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- Dichiarazione del ministro del Tesoro del Bilancio e della Programmazione Economica

Comunicato Stampa del 26/01/2001

Roma, 26 gennaio 2001

Dichiarazione del ministro del Tesoro del Bilancio e della Programmazione Economica
Vincenzo Visco

A proposito delle notizie sull'andamento dell'inflazione nel mese di gennaio, il ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica Vincenzo Visco ha rilasciato la seguente dichiarazione:

"Nel modo in cui è stato accolto e commentato il dato provvisorio sull'inflazione di gennaio emerge un eccesso di sorpresa e di allarme. E' infatti ben noto che, dopo i non previsti rincari dei prezzi petroliferi e dopo la svalutazione dell'euro rispetto al dollaro, le previsioni di crescita dell'inflazione in tutta Europa formulate l'anno scorso avrebbero dovuto subire correzioni al rialzo. Correzioni che, in ogni modo, riguarderanno tassi di crescita estremamente contenuti e del tutto coerenti con l'inflazione della zona euro.

Inoltre va chiarito che il dato di gennaio non è indicativo di andamenti destinati a protrarsi nei prossimi mesi. Il balzo dello 0,4% rispetto al mese di dicembre, infatti, è per circa metà coerente con le previsioni, e per l'altra metà risente di un "effetto scalino", esaurito il quale l'andamento dell'inflazione rientrerà nei binari previsti. In questo aumento, infatti, incide, sia pure in misura contenuta, il rincaro di alcuni generi alimentari provocato sostanzialmente dalla crisi della cosiddetta "mucca pazza" e incidono, in misura più apprezzabile, gli scatti di alcune tariffe e prezzi controllati, primo fra tutti il rincaro dei concorsi a pronostico introdotto nell'ultima legge finanziaria. Secondo le analisi effettuate dai tecnici, l'effetto degli aumenti tariffari è stimabile nello 0,06%, quello degli altri prezzi controllati nello 0,16% di cui lo 0,11 è relativo ai concorsi a pronostico per i quali l'ultima legge Finanziaria ha introdotto aumenti del 12%.

D'altra parte i rincari tariffari, se da un lato contribuiscono allo scalino inflattivo di questo mese, dall'altro sembrano destinati ad avere un effetto di calmiere sull'andamento dell'inflazione in corso d'anno, come del resto, è già avvenuto in passato: si tratta, infatti, di rincari che, ad eccezione del gas (governato dall'autorità di settore e influenzato direttamente dai prezzi petroliferi) e delle tariffe ferroviarie, risultano tutti al di sotto del tasso di inflazione.

Da tutto ciò dobbiamo trarre alcune indicazioni.

Prima di tutto dobbiamo ripetere con chiarezza che non c'è alcun motivo di allarme. In secondo luogo dobbiamo valutare, per il futuro, l'opportunità di scaglionare nel tempo gli aumenti delle tariffe e dei prezzi controllati in modo da diluirne l'effetto inflazionistico una tantum. In terzo luogo dobbiamo trarre, da questi dati, motivo di conferma nella determinazione di accelerare tutti i processi di liberalizzazione per evitare che i limiti alla concorrenza, tuttora esistenti soprattutto nel settore dei servizi, impediscano quei ribassi che invece, laddove la concorrenza è stata aperta (ad esempio la telefonia), si sono puntualmente verificati.

Infine, è opportuno sottolineare che i giudizi, da taluno espressi, su un presunto effetto inflazionistico prodotto dai tagli alle tasse e dal conseguente incremento della disponibilità delle famiglie e, quindi, dei loro consumi, si può dire soltanto che si tratta di giudizi che non trovano nessun riscontro nei dati disponibili.

In conclusione, sul possibile andamento dell'inflazione nel corso del 2001 – salvo nuove impennate, peraltro del tutto inattese e non prevedibili, dei prezzi petroliferi – è possibile condividere le valutazioni formulate dall'Isae".

26/01/2001