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- Nuovo numero della newsletter "TesoroNews"

Comunicato Stampa del 29/01/2001

Roma, 29 gennaio 2001

Nuovo numero della newsletter "TesoroNews"

La Ragioneria Generale dello Stato (RGS) ha elaborato un documento contenente le previsioni a medio-lungo termine del sistema pensionistico italiano elaborate nel mese di maggio 2000 con il modello aggiornato al 2000. I contenuti dell'analisi vengono anticipati in un articolo che verrà pubblicato sul prossimo numero della newsletter del Ministero del Tesoro "Tesoro news".

"Il documento - si legge nell'articolo - illustra e mette a confronto le proiezioni basate sugli scenari demoeconomici 'nazionali' già incluse in un'apposita box del DPEF 2001-2004 nonché quelle elaborate, più o meno nello stesso periodo, nell'ambito del progetto di ricerca sugli effetti dell'invecchiamento demografico promosso dal Comitato di Politica Economica dell'Ecofin (EPC-WGA), i cui risultati sono stati pubblicati nel mese di novembre".

"Fra le previsioni 'nazionali' - prosegue la newsletter - quella basata sullo scenario di medio-lungo periodo della RGS conferma le ipotesi demografiche dello scenario centrale Istat ed un quadro macroeconomico sostanzialmente in linea con le ipotesi adottate nella precedente elaborazione del 1999. In particolare, la dinamica endogena del PIL risulta confermata poco al di sotto dell'1,5% medio annuo nell'intero periodo di previsione mentre, per il periodo 2001-2004, essa è stata assunta pari al 2% annuo in linea con l'andamento medio degli ultimi 20 anni. La ragione che ha spinto ad utilizzare una dinamica del PIL inferiore a quella indicata nel DPEF 2001-2004 risponde alla necessità di adottare ipotesi di scenario che colgano gli andamenti strutturali delle variabili macroeconomiche in tutto il periodo di previsione".

"Sulla base del suddetto scenario, l'evoluzione del rapporto fra la spesa pensionistica pubblica (comprensiva delle pensioni sociali) ed il PIL presenta una crescita rapida nel primo terzo del periodo di previsione durante il quale si registra un incremento di 1,3 punti percentuali di PIL passando dal 14,1% del 1998 al 15,4% del 2015. La crescita del rapporto prosegue con una dinamica molto meno accentuata fra il 2016 ed il 2031 dove raggiunge il suo valore massimo di 15,9% (circa 1,7% in più rispetto ai livelli iniziali). Nell'ultima parte del periodo di previsione, la curva presenta una rapida decrescita che porta il valore del rapporto al 13,3% nel 2050".

"L'andamento del rapporto fra spesa pensionistica e PIL sopra descritto - scrive ancora Tesoro news - è stato posto a confronto con il risultato di una previsione alternativa che sconta, per il breve periodo, gli effetti degli andamenti programmatici della produttività e delle variabili del mercato del lavoro assunti nel DPEF 2001-2004 (il tasso di crescita del PIL reale risulta in media del 3,1% nel quadriennio). Dal confronto emerge che l'adozione delle indicazioni macroeconomiche contenute nel DPEF produce un forte e rapido miglioramento del rapporto fra spesa pensionistica e PIL nel periodo 2001-2004 il quale passa dal 14,2% circa del 2000 al 13,8% del 2004. Nel periodo successivo, si registra, invece, una accelerazione della crescita del rapporto che raggiunge, nel punto di massimo, un livello di circa 0,5 punti percentuali in meno rispetto al valore della previsione basata sullo scenario di medio-lungo periodo della RGS. Tale differenza scende a 0,2 punti percentuali nel 2050".

"Oltre alle previsioni basate sugli scenari 'nazionali', il documento illustra le previsioni del sistema pensionistico italiano ottenute sulla base degli scenari demografici e macroeconomici definiti nell'ambito del EPC-WGA. Tali previsioni sono state ugualmente elaborate con il modello della RGS aggiornato al 2000 e, quindi, differiscono da quelle descritte in precedenza solo per le ipotesi di scenario. In particolare, nell'ambito del gruppo di lavoro dell'EPC-WGA sono stati definiti due distinti scenari: il primo, sinteticamente etichettato come 'scenario base' (o 'a politiche invariate'), assume le ipotesi ritenute più probabili in assenza di modifiche normative; il secondo, indicato come 'scenario di Lisbona' (o, 'a politiche variate'), sconta ipotesi più 'ottimistiche' per quanto attiene al mercato del lavoro recependo, ed estrapolando anche oltre il 2010, le indicazioni che emergono dalle conclusioni del Consiglio di Lisbona. Per quanto riguarda gli scenari demografici, l'EPC-WGA si è avvalso della collaborazione dell'Eurostat che ha appositamente prodotto previsioni della popolazione specifiche per ciascun paese sulla base di criteri metodologici comuni".

"La previsione ottenuta con lo scenario base dell'EPC-WGA mostra un rapporto fra spesa pensionistica e PIL pressoché costante durante la prima decade del periodo di previsione per, poi, crescere rapidamente nei 20 anni successivi con un incremento complessivo di circa 1,7 punti percentuali. Dopo una permanenza di alcuni anni sui livelli massimi, il rapporto inizia a scendere, prima lentamente e poi più rapidamente, portandosi al 13,9% nel 2050, appena al di sotto del livello iniziale".

"Il confronto con la previsione 'nazionale' basata sullo scenario di medio-lungo periodo della RGS mette in luce un andamento del rapporto spesa/PIL abbastanza simile: sotto entrambe le ipotesi di scenario il picco è raggiunto tra il 2030 e il 2035 ed assume grossomodo lo stesso valore; tuttavia la curva relativa allo scenario base dell'EPC-WGA presenta valori più bassi nella prima parte del periodo di previsione e più elevati nella seconda parte. Poiché la dinamica media del PIL è pressoché la stessa nelle due previsioni, le differenze sono da attribuire al profilo temporale della crescita economica e, in particolare, al fatto che lo scenario base dell'EPC-WGA assume una crescita economica più elevata fino al 2020 e più contenuta successivamente. A ciò si deve aggiungere che i più alti tassi di crescita del PIL nei primi 20 anni (dovuti ad un maggior numero di occupati e ad una più elevata dinamica della produttività) si traducono in una spesa pensionistica più elevata alla fine del periodo di previsione per effetto di un maggior numero di pensionati ed importi di pensione più elevati".

"Nell'ambito degli scenari dell'EPC-WGA, lo scenario 'di Lisbona' sconta un tasso di crescita del PIL solo leggermente superiore a quello dello scenario base. Tuttavia, la scomposizione in termini di dinamica della produttività e dinamica occupazionale presenta grosse differenze. Mentre la prima componente risulta molto più bassa nello scenario 'di Lisbona' rispetto allo scenario base EPC-WGA, l'opposto si verifica per la seconda componente con una deviazione media annua di oltre lo 0,5%. Vale rilevare che l'elevato incremento del tasso di occupazione assunto nello scenario 'di Lisbona' (circa 25 punti percentuali nell'intero periodo di previsione) ha richiesto, fra l'altro, la sostanziale equiparazione dei tassi di partecipazione femminili a quelli maschili nonché un aumento dell'età media al pensionamento di circa 3 anni".

"Lo scenario 'di Lisbona' - conclude il giornale - fa sì che il rapporto fra spesa pensionistica e PIL si collochi significativamente al di sotto dello scenario base durante tutto il periodo di previsione ad eccezione degli ultimi anni in cui le due curve tendono a sovrapporsi. La differenza massima ammonta ad 1,6 punti percentuali e si realizza nel periodo 2034-2036. La ragione del contenimento del rapporto deve essere rinvenuta nel più elevato tasso di crescita del PIL, durante la prima parte del periodo di previsione, e nell'aumento dell'età media di accesso al pensionamento nella seconda parte. In particolare, quest'ultimo fattore produce, oltre all'effetto espansivo sul tasso di crescita del PIL, un abbattimento del numero delle pensioni solo gradualmente compensato dalla crescita della pensione media".

29/01/2001