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Gualtieri: “Non sono un autarchico”

 20/06/2020

Intervista a cura di Roberto Sommella

Milano Finanza ha intervistato il ministro Gualtieri in una giornata caldissima tra Stati Generali, Consiglio Europeo, vertici di governo. E lancio del Btp Futura. Un nome che è anche una speranza, in un momento in cui si dibatte di varie formule di coinvolgimento del grande risparmio privato in operazioni pubbliche. Dai prestiti irredimibili di Paolo Savona, sul quale sorvola e lascia la parola al direttore del debito pubblico (che li stronca), ai war bond di Matteo Salvini, alle critiche sui piani autarchici di personaggi autorevoli quali Franco Bernabè e Francesco Giavazzi. Gualtieri legge, registra, ma ha una unica missione in questi frangenti: vendere quest'anno oltre 500 miliardi di euro di titoli ed evitare una crisi dei conti pubblici, stressati dal costo dei provvedimenti messi in campo dall'esecutivo. Può bastare e avanzare. La sua concentrazione dunque ora è massima sul debito, sulle emissioni del Tesoro, sui mercati perché, afferma a questo giornale, occorre «saper guadagnare e preservare la fiducia nel tempo di questi investitori, oltre a quelli domestici, è anzi uno stimolo importante per proseguire nel cammino delle riforme per uscire al più presto da questa crisi e rilanciare l'economia italiana». Sembra la rotta per un capitano che si attende procelle. Ma che resta ottimista sull'approdo sicuro.

Domanda. Ministro Gualtieri il Btp Futura si rivolge solo al retail. Perché si sono esclusi gli investitori istituzionali da questa nuova emissione? Forse una sessione aggiuntiva di questo collocamento non avrebbe tolto nulla alla raccolta presso i risparmiatori e avrebbe consentito di raccogliere qualche miliardo in più.
Risposta. Devo dire che è da molto tempo che il Tesoro aveva in serbo un prodotto dedicato al retail. Come noto la quota del debito in mano retail è molto bassa e ha quindi senso cercare di tornare a farla salire anche con innovazioni di prodotto dedicate. Peraltro mi risulta che il tipo di strumento che andiamo a proporre, con cedole crescenti, sia notoriamente adatto al retail se guardiamo all'esperienza di diversi emittenti nazionali e internazionali.

D. Cosa offrirete ai risparmiatori in termini di cedole e premio? E come pensate di rendere più attraente il Btp Futura dal Btp Italia?
R. Si tratta di due strumenti molto diversi e come tali difficilmente confrontabili. Il Btp Italia protegge dal rischio inflazione mentre questo è un titolo nominale la cui redditività aumenta con il passare del tempo. Inoltre quest'ultimo ha una premialità a scadenza diversa.

D. Che significa premialità a scadenza diversa?
R. Che è più corposa (anche per compensare la durata più lunga) e che è anche legata a quanto l'Italia sarà capace di crescere nei prossimi anni, aspetto questo non presente nel Btp Italia. Se questo avverrà, questo titolo sarà ancora più appetibile per il piccolo risparmiatore.

D. Insomma, una scommessa sul proprio Paese. Il Btp Italia è andato a ruba tra il retail grazie a un rendimento interessante, dato da un tasso annuo dell'1,4% su una scadenza di soli 5 anni a cui aggiungere la rivalutazione periodica (anche del capitale investito) dettata dall'inflazione. Per avere successo il Btp Futura sarà ugualmente competitivo?
R. Ad ogni emissione le condizioni di tasso sono inevitabilmente diverse. Quindi un confronto va fatto non tanto con un titolo emesso oltre un mese prima quanto con gli strumenti disponibili al momento dell'emissione. Anche se rischio di ripetermi, per com'è disegnato questo titolo ha tutte le caratteristiche adatte al retail: se lo si compra e poi dopo qualche anno lo si vende le condizioni di prezzo sono migliori, se lo si tiene più a lungo si ottiene un rendimento sempre più alto, se lo si tiene fino alla fine hai anche un premio.

D. Quindi, un buon investimento.
R. Francamente mi pare un investimento con caratteristiche molto interessanti.

D. I risparmiatori avranno solo un weekend per valutare l'investimento, tra annuncio dettagli e asta, non è troppo poco?
R. Come è sempre stato per il Btp Italia. Nulla di nuovo. E poi il collocamento dura per più giorni e questo lascia tutto il tempo perla valutazione dell'investimento.

D. Esiste un tetto massimo che vi siete prefissati per questa prima raccolta? Quale e perché?
R. In linea di massima non c'è un tetto ma è ovvio che ove raggiungesse un volume troppo elevato rispetto alle dimensioni finali standard di un normale Btp a 10 anni sarà necessario chiudere il collocamento anticipatamente come peraltro è previsto. Va detto che è un prodotto nuovo con caratteristiche piuttosto uniche per cui è evidente che raggiungere le dimensioni dell'ultimo Btp Italia non è per nulla ovvio. Detto questo, fare previsioni circa il comportamento del retail è sempre stato molto difficile – come dimostrato dalle emissioni passate del Btp Italia – e questa occasione non credo farà eccezione.

D. Con questa emissione il debito sarà messo in sicurezza?
R. Vista la dimensione del nostro debito pensare che con un titolo lo metta in sicurezza mi pare francamente fuori luogo. Certamente se questo titolo nel medio termine, assieme ad altri, contribuirà a rendere la base degli investitori nel debito italiano più diversificata sarà raggiunto un importante obiettivo. Che è quello di rendere tutto il debito meno vulnerabile rispetto ad uno shock che possa colpire una singola categoria di investitori.

D. L'Italia può puntare a essere autarchica dal punto di vista del debito pubblico, visto l'alto livello del risparmio, senza dover accedere al Mes?
R. È bene precisare ancora una volta che questa emissione non ha alcun obbiettivo di rendere autarchico il paese dal punto di vista del debito pubblico. Considerata la dimensione del debito è cosa giusta collocarlo presso investitori molto diversi, anche internazionali. Tra questi ultimi ce ne sono tantissimi con una visione di lungo termine che non hanno alcun carattere speculativo, ma che anzi credono nel nostro paese e nella sua capacità di continuare a mantenere il debito su un percorso di sostenibilità.

D. Che significa...?
R. Saper guadagnare e preservare la fiducia nel tempo di questi investitori, oltre a quelli domestici, è anzi uno stimolo importante per proseguire nel cammino delle riforme per uscire al più presto da questa crisi e rilanciare l'economia italiana. Se ci riusciremo avremo, intanto e prima di ogni cosa, fatto il bene del nostro paese e poi, non lo dimentichiamo, potremo premiare maggiormente chi oggi investe su questo nuovo titolo di Stato.

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