Roma, 1 marzo 2018 – L’Istat ha pubblicato oggi i dati su Prodotto interno lordo, indebitamento netto e saldo primario delle Amministrazioni pubbliche per l’anno 2017. Tutte le grandezze relative allo stato dell’economia reale e alla finanza pubblica confermano le stime prodotte dal Ministero dell’Economia e delle Finanze con la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, e in alcuni casi risultano anche migliori di queste.
I dati combinati dell’economia reale e dei conti pubblici attestano che le politiche economiche contraddistinte dalla metafora del “sentiero stretto” stanno perseguendo con successo tanto il risanamento delle finanze pubbliche (meno deficit e meno debito in rapporto al PIL) quanto il sostegno alla crescita.
Su questo aspetto in particolare è possibile osservare che nel 2017 la crescita dell’economia sul 2016 pari all’1,5% ha raggiunto un ritmo simile a quello registrato prima della crisi, sebbene inferiore a quello delle altre economie europee a causa dei vincoli imposti al bilancio pubblico dal livello del debito. Il buon andamento dell’economia reale è testimoniato – oltre che dai dati della produzione industriale, dell’export e di altre grandezze analoghe – anche dai dati sull’occupazione diffusi oggi dall’Istat. Questi ultimi mostrano che in gennaio vi erano circa 196 mila occupati in più in confronto allo stesso mese del 2017 e 25 mila in più rispetto a dicembre. In gennaio il tasso di disoccupazione è risultato più elevato che in dicembre, 11,1% contro 10,9%, ma ciò riflette l’accidentalità dei dati mensili ed una maggiore partecipazione al mercato del lavoro. In ogni caso, il tasso di disoccupazione di gennaio va confrontato con l’11,7% del gennaio 2017, nei confronti del quale segna un ribasso di 0,6 punti percentuali. Va anche sottolineato che in gennaio il tasso di occupazione al 58,1% (già toccato nei mesi scorsi) si attesta ai livelli massimi dal dicembre 2008 (58,2%), il numero di occupati pari a 23,066 milioni è ai livelli massimi dalla primavera del 2008 (23,203 milioni ad aprile di 10 anni fa), il numero di lavoratori dipendenti ha raggiunto 17,798 milioni – il livello massimo da sempre (il record precedente si era registrato ad agosto 2008 con 17,303 milioni).
Per quanto riguarda la composizione dell’occupazione, è possibile notare che l’incremento dei lavoratori dipendenti nel 2017 è stato conseguito sostanzialmente attraverso l’incremento nel numero di rapporti a tempo determinato, che ha raggiunto il 16,4% del lavoro subordinato. Tuttavia una lettura completa del quadro occupazione deve includere le dinamiche del lavoro autonomo, che spesso negli anni della crisi hanno nascosto forme di precariato: il rapporto tra lavoratori indipendenti e lavoratori dipendenti a gennaio 2018 è pari al 29,6%. Si tratta del minimo storico, circa 10 punti percentuali in meno rispetto all’inizio delle serie storiche diffuse oggi dall’Istat (a gennaio 2004 il rapporto tra indipendenti e dipendenti era pari al 39%). Questa trasformazione dal lavoro indipendente al lavoro subordinato indicherebbe la presenza di un processo di progressiva emersione di lavoro precario in forme più regolari, sebbene a tempo determinato. Guardando alla variabile di genere si rileva anche che il tasso di occupazione femminile ha raggiunto il record assoluto di 49,3% mentre il tasso di inattività è sceso al 43,7%, livello minimo da sempre.
Per quanto riguarda i conti pubblici, il rapporto tra deficit e PIL è sceso all’1,9% (da inizio secolo era sceso al di sotto del 2% soltanto nel 2007), il rapporto tra debito e PIL è sceso al 131,5%, il livello del 2015 (quando scendeva per la prima volta dopo sette anni consecutivi di incrementi che hanno portato il livello sul PIL dal 99,8 al 131,8%). Inoltre la pressione fiscale è scesa dal 43,3% del 2014 al 42,4% (41,9% se si classifica il bonus “80 euro” come riduzione IRPEF anziché spesa sociale).
“I dati economici diffusi oggi dall’Istat sono molto positivi e certificano i risultati del buon governo della legislatura che si è conclusa. Lasciamo al prossimo Parlamento un’economia in condizioni migliori di quelle in cui l’abbiamo trovata. In questi cinque anni l’Italia si è rimessa in moto, è uscita dalla profonda recessione e si è avviata lungo un percorso di crescita duratura”. Il Ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, commenta così il report diffuso oggi dall’Istituto Nazionale di Statistica e sottolinea che “questo cammino, frutto delle politiche del governo e dell’impegno di imprenditori e lavoratori che hanno riacquistato fiducia, deve proseguire e rafforzarsi. I presupposti ci sono tutti se si continuerà nella strategia fin qui adottata”.