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- COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO

Comunicato Stampa N° 133 del 01/10/2012

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
e Ministero dell’Economia e delle Finanze

 

Con riferimento all’articolo “La mina statale sui conti INPS: la cassa degli statali manda in rosso l’Inps”, pubblicato sul Corriere della Sera del 1 ottobre 2012, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e quello dell’Economia e delle Finanze, precisano quanto segue.
Nell’articolo si richiama l’attenzione sugli effetti dell’accorpamento di INPDAP ed ENPALS nell’INPS disposto dal decreto-legge n. 201 del 2011, sostenendo che tale operazione avrebbe determinato effetti di deterioramento del bilancio dell’INPS, tali da comportare «un problema di sostenibilità dell'intero sistema pensionistico». L'affermazione è del tutto infondata e dà luogo a letture distorsive e a possibili strumentalizzazioni.
Al riguardo, nel rilevare che si tratta di questione già richiamata nello scorso mese di luglio dalla stampa, in coincidenza con l’approvazione della prima nota di variazione al bilancio INPS 2012, si fa presente che gli effetti negativi sul bilancio dell’INPS cui fa riferimento l'articolo riguardano una rappresentazione meramente contabile e come tale ampiamente prevista al momento dell’entrata in vigore del decreto-legge n. 201 del 2011, per effetto dell’incorporazione.
In proposito, occorre evidenziare che l’operazione di accorpamento ha determinato, nel suo insieme, i seguenti effetti:
a) L’INPS, pur mantenendo la stessa denominazione, diviene nella sostanza l’ente previdenziale della generalità dei lavoratori italiani, acquisendo tre milioni di nuovi assicurati;
b) dal punto di vista meramente contabile, il nuovo ente risultante dall’accorpamento nell’INPS di INPDAP e ENPALS assorbe il disavanzo INPDAP;
c) nel nuovo INPS, dopo l’accorpamento, confluiscono tutti i trasferimenti a differente titolo dal bilancio dello Stato all’INPDAP;
d) dal punto di vista della finanza pubblica, l’accorpamento non determina alcun effetto negativo, in quanto interviene sulla regolazione dei trasferimenti tra enti della pubblica amministrazione, con effetti di neutralità sulle singole voci (contributi/prestazioni previdenziali) del conto economico consolidato della amministrazioni pubbliche non venendo modificate le norme sostanziali che le regolano.
Per quanto concerne poi l’affermazione – riportata in virgolettato dal Corriere della Sera, ma che in realtà non risulterebbe presente in alcun documento ufficiale dell’INPS – secondo cui le amministrazioni dello Stato hanno versato «solo la quota della contribuzione a carico del lavoratore (8,75%, ndr ) e non la quota a loro carico» pari al 24,2%, si fa presente che la stessa risulta, per quanto dato di conoscere, del tutto infondata, e che conseguentemente risulterebbero prive di fondamento le affermazioni in merito agli effetti sul conto economico e sul conto patrimoniale dell’INPS determinati da tale presunta inadempienza.
In definitiva, l’operazione di accorpamento non comporta alcun effetto sulla sostenibilità del sistema previdenziale, che resta pienamente confermata, soprattutto per effetto delle modifiche ai diversi regimi pensionistici conseguenti alle riforme degli ultimi anni. L’operazione comporta invece sicuri effetti positivi per la finanza pubblica, realizzando una notevole riduzione, crescente nel tempo, delle spese di funzionamento, attraverso l’eliminazione di duplicazioni e sovrapposizioni negli apparati, nella logistica, nelle dotazioni strumentali, ecc., in piena rispondenza all’azione del Governo in materia di spending review. Inoltre, l’aver creato un unico referente per l’intero settore in concomitanza con i percorsi di convergenza dei diversi regimi pensionistici risponde a una logica di miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione amministrativa, funzionale a garantire più elevati e omogenei livelli di servizio a tutti gli utenti.
 

01/10/2012