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Gestione del debito e accountability: ulteriori elementi di chiarezza sui derivati

 04 marzo 2015

Roma, 4 marzo 2015 – Ai dubbi sulla gestione dei contratti derivati espressi sul Sole 24 Ore del 3 marzo da Andrea Buraschi e Luigi Zingales dopo le audizioni della Direttrice del Debito Pubblico presso la Commissione Finanze della Camera (di cui sono stati pubblicati sia l’intervento sul nostro sito sia i video sul sito della Camera dei Deputati) ha risposto questa mattina in prima pagina sul Sole 24 Ore il Direttore Generale del Tesoro, Vincenzo La Via, spiegando che le informazioni “vengono divulgate nella convinzione che anche così si offre una giusta tutela del diritto democratico a un doveroso controllo sul comportamento dell'amministrazione pubblica. Una prassi che siamo impegnati costantemente a migliorare anche grazie alle sollecitazioni degli organi istituzionali e dei media. L'obiettivo comune dev'essere il conseguimento di un equilibrio tra il controllo pubblico e la tutela della capacità negoziale nei confronti delle controparti. Il punto di equilibrio è quello in cui viene massimizzato l'interesse collettivo costituito sia dalla trasparenza sia dal contenimento del costo del debito. Il Tesoro della Repubblica è impegnato su entrambi i fronti”.

Poiché a fronte della risposta sul quotidiano è stato pubblicato un ulteriore commento, più circoscritto, degli stessi autori, ci è sembrato opportuno, in una logica di accountability, pubblicare online un nuovo intervento a disposizione dell’opinione pubblica.

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Nella loro controreplica Andrea Buraschi e Luigi Zingales sostengono che la lettera sul tema dei contratti derivati pubblicata oggi dal Sole 24 Ore sollevi più dubbi di quanti ne chiarisca. Non ci sembra.

Derivati degli enti locali: Nella loro controreplica gli autori sorvolano sulla confusione fatta nel primo articolo tra i derivati del Tesoro e quelli degli enti territoriali (Comuni, Province, Regioni). Dovrebbero forse prestare maggiore cura alle proprie affermazioni, evitando errori così palesi. I contratti di tutti i derivati attualmente in vigore stipulati dagli enti territoriali nell'ambito delle autonomie loro riconosciute dalla Costituzione sono stati comunque raccolti dal Tesoro. Il computo del mark-to-market dei derivati degli enti territoriali non è di competenza del Tesoro e tuttavia ce ne stiamo facendo carico, sebbene questa operazione comporti un significativo sforzo di digitalizzazione di tutti i dettagli contrattuali.

Clausole di chiusura anticipata dei contratti legate al rating: sebbene il Direttore del Tesoro abbia già dato conto nella propria risposta che tra i contratti in vigore soltanto uno contempla una clausola legata al rating, gli autori chiedono se non vi sia un ulteriore rischio di esborsi in caso di ulteriore downgrade del debito italiano. Non è chiaro se abbiano in mente qualcosa di specifico ma non possiamo che confermare la nostra rassicurazione: un eventuale downgrade non comporta rischi oltre a quello dell’esercizio di una clausola di chiusura anticipata di una singola posizione nel 2016.

Swaption: come ricordato nella prima audizione della direttrice del debito (pag. 11 del testo) fino alla metà degli anni 2000 la gestione del debito attraverso strumenti derivati aveva la finalità di stabilizzare e potenzialmente contenere la spesa per interessi ma anche di contenere il fabbisogno pubblico. Come chiarito nella stessa audizione, gli obiettivi erano perseguiti anche mediante il ricorso alla vendita di swaption. Peraltro, le swaption venivano concepite in maniera da tale che il loro eventuale esercizio avrebbe comportato per il Tesoro la sottoscrizione di un Interest Rate Swap a condizioni predeterminate alla definizione dell’opzione, e in linea con la strategia di allungamento della duration (e quindi pagando un tasso fisso a lungo termine in cambio dell’incasso di un tasso variabile).

Diversi valori del mark-to-market: nella sua prima audizione alla Camera, la direttrice del debito aveva citato l’ultima valutazione del mark-to-market elaborata dal Tesoro e pubblicata da Banca d’Italia, alla data del 30 settembre 2014 (pagina 23 dell’audizione del 10 febbraio). Per la seconda audizione si è semplicemente voluto fornire ai membri della Commissione una valutazione effettuata a una data più recente, il 31 dicembre 2014, poiché il bollettino della Banca d’Italia che presenterà questa valutazione sarà pubblicato a giugno. Peraltro, in entrambe le audizioni è stato specificato che Banca d’Italia opera delle rettifiche contabili (al ribasso) del valore da noi comunicato, dato che alcune operazioni, o parti di esse, vanno riclassificate come debito ai fini Eurostat.

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Tutte le informazioni sono a disposizione nello speciale sui contratti derivati pubblicato sul sito del Ministero.

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