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- In rete il nuovo numero della newsletter il Tesoro news

Comunicato Stampa del 10/04/2001

Sarà disponibile domani sul sito del Ministero del Tesoro, del Bilancio e della P.E., www.tesoro.it, il numero 5 del 2001 di il Tesoro news, il quindicinale del dicastero di via XX Settembre.

Questo il sommario dei servizi pubblicati:

  • Inflazione a confronto ma occhio all'indice
  • Il Mezzogiorno accelera. In crescita occupati e imprese
  • Una delibera spinge la ristrutturazione del settore idrico
  • Acquisti on line, aumentano le offerte, volano le adesioni
  • Le esportazioni corrono fuori dall'Europa
  • Piazze finanziarie verso l'integrazione sulla linea Lamfalussy
  • E' nato il nuovo sito del Tesoro: successo immediato

Di seguito anticipiamo la nota relativa all'inflazione

"Per confrontare in modo corretto l'andamento dell'inflazione in Italia con quello degli altri paesi industriali, in particolare quelli dell'area dell'euro, è necessario prendere due precauzioni.

Innanzitutto, il confronto deve essere fatto sulla base di indici calcolati in modo simile, soprattutto per quel che riguarda il paniere di beni di riferimento. L'Eurostat pubblica, in collaborazione con gli istituti di statistica nazionali dei paesi europei, un indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), costruito appositamente per consentire comparazioni internazionali. In Italia vengono pubblicati dall'Istat anche altri indici: l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e l'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI). Questi ultimi due indici utilizzano concetti diversi di prezzo (prezzo di vendita, mentre l'IPCA considera il prezzo effettivamente pagato dal consumatore), un differente sistema di ponderazione e un diverso paniere di prodotti.

Nella media del 2000 il tasso di inflazione italiano, misurato con l'indice IPCA, è stato pari al 2,6 per cento; l'indice FOI segnala un tasso di inflazione del 2,7 per cento e quello NIC del 2,5. Nel Gennaio 2001, il tasso di inflazione tendenziale è stato del 2,7 per cento, secondo l'indice IPCA, contro il 3,1 dell'indice FOI e dell'indice NIC.

Per l'insieme dell'area dell'euro esiste solo l'indice IPCA (HICP nella nomenclatura inglese). Nel 2000 il tasso di inflazione medio dell'area dell'euro è stato pari al 2,3 per cento. Il paese con il più alto tasso di inflazione è stato l'Irlanda, con il 5,3 per cento, seguito dal Lussemburgo, con il 3,8, e dalla Spagna con il 3,5; il paese con l'inflazione più bassa è stato la Francia, con l'1,8 per cento. Il differenziale tra l'inflazione italiana e quella media dell'area dell'euro è stato pari a 0,3 punti percentuali contro lo 0,6 nel 1999. Il divario è rimasto immutato nei primi mesi del 2001.

Il secondo aspetto di cui bisogna tener conto nel confrontare il tasso d'inflazione è il diverso livello di partenza dei prezzi nei vari paesi. Nei paesi più avanzati, con un più alto livello di produttività nel settore dei beni commerciabili, i prezzi dei beni non commerciabili sono relativamente più alti. In un'area monetaria integrata, in cui i livelli di vita e di prezzo tendono a convergere, è normale osservare un tasso d'inflazione più elevato nei paesi ove il livello dei prezzi è più basso, e viceversa. Questa differenza è per certi versi "inevitabile" e deve essere considerata fisiologica. Questo fenomeno è noto nella letteratura come effetto Balassa-Samuelson, dal nome degli autori che per primi hanno studiato questo aspetto. Secondo un recente studio della Banca Centrale Europea, questo fattore spiega gran parte della dispersione tra i tassi inflazione all'interno dell'area dell'euro.

Differenze simili sono osservate peraltro anche all'interno degli Stati Uniti, tra le regioni italiane o tra i Länder tedeschi. Nei primi anni Ottanta, ad esempio, si sono verificati negli Stati Uniti differenziali di inflazione di oltre 7 punti percentuali tra alcuni Stati, mentre negli anni più recenti le divergenze si sono attestate attorno a 2 punti, lo stesso ordine di grandezza del differenziale tra alcune regioni italiane.

Studi recenti (Sinn e Reutter, The minimum inflation rate for Euroland, NBER, 2001) hanno stimato il livello di inflazione che si può considerare "inevitabile", espresso in termini di differenziale rispetto alla media dell'area dell'euro, e dunque non dannoso per il processo di convergenza, per la competitività o la crescita (cfr. Tabella). Per quel che riguarda l'Italia, le stime indicano come "inevitabile" e dunque pienamente giustificabile un differenziale di inflazione di 0,6 punti percentuali nei confronti della media dell'area dell'euro (per la Spagna il differenziale è pari a 0,6, per la Francia 0,4 e per la Germania -0,9). Al netto della componente "inevitabile", il tasso di inflazione registrato dall'Italia nel 2000 risulta pari a 2,0 per cento, inferiore alla media dell'area. Queste stime vengono confermate da un recente studio della BCE, che valuta il livello di prezzo italiano inferiore del 15 per cento rispetto a quello tedesco. Questi studi suggeriscono dunque che il differenziale registrato nel 2000 tra il tasso di inflazione italiano e quello medio dell'area dell'euro sia in linea con il processo di convergenza in atto tra i livelli dei prezzi all'interno dell'area dell'euro".

Tabella: Tasso di inflazione di alcuni paesi europei
  1999 2000 Gennaio 2001
  Corrente Corretta* Corrente Corretta* Corrente Corretta*
Finlandia 1.3 -0.5 3.0 1.2 2.9 1.1
Francia 0.6 0.2 1.8 1.4 1.4 1.0
Germania 0.6 1.5 2.1 3.0 2.2 3.1
Irlanda 2.5 1.1 5.3 3.9 3.9 2.5
Italia 1.7 1.1 2.6 2.0 2.7 2.1
Paesi Bassi 2.0 1.5 2.3 1.8 4.5p 4.0p
Spagna 2.2 1.6 3.5 2.9 3.8 3.2
Area Euro 1.1 1.1 2.3 2.3 2.4p 2.4

Fonte: Eurostat p = preliminare

* Corretta per la variazione "inevitabile" del livello dei prezzi (effetto Balassa Samuelson). Fonte: Sinn e Reutter (2001)

 
10/04/2001