Roma, 22 febbraio 2017 – La Commissione europea ha pubblicato oggi diversi documenti, quale parte dell'attività di vigilanza economica sugli Stati membri (in gergo il “semestre europeo”, e in particolare in questo caso il “pacchetto invernale”):
- 27 rapporti su ciascuno degli Stati membri (la Grecia è oggetto di un distinto programma di supporto alla stabilità), comprensivi di una relazione dettagliata (“In-Depth Review”) per 13 paesi.
- Una Comunicazione sulle principali conclusioni dei rapporti destinata al Parlamento europeo, al Consiglio, alla Banca Centrale Europea e all'Eurogruppo.
- Un rapporto sull'adozione del Fiscal Compact nell'ordinamento nazionale degli Stati membri.
- Un rapporto sul debito pubblico dell'Italia.
- Un rapporto che suggerisce una sanzione all'Austria per la rappresentazione scorretta dei dati sul debito.
Per quanto riguarda l'Italia, nel rapporto specifico la Commissione segnala due problemi: il livello ancora alto di crediti bancari in sofferenza, che accennano a calare solo dal 2016, e divergenze tra le regioni sulla regolazione della cosiddetta "economia collaborativa" il cui sviluppo è considerato cruciale dalla Commissione per promuovere la crescita della competitività.
Più esteso è l'elenco dei campi in cui la Commissione segnala importanti miglioramenti: nel mercato del lavoro, nell'educazione, nella semplificazione degli adempimenti burocratici e amministrativi, nel funzionamento della pubblica amministrazione, nel sistema giudiziario, nella formulazione del bilancio pubblico, negli strumenti per la gestione dei crediti in sofferenza delle banche – anche attraverso il miglioramento delle procedure per la gestione delle insolvenze e il recupero dei crediti. Inoltre l’Italia viene citata come esempio di buone pratiche a proposito della legge sulle Start-up e della strategia Industria 4.0.
Nella relazione sul debito pubblico, la Commissione riconosce la presenza di fattori che giustificano l'andamento attuale del rapporto debito/PIL, che si è stabilizzato ma non ha ancora invertito la tendenza degli ultimi anni. La Commissione ritiene infatti che alcune spese siano da attribuire a cause di forza maggiore, in particolare il terremoto e il flusso di migranti. Di conseguenza segnala che per rispettare la regola del debito è sufficiente un aggiustamento del saldo strutturale pari allo 0,2% del prodotto interno lordo. Senza le cause di forza maggiore segnalate dal Governo alla Commissione, il rapporto debito/PIL avrebbe già assunto una traiettoria declinante. E se la Commissione non avesse riconosciuto la legittimità delle ragioni italiane l'esigenza di correzione dei conti sarebbe stata almeno tripla.
La Commissione si aspetta dall'Italia che le misure di aggiustamento siano adottate in tempo utile per tenerne conto nelle proprie previsioni economiche di primavera (attese in maggio) e qualora questo non avvenisse è molto probabile l'avvio di una procedura di infrazione nei confronti del nostro paese.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione dei rapporti, il vice-presidente della Commissione Valdis Dombrovskis e il commissario Pierre Moscovici hanno riconosciuto gli sforzi compiuti dall'Italia nell'affrontare le molteplici esigenze di riforma, affermando che il grado di implementazione delle raccomandazioni della Commissione stessa è in linea con le aspettativa e più avanzato della medie europea. Hanno anche ricordato che gli effetti delle riforme si materializzano nel tempo e non arrivano immediatamente, sebbene si possa già registrare un miglioramento sul mercato (incremento del numero degli occupati e riduzione del dualismo tra garantiti e non garantiti) e il ritorno alla crescita dell'economia nel suo insieme.