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Audizione del ministro Padoan sulla dismissione di una quota della partecipazione detenuta dal Ministero dell'Economia e delle Finanze nel capitale di Ferrovie dello Stato S.p.A. e sul relativo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri

 12/01/2016

Il Ministro è stato audito presso la Commissione IX - Trasporti, Poste e telecomunicazioni della Camera dei Deputati e successivamente presso la Commissione VIII - Lavori pubblici, comunicazioni del Senato della Repubblica.

1- La strategia di Governo sulle privatizzazioni
Il Governo sta portando avanti un programma ambizioso di privatizzazioni di società partecipate e di proprietà immobiliari. Questo programma ha una triplice valenza: ridurre il debito pubblico, aumentare l’efficienza di gestione e di risposta manageriale agli stimoli del mercato in cui le imprese operano, e alimentare il finanziamento tramite strumenti di mercato.
Tra le transazioni recenti già concluse ricordo la cessione di quote ENEL e la quotazione di circa il 40% di Poste Italiane. Oltre ai progressi, di cui parleremo oggi, del progetto di quotazione di Ferrovie dello Stato, sono già state fissate le condizioni per la cessione del 49% di ENAV.
Nel 2015, la privatizzazione di Poste Italiane ha consentito di raggiungere e superare l’obiettivo di riduzione del rapporto debito/PIL di 0,4%.
Tra il 2016 ed il 2018, si prevede che l’insieme del programma di privatizzazioni potrà comportare per l’erario entrate pari allo 0,5% del PIL all’anno.

Il precedente di Poste Italiane
Ricordo brevemente gli obiettivi conseguiti dal Governo con la privatizzazione di Poste italiane, perché rappresenta il modello che si intende seguire anche nel caso di Ferrovie dello Stato.
L’operazione di privatizzazione di Poste Italiane può essere considerata un successo per diverse ragioni.
Si tratta delle prima grande quotazione di una controllata del MEF dopo 15 anni e la maggiore quotazione in Europa del 2015.
La quotazione in borsa ha costituito un'opportunità per aumentare l'efficienza del Gruppo Poste Italiane e per sfruttare al meglio il ruolo dell'innovazione come leva per la crescita.
La domanda è stata pari a più di 3 volte l'offerta globale. Hanno aderito non solo tanti piccoli risparmiatori (tra cui molti dipendenti) ma anche grandi investitori istituzionali esteri e italiani.
La rilevante partecipazione degli investitori qualificati dimostra come l’Italia stia diventando, e diventerà sempre più, un luogo dove è attraente investire grazie alla rinnovata stabilità finanziaria e istituzionale e all’accresciuta fiducia dei mercati alimentata dalle riforme strutturali.

2- Descrizione schema Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) su Ferrovie dello Stato
L’approvazione dello schema di DPCM da parte del Governo rappresenta l’avvio formale del processo orientato alla cessione parziale del capitale di Ferrovie dello Stato Italiane. La quotazione di Ferrovie dello Stato Italiane è prevista nei prossimi mesi in un arco temporale che dovrà tener conto delle condizioni di mercato e del grado di preparazione dell’azienda alla quotazione.

Il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze detiene l’intero capitale sociale di Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A., holding a cui fa capo un articolato Gruppo di società, operanti nel trasporto ferroviario e su gomma di passeggeri e merci e nella gestione della infrastruttura ferroviaria.
Ferrovie dello Stato Italiane è una delle più grandi realtà industriali del Paese, con circa 70 mila dipendenti, oltre ottomila treni al giorno, 600 milioni di passeggeri e 50 milioni di tonnellate-merci all’anno su una rete di oltre 16.700 chilometri, di cui 1.000 dedicati all’Alta Velocità.
Nel 2014, il Gruppo ha registrato ricavi per circa 8,4 miliardi, un risultato operativo di circa 660 milioni e un utile di esercizio di 303 milioni. Il patrimonio netto consolidato è pari a circa 37,5 miliardi.
Ferrovie rappresenta un’azienda strategica e una infrastruttura chiave dotata di grandi competenze tecniche e manageriali. Inoltre, fornisce servizi di trasporto in vari paesi europei, tra cui la Germania, ed esporta know how tecnico in tutto il mondo.
Gli obiettivi che si intendono perseguire con la realizzazione dell’operazione sono: a) sviluppo ulteriore del Gruppo sia in termini di volumi di business che di qualità del servizio offerto; b) creazione dell’azionariato diffuso, popolare e dei dipendenti tra i risparmiatori; c) reperimento di risorse [finanziarie] da destinare alla riduzione del debito pubblico.
La scelta del Governo è di procedere alla quotazione attraverso un’offerta pubblica di vendita sul mercato regolamentato italiano (Borsa di Milano).
Sotto il profilo regolamentare, si ricorda che il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane è assoggettato alla disciplina europea già da diversi anni e, da ultimo, attraverso la direttiva 2012/34/UE che istituisce uno spazio ferroviario europeo unico; il regolamento di esecuzione (UE) 2015/909 della Commissione relativo alle modalità di calcolo dei costi direttamente legati alla prestazione del servizio ferroviario; e il decreto legislativo 15 luglio 2015, n. 112, che ha attuato nell’ordinamento nazionale la direttiva medesima. I criteri regolamentari prevedono la determinazione dei canoni di accesso e l’utilizzo della infrastruttura ferroviaria in modo da garantirne un trattamento equo e non discriminatorio degli operatori ferroviari.
Il processo di quotazione determinerà una rafforzata trasparenza e scrutinio degli investitori sulla separazione contabile tra infrastruttura e trasporto. La trasparenza è già assicurata dall’Autorità di regolazione dei trasporti (ART) in linea con la normativa europea.
Gli introiti derivanti dalla quotazione di Ferrovie dello Stato Italiane saranno destinati per legge esclusivamente al fondo ammortamento dei titoli di Stato e utilizzati, attraverso il riacquisto o il rimborso a scadenza di detti titoli, per la riduzione del debito pubblico ai sensi della normativa vigente.

La normativa vigente in materia di privatizzazioni
La normativa vigente in materia di privatizzazioni (Decreto legge 31 maggio 1994, n. 332, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 1994, n. 474) prevede che le modalità di dismissione di quote di società detenute dallo Stato devono essere stabilite dal Governo con un proprio decreto, su proposta del Ministro dell'Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, e devono seguire criteri trasparenti e non discriminatori e tali da favorire la diffusione dell'azionariato tra il pubblico dei risparmiatori e degli investitori istituzionali.
Inoltre, per l’alienazione di società che svolgono servizi di pubblica utilità - come nel caso di Ferrovie dello Stato Italiane - la legge 14 novembre 1995, n. 481 dispone che il processo decisionale sia più articolato e, in particolare, prevede che prima dell’approvazione definitiva del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri vi sia il parere delle competenti Commissioni parlamentari. Inoltre, le dismissioni delle partecipazioni detenute dallo Stato in società operanti nel settore servizi di pubblica utilità sono subordinate alla creazione di organismi indipendenti per la regolazione delle tariffe e il controllo della qualità dei servizi di rilevante interesse pubblico. Nel caso di Ferrovie tale organismo è rappresentato dall’Autorità di regolazione dei trasporti.

Lo schema di decreto sulle modalità di dismissione di Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A.
Lo scorso 23 novembre il Consiglio dei Ministri ha deliberato l’approvazione dello schema di decreto per la dismissione fino al 40% del capitale di Ferrovie dello Stato Italiane; tale schema è stato trasmesso alle Camere per il previsto parere delle competenti Commissioni parlamentari. Lo schema di decreto prevede che l’alienazione di tale quota, che potrà essere effettuata anche in più fasi, si realizzi attraverso un processo di quotazione sui mercati finanziari, mediante un’offerta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipendenti del Gruppo Ferrovie dello Stato, e a investitori istituzionali italiani e internazionali.
Le modalità con le quali realizzare la quotazione di Ferrovie dello Stato Italiane sono finalizzate ad assicurare tra l’altro, come ho già specificato, gli obiettivi dell’azionariato diffuso e della stabilità dell'assetto proprietario, anche in considerazione della tutela delle caratteristiche di servizio di pubblica utilità dell’attività svolta.
Come nel caso di Poste, al fine di favorire la partecipazione dei dipendenti del Gruppo Ferrovie dello Stato all’offerta potranno essere previste forme di incentivazione differenziate tra il pubblico indistinto dei risparmiatori e i dipendenti del Gruppo Ferrovie, in termini di quote dell’offerta riservate, e di prezzo nonché di modalità di finanziamento. Nel caso di Poste la partecipazione dei dipendenti è stata ingente.
Il processo di alienazione di una quota fino al 40% di Ferrovie dello Stato Italiane è coerente con l’evoluzione normativa europea che prevede principi relativi ad un accesso equo e non discriminatorio all’infrastruttura ferroviaria per tutti gli operatori.

Le iniziative in corso
In relazione alle iniziative che si stanno assumendo sull’operazione, in attesa della delibera definitiva da parte del Governo, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha attivato la selezione per l’affidamento del ruolo di Global Coordinator nell’ambito dell’offerta globale di azioni di Ferrovie dello Stato Italiane funzionale alla realizzazione dell’operazione.

3- Ferrovie dello Stato: cosa è stato già fatto
In vista della quotazione, si valorizzano separatamente attività e beni collaterali o non strettamente connessi allo svolgimento dei servizi di trasporto (come la rete elettrica, le attività commerciali, gli immobili). Si possono menzionare la recente cessione della Rete elettrica a Terna e l’operazione di privatizzazione attraverso bando pubblico, di Grandi Stazioni Retail, società risultante dalla scissione della società Grandi Stazioni. Grandi Stazioni Retail accentra le attività tipicamente commerciali delle stazioni del network, in particolare le locazioni commerciali, i Media&Advertising e i servizi ai viaggiatori.

Cessione della Rete Elettrica a Terna
Ferrovie dello Stato Italiane e Terna hanno firmato il 9 dicembre u.s. il contratto per la cessione della rete elettrica ad alta tensione di proprietà di RFI, come previsto dalla legge di stabilità 2015.
In particolare, l’operazione prevede l’acquisizione da parte di Terna dell’intero capitale sociale di S.EL.F., Società Elettrica Ferroviaria S.r.l. (“SELF”), società interamente controllata da FS, attiva nel settore della trasmissione dell’energia elettrica.
Tale operazione industriale consente al Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane di focalizzarsi sul proprio core business mentre a Terna vanno asset che estendono e rafforzano la rete elettrica nazionale.
L’acquisizione della rete di RFI dà a Terna la piena disponibilità delle reti ad alta tensione così da poterne ottimizzare l’uso anche in vista di una maggiore diffusione delle fonti di energia rinnovabili.
I beni oggetto dell’operazione sono circa 8.400 km di elettrodotti, tutti i diritti e i rapporti accessori. L’operazione vale nel complesso 757 milioni di euro. Il valore della rete è stato stabilito dall’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e il Sistema idrico. Parte del ricavato sarà reinvestito in opere di infrastruttura ferroviaria, come prevede la Legge di stabilità 2015.

Conclusione
In conclusione vorrei soffermarmi su alcuni aspetti centrali di questo processo di privatizzazione. Per quanto riguarda la questione della rete, ribadisco che la proprietà resta pubblica, fermo restando che esiste la separazione tra proprietà della rete e gestione. Dal punto di vista del modello di privatizzazione e valorizzazione, ritengo che il modello di valorizzazione della holding sia quello più efficiente, come dimostrato dalle esperienze del passato di Eni, Enel e Poste.
Il piano prevede la quotazione di Fs entro il 2016, ma il tempo necessario per finalizzare questo processo dipenderà dal raggiungimento dei risultati di efficienza di gestione per poter ottenere il massimo dei ricavi.
Sottolineando infine che questa operazione è una ulteriore conferma della concretezza del processo di riforme del Paese di cui la strategia di privatizzazioni rappresenta un elemento centrale.

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