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La storia del Ministero si caratterizza per le continue divisioni e fusioni che lo hanno riguardato fin dal 1877, quando l’allora dicastero delle Finanze viene smembrato in due parti, l’una ad occuparsi delle imposte, l’altra di contabilità, patrimonio e tesoro, con quest’ ultima che assume la denominazione di Ministero del Tesoro. Nel 1922 Tesoro e Finanze vengono fusi in un’unica struttura, con il passaggio alle dipendenze del Ministero delle Finanze di tutti i servizi e e materie fino ad allora di competenza del Tesoro.

 

Dal Ministero del Bilancio al MEF

Il “sistema della programmazione economica” è istituzionalizzato a livello ministeriale nell’immediato dopoguerra, con la creazione nel 1947 del Ministero del Bilancio, quale Ministero senza portafoglio, sotto la guida di Luigi Einaudi. Successivamente, con la legge n. 48 del 27/2/1967, il Ministero assume la denominazione di Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica, cui è affidata la competenza relativa alla predisposizione degli schemi del programma economico nazionale e di verifica della sua attuazione. La stessa legge, inoltre, istituisce il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE), a cui sono attribuiti i compiti della predisposizione degli indirizzi della politica economica nazionale, della adozione di provvedimenti congiunturali e del coordinamento delle attività delle amministrazioni pubbliche per l’attuazione del programma.
Parallelamente, operano altri importanti Ministeri economici e finanziari: il Ministero del Tesoro, il Ministero delle Finanze, mentre, dal punto di vista settoriale, il Ministero dell’Industria, il Ministero dell’Agricoltura, il Ministero delle Partecipazioni Statali, il Ministero del Commercio Estero e il Ministero del Lavoro svolgono le loro competenze istituzionali.

 

Gli anni '40, '50 e '60

In epoca precedente, il 2 febbraio 1947 si era tornati ad un'unica gestione delle casse statali, con la denominazione di Ministero delle Finanze e del Tesoro. Pochi mesi dopo, nel giugno 1947, vede la luce un autonomo Ministero del Bilancio. Successivamente, con la legge n. 48 del 27 febbraio 1967, assume la denominazione di Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica, a cui viene affidata la predisposizione degli schemi del programma economico nazionale e la verifica della sua attuazione. E’ in quegli anni che si inizia a parlare di “ministeri economici” per indicare gli altri dicasteri operanti nei settori economici e finanziari: il ministero del Tesoro ed il ministero delle Finanze.

 

Gli anni '70 e '90

Dopo l'insuccesso della programmazione economica globale della fine degli anni sessanta e degli inizi degli anni settanta, esauritasi l'era della programmazione economica di settore della metà degli anni settanta, la Legge n. 468 del 5 agosto 1978 affianca alla programmazione economica la programmazione di bilancio. La sovrapposizione degli interventi normativi dal 1967 fino alla prima metà degli anni '90 non contribuisce a chiarire il ruolo del Ministero, prevedendo competenze sempre più ampie e complesse. Alla fine degli anni novanta, a fronte dei nuovi scenari politici e sociali che caratterizzano l’ultima parte del decennio (il passaggio dalla Prima alla cosiddetta Seconda Repubblica), nasce l’esigenza di integrare la programmazione economica con quella di bilancio e di adeguare il Paese alla nuova realtà europea. Diventa così necessario istituire un unico centro responsabile della politica economica.

La legge n. 94 del 3 aprile 1997, oltre a modificare le vigenti procedure di bilancio dello Stato, prevede l'accorpamento del Ministero del Tesoro con quello del Bilancio e della Programmazione Economica e la parallela razionalizzazione delle strutture esistenti. Il nuovo Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica viene riorganizzato su un modello di tipo dipartimentale. Vengono, inoltre, rafforzate le strutture di studio e ricerca economica e finanziaria, di analisi della fattibilità economico-finanziaria delle innovazioni normative riguardanti i vari settori dell'intervento pubblico. L'obiettivo del superamento di una fase economica caratterizzata da modesti tassi di crescita e le esigenze di risanamento dei conti pubblici impongono, infatti, anche operazioni di ingegneria istituzionale tese a realizzare un più efficiente utilizzo delle risorse umane, tecnologiche e finanziarie disponibili nei due Ministeri e a predisporre gli strumenti in grado di realizzare le politiche di sviluppo. La fusione delle strutture risulta efficace, non solo ai fini del conseguimento dei parametri di Maastricht e degli obiettivi di finanza pubblica, ma anche per assicurare l'integrazione tra le differenti missioni affidate: sviluppo economico, abbattimento della disoccupazione, riequilibrio territoriale, capacità concorrenziale ed efficace gestione della finanza pubblica e del debito pubblico.

 

Gli anni 2000

Il Ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef) come lo conosciamo oggi nasce dalla soppressione e fusione dei ministeri esistenti: viene istituito dal D.Lgs. 300/1999 emanato su delega della Legge Bassanini (L. 59/1997). Al Mef vengono trasferite le funzioni dei Ministeri del Tesoro, del Bilancio e programmazione economica e delle Finanze, ad eccezione di quelle attribuite alle regioni, agli enti locali e alle autonomie funzionali. Alle strutture dipartimentali già esistenti – il Dipartimento del Tesoro (DT) e la Ragioneria Generale dello Stato (RGS) – ne sono affiancate altre due: il Dipartimento dell'Amministrazione Generale, del Personale e dei Servizi (DAG) e il Dipartimento delle Finanze (DF). Le funzioni operative dell'amministrazione finanziaria vengono attribuite alle Agenzie Fiscali.

 

Gli anni recenti

Nel 2023 è stata realizzata una riorganizzazione della struttura organizzativa del Ministero. In particolare, con DPCM n. 125 del 26 luglio 2023, viene istituito il nuovo Dipartimento dell’Economia e con il D.L 44/2023 (conv. In L. 74/2023) viene prevista la costituzione del Dipartimento della Giustizia Tributaria.

 

I ministeri prima del MEF

Ministero del Tesoro

Il Ministero del Tesoro venne istituito con R.D. n. 4219 del 26/12/1877. Ad esso furono attribuite le competenze del Ministero delle Finanze in materia di formazione di bilanci preventivi ed esercizio di bilancio, rendiconti dell’Amministrazione dello stato, contabilità generale, servizio del Tesoro e amministrazione del debito pubblico. Entrambi i Ministeri venivano diretti da un unico Ministro. Solo nel 1889 venne istituita la figura del Ministro del Tesoro. Con R.D. n. 1700 del 31/12/1922, il Ministero del Tesoro venne soppresso e le sue attribuzioni furono trasferite al Ministero delle Finanze.
Ricostituito nel 1944, il Ministero venne nuovamente soppresso nel 1947, per poi essere definitivamente ricostituito, sempre nello stesso anno, con il Decreto del Capo Provvisorio dello Stato n. 406 del 4/6/1947.
Il nuovo assetto prevedeva l’articolazione in una serie di direzioni generali: Affari Generali e del Personale, Tesoro, Debito Pubblico, Cassa Depositi e Prestiti, Istituti di Previdenza, Pensioni di Guerra, Danni di Guerra, Ragioneria Generale dello Stato e Provveditorato Generale dello Stato. Si aggiunse poi la Direzione Generale dei Servizi Speciali e del Contenzioso. Nel 1985 venne creata la Direzione Generale dei Servizi Periferici del Tesoro.
Nel 1993 la Direzione Generale degli Istituti di previdenza venne sciolta con decreto legge e le sue funzioni demandate all’Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica (INPDAP). La Direzione Generale del Tesoro fino agli inizi degli anni Novanta era articolata in 24 Divisioni, con il Direttore Generale al vertice della struttura.

Ministero delle Finanze

Nel 1860 il Ministero delle Finanze era organizzato in quattro Direzioni Generali: Demanio e Tasse, Tesoro, Gabelle, Contribuzioni dirette, cui si aggiunse, in posizione autonoma, la Direzione Generale del Debito pubblico.
Nel corso degli anni il Ministero delle Finanze fu più volte accorpato col Ministero del Tesoro e poi nuovamente ridefinito attraverso la creazione di nuove Direzioni Generali e l’istituzione degli ispettori di finanza, di un ufficio per i trattati e la legislazione doganale, di un ordinamento autonomo della Guardia di Finanza. Nel 1928 venne istituita l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato. Nel 1947, dopo la definitiva ricostituzione del Ministero del Tesoro, il Ministero delle Finanze presentava il seguente assetto: Ufficio coordinamento tributario, legislazione studi e stampe; Ispettorato generale pensioni e servizi connessi; Ispettorato Generale lotto e lotterie; Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato.
Nel 1956, con l’istituzione del Ministero delle Partecipazioni Statali, il Ministero delle Finanze perse le competenze relative alle partecipazioni e alle aziende patrimoniali di Stato. Negli anni più recenti il Ministero delle Finanze, data anche l’ampia articolazione a livello periferico, è stato oggetto di numerose riforme. In particolare, con la legge n. 358 del 29/10/1991, è stata effettuata una ristrutturazione del Ministero con la parallela creazione delle seguenti Direzioni Generali: Affari Generali e Personale, Imposte Dirette, Dogane, Imposte Indirette, Demanio, Finanza Straordinaria, Servizi della Finanza Locale, Catasto e Servizi tecnici erariali, Tasse e Imposte Indirette sugli affari. Nel 1993 è stata istituita la Direzione Centrale per l’analisi merceologica e il laboratorio chimico (legge n. 427 del 29/10/1993). Con il Decreto Legislativo n. 300 del 30/7/1999 è stato istituito il Dipartimento delle Politiche Fiscali, all’interno del Ministero dell’Economia e Finanze, e quattro Agenzie Fiscali: Demanio, Dogane, Entrate e Territorio.

Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica

Con Decreto del Capo Provvisorio dello Stato n. 407 del 4/6/1947, venne istituito il Ministero del Bilancio, con il compito di “dare il preventivo consenso alle proposte di provvedimenti legislativi di approvazione dei bilanci preventivi e dei rendiconti consuntivi”. Con la legge n. 48 del 27/2/1967, il Ministero assunse la denominazione di Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica: si stabilì la collaborazione con il Ministero del Tesoro in materia di bilancio e furono indicate le competenze in materia di programmazione economica. Il Ministro partecipava ai comitati di ministri con competenze economiche e faceva parte del Consiglio Supremo di Difesa.
Il Ministero venne così organizzato: Segreteria Generale della Programmazione Economica, Direzione Generale per l’Attuazione della Programmazione Economica e Direzione Generale per gli Affari Generali, due Commissioni Consultive e il Consiglio Tecnico-Scientifico per la Programmazione Economica. Quest’ultimo, composto da professori di ruolo universitario e eminenti personalità della scienza e della tecnica, forniva pareri al Ministro su aspetti peculiari della politica economica. Inoltre, il Ministero si avvaleva del supporto di due Istituti autonomi: l’ISPE per gli studi di medio termine e l’ISCO per l’analisi della congiuntura.
Con il D.P.R. n. 505 del 30/6/1972 il Ministero fu così riorganizzato:

  1. Segreteria generale per la programmazione economica, che effettuava studi ed analisi, seguiva i problemi relativi all’evoluzione congiunturale e i conseguenti indirizzi di politica economica; essa era articolata in 14 divisioni;
  2. Direzione Generale per l’attuazione della programmazione economica, che provvedeva ai servizi di segreteria del CIPE, studiava le iniziative da promuovere necessarie per l’attuazione e la verifica degli interventi di settore; essa era articolata in 11 divisioni.
 

I Ministri dell’Economia dall’Unità d’Italia ad oggi

 I Ministri dell’Economia dall’Unità d’Italia ad oggi (PDF, 30 MB)

 

Il palazzo delle Finanze

Foto dell'edificio che ospita il MEFL’edificio che ospita il MEF, in via XX Settembre a Roma, vide la luce nel 1876 dopo solo cinque anni di lavori. Fu voluto dal Ministro Quintino Sella per manifestare la solidità e l'efficienza delle istituzioni dello Stato Italiano appena costituito; ne scaturì il più esteso ed imponente complesso immobiliare della capitale dopo il Palazzo del Quirinale, con un perimetro di circa un chilometro. L’edificio divenne la sede di lavoro per oltre 2000 dipedenti del ministero delle Finanze del Regno d'Italia, della Corte dei Conti e delle direzioni generali del Tesoro, del Demanio, del Debito Pubblico e della Cassa depositi e prestiti. A realizzare l’opera fu l'ingegnere Raffaele Canevari con l'aiuto di artisti di spicco e di diverse formazioni culturali. Francesco Pieroni realizzò il quadriportico di stile rinascimentale nel cortile principale, al centro del quale è situata la fontana di forma allungata con due lati rettilinei e due semicircolari. Ad Ercole Rosa e Pietro Costa fu affidata la realizzazione dei due frontoni di via XX settembre e di via Cernaia, le cui decorazioni allegoriche sottolineano le funzioni e i ruoli istituzionali del Ministero. La struttura architettonica originaria del Palazzo è rimasta inalterata, malgrado i numerosi interventi necessari per adeguare le strutture e le dotazioni al progresso tecnologico e consentire all'amministrazione di continuare a svolgere con efficienza i suoi compiti al servizio della cittadinanza.

 

La Sala Ciampi (già “Sala della Maggioranza”)

Foto della Sala CiampiRappresenta il cuore del Palazzo. E’ qui che si sono svolti i primi Consigli dei Ministri dal trasferimento della capitale a Roma dopo l'Unità d'Italia. Il progetto di decorazione fu affidato a Cesare Mariani, vincitore del concorso bandito dal Ministero dei Lavori Pubblici. La composizione della sala è incentrata sul concetto di nazione, per celebrare in chiave allegorica l'unificazione dell'Italia. Quattro gruppi di figure, che rappresentano la Famiglia Savoia, i Condottieri, i Politici-Legislatori e i Poeti-Filosofi, si affacciano da logge collegate da una balaustra che circonda la volta. Al centro della volta è rappresentata l'allegoria dell'Italia. Nella sala è conservato il lampadario originale in ferro battuto e decorazioni dorate disegnato dal Pieroni. Dopo la scomparsa dell’ex Ministro del Tesoro e Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, il ministro Pier Carlo Padoan ha voluto dedicargli la sala principale del Ministero, in cui è stato anche collocato un suo busto. Il 14 novembre 2016, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si è svolta la cerimonia di intitolazione.

 

La Sala del Parlamentino

Foto della Sala del ParlamentinoIn origine era la sala delle udienze pubbliche della Corte dei Conti. Progettata da Domenico Bruschi e Cecrope Barilli, la sala occupa in altezza lo spazio di due piani. Il soffitto è a cassettoni in legno decorato con motivi floreali. L'arredo, disegnato da Canevari, consiste in pedane rialzate posizionate su tre lati, con parapetti lignei dietro i quali sono dislocati i seggi.

 

La scrivania del Ministro

Foto della scrivania del MinistroNello studio del Ministro è conservata la Scrivania realizzata dai celebri maestri d'ascia biellesi e donata a Quintino Sella alla fine del suo terzo mandato di Ministro delle Finanze. La Scrivania è stata utilizzata da tutti i successivi ministri delle Finanze, poi del Tesoro fino all'attuale Ministro dell'Economia.

 
 

Visite guidate – patrimonio storico artistico del Palazzo delle finanze

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, su richiesta, apre al pubblico le porte del Palazzo delle finanze di via XX Settembre 97.

Grazie al percorso guidato, i visitatori possono accedere agli ambienti e alle sale più rappresentative del Ministero, quali la Sala Ciampi, la Sala del Parlamentino, la Sala Azzurra, la Biblioteca Storica, il Cortile Centrale, lo Scalone d’onore del Ministro e la Sala dei Bronzi.

Prenotazione e modalità di svolgimento delle visite

Per effettuare la visita guidata è necessario prenotarsi contattando la Direzione della Comunicazione Istituzionale all’indirizzo dci.dag@mef.gov.it, con l’indicazione della data e dell’orario richiesti, nonché di un recapito cui l’Amministrazione può rivolgersi per definire gli aspetti organizzativi.

Possono richiedere la visita:

  • istituti scolastici di ogni ordine e grado;
  • gruppi di cittadini;
  • Istituzioni pubbliche italiane e internazionali ed enti del Terzo settore.

Le visite guidate sono autorizzate e confermate, in base alla disponibilità delle sale e agli impegni istituzionali dell’Amministrazione, non prima di 10 giorni dalla data della richiesta.
In caso di sopraggiunte esigenze istituzionali, la visita guidata, già confermata, potrà essere annullata e nuovamente concordata per altro orario o data.

Numero massimo dei partecipanti: 20
Durata media della visita guidata: 1 h

La visita guidata è gratuita.

 

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