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- Statistiche sulle dichiarazioni IRES ed IRAP dell’anno di imposta 2015

Comunicato Stampa N° 12 del 17/01/2018

Il Dipartimento delle Finanze diffonde le statistiche sulle dichiarazioni IRES (Imposta sul Reddito delle Società) e IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) relative all'anno d'imposta 2015 e presentate nel corso degli anni 2016 e 2017. Per alcune società di capitali (in certi casi di grandi dimensioni), che non hanno il periodo d’esercizio coincidente con l'anno solare, il termine ultimo per la presentazione della dichiarazione è stato settembre 2017.

Le statistiche includono i primi dati dichiarativi di importanti agevolazioni fiscali quali la c.d. Patent Box, il super-ammortamento e la deduzione integrale dall’Irap del costo del lavoro a tempo indeterminato.

Questa pubblicazione, comprendendo anche le statistiche sulle dichiarazioni Ires presentate dai soggetti che utilizzano il modello Unico Enti non commerciali, completa i dati statistici relativi alle dichiarazioni fiscali per l’anno d’imposta 2015.

IRES

Il contesto macroeconomico nel 2015 è stato caratterizzato dalla ripresa del PIL (+1,9% in termini nominali e +1,0% in termini reali)[1].

Nell’anno d’imposta 2015 le dichiarazioni delle società di capitali sono state 1.146.097, in crescita rispetto all’anno precedente (+2,1%). L’88,2% delle società di capitali è a responsabilità limitata.

Il 63% dei soggetti ha dichiarato un reddito d’impresa rilevante ai fini fiscali (in crescita rispetto al 61% nel 2014), mentre il 31% ha dichiarato una perdita (33% nel 2014) e il 6% ha chiuso l’esercizio in pareggio.

Il reddito fiscale dichiarato, pari a 162,6 miliardi di euro, mostra un incremento (+4,7%) che risulta maggiore nelle regioni del Nord-ovest (+6,0%). Tale incremento è imputabile prevalentemente al settore manifatturiero, il cui reddito fiscale passa da 42,4 miliardi di euro a 48,6 miliardi di euro (+14,8% rispetto al 2014) e al settore ‘commercio all’ingrosso e al dettaglio’ che passa da 20,2 miliardi di euro a 23,8 miliardi di euro (+17,5%). Invece l’ammontare della perdita fiscale, pari a 52,4 miliardi di euro, subisce un incremento del 4,8% a fronte di una riduzione dei soggetti pari al 4,3%.

Tra gli oneri deducibili ai fini Ires è compreso il 100% dell’Irap riferita al costo del personale dipendente e assimilato[2]. Dalle dichiarazioni 2015 risulta un ammontare di 2,2 miliardi di euro di Irap dedotta da oltre 242.600 soggetti, in forte riduzione rispetto al 2014 (-71%) per effetto delle novità normative in ambito Irap, introdotte con la Legge di Stabilità 2015 che prevedono l’integrale deduzione delle spese relative al personale dipendente impiegato con contratto a tempo indeterminato. Pertanto la deduzione ai fini Ires dell’Irap afferente il personale dipendente si riferisce soltanto alle altre tipologie contrattuali.

Nel 2015 le società di capitali hanno dichiarato un imponibile[3] di 125,5 miliardi di euro (+2,5% rispetto al 2014). Se si analizza distintamente l’imponibile dichiarato nel modello Unico e quello dichiarato nel modello Consolidato, emerge che le società che liquidano in regime ordinario hanno avuto un incremento dell’imponibile dell’1,5% rispetto al 2014; tale incremento ha interessato prevalentemente il settore “commercio all’ingrosso e al dettaglio” (+13,0%)  e il ‘manifatturiero’ (+10,1%). Per quanto riguarda l’imponibile del consolidato si assiste ad un incremento del 4,2% rispetto al 2014 (da 45,2 miliardi di euro a 47,1 miliardi di euro). L’incremento è imputabile prevalentemente al settore “commercio all’ingrosso e dettaglio” (il cui valore rispetto al 2014 passa da 5,6 miliardi di euro a 8,1 miliardi di euro).

Nel 2015 la percentuale delle società di capitali che ha dichiarato un’imposta è pari al 57,9%, in crescita rispetto all’anno precedente; il rimanente 42,1%[4] non ha dichiarato un’imposta o ha un credito. Le società che sono assoggettate a tassazione ordinaria dichiarano un’imposta netta pari a circa 21,4 miliardi di euro (+1,4% rispetto al 2014), mentre i gruppi societari che hanno optato per il regime fiscale del consolidato dichiarano un’imposta netta di circa 13,0 miliardi di euro (+4,8% rispetto al 2014); l’incremento è imputabile prevalentemente al settore “commercio all’ingrosso e al dettaglio” (+22,2%) e al settore “manifatturiero” (+12,0%).

Aiuto alla Crescita Economica – ACE

Dall’anno d’imposta 2011 è stata introdotta un’importante novità normativa con l’obiettivo di incoraggiare le imprese a finanziarsi attraverso il capitale proprio anziché ricorrere al debito. Si tratta del cosiddetto ACE (Aiuto alla Crescita Economica)[5] che consente la deduzione dal reddito d’impresa del rendimento figurativo del capitale proprio. Il rendimento è stato fissato al 3% nei primi tre anni di applicazione della normativa (2011-2013), al 4% per il 2014 mentre per il 2015 il rendimento è passato al 4,5%[6]. Nell’anno di imposta 2015 le società di capitali con diritto alla deduzione Ace sono state oltre 302.700 (+8,3% rispetto al 2014) per un ammontare di 18,9 miliardi di euro (+53,7% rispetto al 2014).Il 38,1% delle società (oltre 115.200) ha maturato l’Ace in tutti gli anni d’imposta del quinquennio 2011-2015 passando da una deduzione di 1,4 miliardi di euro nel 2011 a 11 miliardi di euro nel 2015 (con un incremento di 7,9 volte). Si riscontra inoltre che il 15% delle società beneficiarie ha maturato il diritto alla deduzione Ace per la prima volta nel 2015 per un ammontare di 831 milioni di euro. Complessivamente l’ammontare di deduzione non utilizzata nell’anno e riportabile agli anni successivi è pari a oltre 6,8 miliardi di euro (1,8 volte il valore del 2014). Dal 2014 è stata introdotta la possibilità di utilizzare l’eccedenza della deduzione come credito d’imposta ai fini Irap; tale opzione è stata utilizzata da oltre 1.800 soggetti per un ammontare di 238 milioni di euro (con riduzione del 16,7% rispetto al 2014).

La quota maggiore della deduzione proviene dalle società operanti nei settori delle attività finanziarie ed assicurative (37% del totale, pari a 7 miliardi di euro) e delle attività manifatturiere (24% pari a 4,5 miliardi di euro). La quota dei soggetti che ha utilizzano l’ACE è stata crescente all’aumentare della classe di ricavo: 17% per i soggetti tra 0 e 50.000 euro, 74% per i soggetti con ricavi oltre i 50 milioni di euro; quest’ultima classe ha detenuto da sola il 49% dell’ammontare complessivo dell’ACE.

L’analisi territoriale evidenzia che il 48,6% dell’ACE spettante per il 2015 proviene dalle regioni del Nord-Ovest, in particolare dalla Lombardia (38,5% pari a 7,3 miliardi di euro), seguono le regioni centrali con il Lazio che raggiunge il 17,8%.

Analisi della deducibilità degli interessi passivi

Le regole sulla deducibilità degli interessi passivi[7] influiscono sostanzialmente sulla determinazione del reddito imponibile ai fini Ires. In estrema sintesi, sono interamente deducibili gli interessi passivi fino all’ammontare corrispondente a quello degli interessi attivi, mentre gli interessi passivi che eccedono quelli attivi sono deducibili nei limiti del 30% del Reddito Operativo Lordo (ROL). Gli interessi passivi di periodo iscritti in bilancio ammontano a 39,4 miliardi di euro (-12,2% rispetto al 2014), mentre quelli afferenti a periodi precedenti, e riportabili in quanto non dedotti precedentemente, ammontano a 37,9 miliardi di euro (circa +7,1% rispetto al 2014). Analizzando l’impatto della norma per classi di volume d’affari, si rileva che la percentuale degli interessi deducibili raggiunge il 56% nelle società con volume d’affari oltre 25 milioni di euro mentre scende al 14% nella classe da 0 a 200.000 euro.

Conseguentemente la quota di interessi indeducibili (comprensiva di quelli dei periodi precedenti) è pari a circa 46 miliardi di euro, di cui circa 12 miliardi riguardano gli interessi indeducibili di periodo, (pari al 26% degli interessi passivi del periodo), che viene riportata in dichiarazione come variazione in aumento del reddito fiscale.

Si rammenta che una regola che limita la deducibilità degli interessi ad una percentuale del ROL, sul modello di quella vigente in Italia, è stata prevista nel progetto OCSE/G20 “Base Erosion and Profit Shifting”, quale utile strumento per limitare l’evasione e l’elusione fiscale in ambito internazionale[8].

Novità 2015: Patent Box, super-ammortamento e crediti d’imposta

A partire dall’anno d’imposta 2015 il governo ha introdotto importanti agevolazioni fiscali volte ad incentivare gli investimenti delle imprese, anche pmi, in particolare di quelle che favoriscono l’innovazione. Tra le novità figura la cosiddetta Patent Box, ossia la possibilità di optare per un trattamento di favore dei redditi derivanti dall’utilizzo di brevetti industriali, marchi, opere di ingegno, processi e disegni industriali[9]. Dalle dichiarazioni per il 2015 risultano 620 società che hanno utilizzato l’agevolazione per un ammontare di reddito detassato e plusvalenze esenti pari a 320 milioni di euro (di cui circa 17 milioni come plusvalenze esenti). Un’altra novità riguarda la possibilità di dedurre una maggiore percentuale della quota di ammortamento e dei canoni di locazione finanziaria sugli investimenti sui beni materiali strumentali nuovi (c.d. super-ammortamento). Tale novità però impatta solo marginalmente per l’anno d’imposta 2015 in quanto è fruibile a partire dal 15 ottobre 2015. Dalle dichiarazioni risultano oltre 86.400 fruitori dell’agevolazione (circa l’8% del totale società) per un ammontare di 279 milioni di euro.

Nel 2015, inoltre, trova applicazione il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali effettuati nel periodo compreso tra il 25 giugno 2014 e il 30 giugno 2015. Dalle dichiarazioni risultano circa 5.000 soggetti che hanno maturato il credito d’imposta per un ammontare pari a circa 370 milioni di euro.

Infine nel 2015, per il secondo anno, trova applicazione il credito d'imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo (c.d. Art bonus). Dalle dichiarazioni risultano 290 soggetti per un ammontare di credito maturato di 21,6 milioni di euro.

IRAP

I soggetti che per l’anno d’imposta 2015 hanno presentato la dichiarazione Irap[10] sono pari a 4.331.836 (-2,9% rispetto al 2014). La contrazione ha interessato in misura prevalente le persone fisiche (-5,2% rispetto al 2014) in conseguenza all’introduzione del regime forfetario (L. 190/2014)[11], e le società di persone (-3,0% rispetto al 2014).

Una grande novità per l’anno d’imposta 2015 è stata l’introduzione della integrale deduzione del costo del lavoro dipendente a tempo indeterminato, che è risultata di un ammontare pari a 187,2 miliardi di euro[12]. Per questo motivo il totale del valore della produzione dichiarato risulta in forte contrazione rispetto all’anno precedente (-34% rispetto al 2014) e ammonta a 402,7 miliardi di euro. Il decremento del valore della produzione dichiarato riguarda in particolare le società di capitali (-44%) e le persone fisiche (-37%). La base imponibile totale è risultata pari a 445 miliardi di euro (-26,6% rispetto al 2014); se si considera invece la base imponibile dell’attività istituzionale della P.A., costituita dall’ammontare delle retribuzioni corrisposte (pari a 110,1 miliardi di euro), si riscontra un valore pressoché stabile rispetto all’anno precedente (+0,4%).

L’imposta dichiarata per l’anno 2015 è stata pari a 23 miliardi di euro (-22,4% rispetto al 2014), con un valore medio pari a 8.650 euro. La distribuzione territoriale sulla base del luogo in cui è svolta l’attività produttiva ha segnalato che il 52% dell’imposta è prodotta al Nord e il 16% al Sud, in linea con l’andamento dell’anno precedente.

Per quanto riguarda l’anno d’imposta 2015, le deduzioni per lavoro dipendente[13] sono pari a circa 374 miliardi di euro (pari a due volte il valore del 2014) e sono utilizzate per l’87% dalle società di capitali.

LE IMPRESE

Con la pubblicazione dei dati delle Società di Capitali è ora possibile, accedendo al sito internet del Dipartimento delle Finanze, avere una visione statistica completa per l’anno d’imposta 2015 delle 3.698.394 imprese italiane: 1.785.621 ditte individuali, 766.676 Società di persone e 1.146.097 Società di capitali. Sono inoltre ora disponibili anche le statistiche sulle dichiarazioni fiscali degli Enti Non Commerciali.

Tutti i dati statistici e le analisi sono disponibili sul sito www.finanze.gov.it seguendo il percorso “dati e statistiche fiscali/dichiarazioni/2015”.


 

[1] I dati sono stati estratti dal Datawarehouse delle statistiche disponibili sul sito http://www.istat.it.
[2] al netto delle deduzioni di cui all’art. 11 D. Lgs. N. 446/97.
[3] Comprende l’imponibile delle società che liquidano in regime ordinario e quello dichiarato dalle società consolidanti.
[4] Tale percentuale tiene conto anche delle società consolidate e di quelle che liquidano l’imposta in regime di trasparenza fiscale.
[5] L’acronimo ACE è utilizzato in ambito internazionale per individuare l’Allowance for Corporate Equity.
[6] La legge di stabilità 2014 ha fissato il rendimento al 4% per il 2014, al 4,5% per il 2015 ed al 4,75% per il 2016, mentre la legge di bilancio 2017 ha fissato il rendimento al 2,3% per il 2017 e al 2,7% per il 2018. Successivamente il rendimento per il 2017 e 2018 è stato ulteriormente modificato portandolo rispettivamente all’1,6% ed all’1,5%.
[7] Le informazioni sono estratte dal quadro RS e riguardano la normativa ex art. 96 Tuir.
[8] Per approfondimenti si veda: OECD (2015),Limiting Base Erosion Involving Interest Deductions and Other Financial Payments, Action 4 - 2015 Final Report, OECD/G20 Base Erosion and Profit Shifting Project, OECD Publishing, Paris.
[9] La norma prevede la non concorrenza di tali redditi alla formazione del reddito d’impresa nella misura del 30%. L’opzione ha una durata di 5 esercizi ed è irrevocabile.
[10] Si ricorda che dall’anno d’imposta 2008 la dichiarazione Irap viene separata da quella relativa alle imposte sui redditi e presentata, disgiuntamente dal modello Unico, direttamente alla Regione o alla Provincia autonoma di domicilio fiscale del soggetto passivo.
[11] La tassazione agevolata del regime forfetario prevede la determinazione forfetaria del reddito imponibile (attraverso l’applicazione di coefficienti di redditività distinti per codice ATECO 2007) e l’applicazione di un’aliquota pari al 15%. Nel caso di inizio attività, nella versione introdotta dalla Legge di Stabilità 2015, l’aliquota è applicata su una base imponibile ridotta di 1/3 per la durata di tre anni.
[12] Deduzione ora prevista dall’art. 11 comma 4-octies del D.Lgs 446 del 1997.
[13] Sono state considerate le deduzioni riportate nel quadro IS che non deve essere compilato dalle Amministrazioni Pubbliche.

Roma 17/01/2018
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