Il miglioramento del benessere dei cittadini e della società è il fine ultimo delle politiche. Si tratta di un concetto articolato che copre diverse dimensioni del vivere individuale e collettivo. Tuttavia, da diversi decenni, in quasi tutti i paesi del mondo, l’obiettivo principale se non esclusivo delle politiche (economiche) è stata la massimizzazione del prodotto interno lordo. Il Parlamento italiano – con la legge n.163/2016, entrata in vigore nel settembre 2016, che riforma la legge di contabilità n. 196 del 2009 – ha introdotto il benessere equo e sostenibile tra gli obiettivi della politica economica e sociale del Governo. In questo contesto, sono stati introdotti gli indicatori di benessere equo e sostenibile tra gli strumenti di programmazione e valutazione della politica economica nazionale.
Il Comitato per gli indicatori di benessere equo e sostenibile, come previsto dall’articolo 14 della medesima legge, ha provveduto a selezionare, sulla base dell'esperienza maturata a livello nazionale e internazionale, un insieme di dodici indicatori utili alla valutazione del benessere (di seguito l’elenco degli indicatori di benessere selezionati).
Con la legge di riforma n. 163/2016 sono inoltre stati introdotti, all'articolo 10 (relativo al Documento di economia e finanza), i due nuovi commi 10-bis e 10-ter, che prevedono rispettivamente la redazione da parte del Ministro dell'economia e delle finanze, sulla base dei dati forniti dall'ISTAT, di due documenti:
- un apposito allegato al DEF, che riporti, sulla base dei dati forniti dall'Istat, l'andamento nell'ultimo triennio di tali indicatori, nonché le previsioni sull'evoluzione degli stessi nel triennio successivo, anche in ragione dell’impatto delle rilevanti politiche pubbliche.
- una relazione, da presentare alle Camere per la trasmissione alle competenti Commissioni parlamentari entro il 15 febbraio di ciascun anno, sull'evoluzione dell'andamento degli indicatori di benessere equo e sostenibile, sulla base degli effetti determinati dalla legge di bilancio per il triennio in corso.
L’inclusione degli indicatori di benessere equo e sostenibile nel ciclo di programmazione economico-finanziaria apre la strada a una visione innovativa del rapporto tra le politiche pubbliche e la qualità della vita dei cittadini attraverso una vera e propria valutazione dell’impatto delle decisioni pubbliche su alcuni indicatori specifici. I Governi italiani, da ora in poi, sono tenuti a valutare in maniera sistematica – ex ante ed ex post – l’impatto delle politiche sulla diseguaglianza, sulla salute, sull’istruzione, sulle condizioni delle donne nel mercato del lavoro, sull’ambiente, sulla sicurezza dei cittadini, etc.
Inserendo gli indicatori di benessere nelle previsioni a politiche invariate e programmatiche, il nostro paese si pone all’avanguardia nella trattazione di obiettivi di politica economica e sociale che vanno “oltre il PIL”. L’Italia è il primo paese dell’Unione Europea e del G7 ad inserire obiettivi di benessere nella programmazione economica.
Tutto ciò non significa che l’obiettivo della crescita economica perda la sua centralità nella politica economica, bensì non ne è più l’obiettivo esclusivo. Temi come la crescita inclusiva e la riduzione delle diseguaglianze vengono così messi al centro del dibattito pubblico.
In via sperimentale e a testimonianza dell’interesse del Governo, il DEF 2017 ha già inserito quattro indicatori di benessere (in grassetto nell’elenco riportato di seguito) che sono oggetto di valutazione nella Relazione al Parlamento (PDF, 735 KB) alla luce delle misure adottate dalla legge di bilancio approvata a dicembre.
La prima Relazione è stata trasmessa al dal ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, nel febbraio 2018 al Parlamento.
L’introduzione dei dodici indicatori prevista dal Decreto Ministeriale pubblicato in Gazzetta ufficiale il 15 novembre 2017 avverrà gradualmente, già a partire dal DEF di aprile 2018. Ai primi quattro indicatori già presentati sperimentalmente nel DEF 2017 andranno infatti ad aggiungersi ulteriori indicatori di benessere equo e sostenibile, fino ad arrivare a coprire i dodici indicatori nei prossimi esercizi.
I dodici indicatori selezionati dal Comitato per gli indicatori di benessere equo e sostenibile e introdotti dal Decreto Ministeriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 novembre 2017 sono:
- Reddito medio disponibile aggiustato pro capite;
- Indice di diseguaglianza del reddito disponibile;
- Indice di povertà assoluta;
- Speranza di vita in buona salute alla nascita;
- Eccesso di peso;
- Uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione;
- Tasso di mancata partecipazione al lavoro, con relativa scomposizione per genere;
- Rapporto tra tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con figli in età prescolare e delle donne senza figli;
- Indice di criminalità predatoria;
- Indice di efficienza della giustizia civile;
- Emissioni di CO2 e altri gas clima alteranti;
- Indice di abusivismo edilizio.
Nota: In grassetto i quattro indicatori già inclusi nell’esercizio sperimentale contenuto nel DEF 2017.
Per saperne di più
- Comunicato Stampa N° 29 del 20/02/2018
- Nel DEF 2017 per la prima volta gli indicatori BES (Benessere Equo e Sostenibile)
- Arrivano 12 indicatori di benessere nella finanza pubblica per andare ‘oltre il Pil’. Italia prima in Ue e nel G7 ad introdurli
- 15 novembre 2017 – Video della conferenza stampa
Documentazione
- Estratto dalla legge 4 agosto 2016, n. 163
- Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 novembre 2016, recante “Istituzione e composizione del Comitato per gli indicatori di benessere equo e solidale”
- Allegato al DEF 2017 “Il Benessere equo e sostenibile nel processo decisionale”
- Relazione finale Comitato per il benessere equo e sostenibile
- Decreto Ministeriale 15 novembre 2017
- Rapporto BES Istat
- Relazione sugli indicatori di Benessere Equo e Sostenibile 2018