.

In ambito internazionale, vorrei anzitutto ricordare che, proprio questo mese, è stata pubblicata nell’ambito dei lavori del G20 la roadmap pluriannuale per il miglioramento dei pagamenti transfrontalieri. Nell’ambito della già citata Presidenza italiana del G20 per l’anno 2021, l’Italia intende portare avanti con determinazione gli obiettivi della roadmap, nella convinzione che la promozione di un ecosistema dei pagamenti più sicuro ed efficiente sia di vitale importanza per la crescita economica e lo sviluppo a livello globale.

Muovendo quindi al livello europeo, di sicuro impatto per il futuro prossimo sono i lavori in corso per l’attuazione della recente “strategia in materia di finanza digitale” della Commissione europea, lavori che vedono la partecipazione attiva delle autorità italiane e includono, tra l’altro, la definizione di un quadro normativo europeo per le cripto-attività, incluse anche le cd. global stablecoin - un quadro normativo sollecitato dall’Italia come ricordava il Governatore Visco insieme a Francia, Germania, Spagna e Olanda - e il rafforzamento degli assetti nazionali ed europei per garantire la sicurezza delle infrastrutture digitali (cybersicurity). Infine, seguiamo con attenzione tutte le iniziative in corso per la definizione di soluzioni di pagamento paneuropee volte a superare la frammentazione del mercato e rafforzare la posizione competitiva dell’Europa nello scenario internazionale. In quest’ottica si inserisce il progetto European payments initiative (EPI) che è stato promosso dalle banche di alcuni Stati europei e in merito al quale, a livello nazionale si stanno verificando attentamente tutti gli aspetti attinenti alla fattibilità del progetto sotto il profilo sia economico che operativo. Qualsiasi iniziativa in ambito europeo nel settore dei pagamenti deve infatti mettere al centro soluzioni autenticamente europee, che sappiano promuovere una maggiore efficienza e creare un reale valore aggiunto per la clientela.

6) Conclusioni

Una delle lezioni più importanti della pandemia è arrivata proprio dalla capacità dell’Europa di affrontarla con soluzioni comuni e lungimiranti.

Le risorse che arriveranno dall’Europa ci offrono un’occasione unica per rilanciare l’Italia e renderla protagonista delle sfide del prossimo decennio.

La nostra principale missione è portare il Paese fuori dall’emergenza. Abbiamo ancora davanti a noi un percorso faticoso, doloroso e impegnativo. Dobbiamo percorrerlo nella fiducia verso gli sforzi della comunità medica e scientifica per arrivare a terapie e vaccini efficaci che ci consentano di uscire da questa crisi. Dovremo allora cogliere appieno le opportunità della ripresa e affrontare al meglio la sfida del rilancio del Paese e della sua trasformazione lungo le linee dell’innovazione e della crescita sostenibile e inclusiva, e affrontando quei nodi strutturali, richiamati anche dal Governatore Visco, che da troppo tempo attendono di essere affrontati e superati, per rafforzare il potenziale di crescita del Paese e la sua capacità di generare crescita e occupazione e ricucire le sue fratture sociali e territoriali.

Il modo più saggio di affrontare la situazione attuale è dunque da un lato continuare l’azione di protezione della salute dei cittadini e di sostegno immediato a quanti sono colpiti dalle misure di restrizione, e dall’altro, insieme, di lavorare per preparare un futuro migliore, forti della resilienza che il nostro Paese ha già dimostrato negli scorsi mesi.

La storia ci chiama a una grande prova di responsabilità. L’Italia può farcela, e ce la farà se saprà affrontare le sfide che abbiamo di fronte con questo spirito coraggioso e costruttivo e solidale.

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