Roma, 27 gennaio 2016 – Il settore bancario italiano è stato interessato nelle ultime settimane dalla volatilità che ha colpito i mercati globali. I crediti deteriorati presenti nel sistema bancario costituiscono un parametro penalizzante nel confronto con le banche di altri Paesi. Tuttavia il livello di sofferenze (o NPL: Non Performing Loans) non è l'unico criterio per valutare il livello di rischio associabile a un istituto di credito o al settore di uno specifico paese. Le banche di altri Paesi, per esempio, risultano molto più esposte di quelle italiane verso i paesi emergenti, che stanno affrontando una difficile fase economica. O ancora sono molto più esposte su quegli strumenti derivati da cui ha preso le mosse la crisi finanziaria tra il 2007 e il 2008, per poi contagiare il comparto del debito sovrano e l'economia reale.
Ma anche restando nell'ambito dei crediti, le statistiche mettono in luce un tasso di copertura dei crediti deteriorati da parte delle banche italiane superiore a quello che si registra in altri Paesi. Gli stessi indici relativi alla leva finanziaria collocano i nostri istituti di credito in una posizione di vantaggio rispetto a quelli degli altri Paesi dell'Eurozona.
Alla luce di questi dati l'ondata di vendite che ha colpito i titoli degli istituti di credito italiani quotati in borsa appare ampiamente ingiustificata. Il sistema bancario italiano è solido, e negli anni peggiori della congiuntura economica ha affrontato le conseguenze della crisi senza fare ricorso agli ingenti aiuti di Stato messi a disposizione dai bilanci pubblici (in ultima analisi dai contribuenti) di altri Stati membri dell'Unione economica e monetaria. Una prassi peraltro vietata a partire dal 1 agosto 2013.
Per rafforzare il settore bancario il Governo ha seguito una strategia strutturale, nel solco del piano di riforme ad ampio spettro avviato fin dal 2014 e basato su tre assi:
- consolidamento del settore bancario, attraverso la riforma delle maggiori Banche popolari, la riforma delle Fondazioni bancarie, la prossima riforma delle Banche di credito cooperativo. Banche più grandi, più forti e più trasparenti gestiranno con più efficienza i crediti deteriorati;
- riduzione dei tempi di recupero dei crediti, in Italia storicamente più alti che altrove. L’implementazione del processo civile telematico e dei tribunali delle imprese sta producendo ottimi risultati; nel 2015 è stata introdotta una prima revisione delle procedure concorsuali e sono in corso di introduzione altre misure in questa direzione, in attesa della più ampia riforma della legge fallimentare. Questi interventi riducono i costi di recupero crediti e migliorano il prezzo potenziale dei crediti deteriorati in caso di cessione;
- ritorno alla crescita, dopo tre anni di recessione. Con l’economia in crescita sarà più facile ridurre le sofferenze.
In questo quadro si inserisce e si integra uno strumento che il Tesoro mette a disposizione degli operatori per favorire lo smaltimento delle sofferenze bancarie: la Garanzia sulla Cartolarizzazione delle Sofferenze (GACS). Si tratta di una garanzia che il Tesoro venderà agli operatori che ne faranno richiesta, nell'ambito di operazioni di cartolarizzazione che abbiano come sottostante crediti in sofferenza. Lo Stato garantirà soltanto le tranche più sicure, che sopportano per ultime le eventuali perdite derivanti da recuperi sui crediti inferiori alle attese. Non si potrà procedere al rimborso delle tranche più rischiose, se non saranno prima state integralmente rimborsate le tranche senior garantite dallo Stato.
Le garanzie possono essere richieste dalle banche che cartolarizzano e cedono i crediti in sofferenza, a fronte del pagamento di una commissione periodica al Tesoro. Il prezzo della garanzia è di mercato, come riconosciuto anche dalla Commissione europea, che concorda sul fatto che lo schema non contempli aiuti di Stato.
Lo Stato rilascerà la garanzia solo se i titoli avranno preventivamente ottenuto un rating uguale o superiore all'Investment Grade valutato da un'agenzia di rating indipendente e inclusa nella lista delle agenzie accettate dalla BCE.
La presenza della garanzia pubblica faciliterà il finanziamento delle operazioni di cessione delle sofferenze e non avrà impatti né sul debito pubblico né sul deficit.