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- AGGIORNAMENTO RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA

Comunicato Stampa del 05/04/2001

Roma, 5 aprile 2001

AGGIORNAMENTO RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA

Il Ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica ha inviato oggi al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e ai Presidenti di Camera e Senato la Relazione sull'andamento dell'economia nel 2000 e l'aggiornamento delle previsioni per il 2001 (aggiornamento della Rpp).

Qui di seguito viene riportata una sintesi dei contenuti del documento.

"Il consuntivo del 2000

L'Istituto nazionale di statistica ha rilevato nello scorso anno un aumento medio del PIL pari al 2,9 per cento, lievemente superiore a quello previsto nella Relazione Previsionale e Programmatica pubblicata nel mese di settembre.

La crescita del PIL registrata nel 2000 è sostanzialmente in linea con quelli dei principali paesi dell'area dell'euro e consente di ridurre il differenziale negativo con l'Europa che passa così dallo 0,9 per cento nel 1998-99 allo 0,5 nel 2000. In termini pro-capite, il differenziale di crescita con l'area Euro si riduce dallo 0,7 nel 1998-99 allo 0,3 nel 2000.

Lo sviluppo è stato trainato sia dalla domanda interna che da quella estera netta.

Il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro e la riduzione della pressione fiscale hanno stimolato i consumi delle famiglie; le prospettive favorevoli dell'economia e il sostegno degli incentivi varati dal Governo hanno determinato un significativo aumento degli investimenti. La crescita elevata del commercio internazionale, unita al guadagno di competitività sui mercati internazionali (esterni all'area dell'euro), hanno conferito un forte impulso alle esportazioni.

Alla ripresa produttiva si è accompagnata una accelerazione del processo di creazione di occupazione: l'aumento in termini di unità di lavoro (la misura utilizzata in contabilità nazionale) è stato pari all' 1,5 per cento, il livello massimo raggiunto nel decennio. In termini di posti di lavoro la crescita è stata pari al 1,9 per cento; grazie a questo andamento, ed a fronte di un aumento delle forze di lavoro dello 0,9 per cento, il tasso di disoccupazione medio nel 2000 è sceso al 10,6 per cento.

Le retribuzioni lorde per dipendente sono aumentate del 3,1 per cento, in accelerazione rispetto al 1999, il costo del lavoro, per effetto delle misure volte a ridurre l'incidenza delle aliquote contributive, è aumentato in misura di poco inferiore.

A fronte di tali andamenti, gli elevati impulsi inflazionistici esterni hanno dato luogo ad una accelerazione della crescita dei prezzi al consumo, risultata pari in media d'anno al 2,5 per cento. La dinamica accentuata delle quotazioni internazionali del petrolio, cui si è aggiunto un marcato deprezzamento dell'euro rispetto al dollaro, ha inciso per circa un punto percentuale sui risultati medi dell'anno.

I fenomeni di inflazione importata hanno avuto analoghi riflessi negli altri Paesi Europei: è proseguita pertanto la riduzione del differenziale di crescita dei prezzi italiani. Misurato sui prezzi al consumo armonizzati, il divario si è dimezzato, passando dallo 0,6 per cento del 1999 allo 0,3 del 2000.

Il processo di risanamento strutturale della finanza pubblica ha compiuto nel 2000 un ulteriore passo in avanti: l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche si è ridotto dall'1,8 per cento del 1999 all'1,5 per cento. Il miglioramento registrato risulta ancor più consistente ove si includano i proventi derivanti dall'assegnazione delle licenze UMTS: al lordo di tale posta l'indebitamento scende allo 0,3 per cento del PIL.

Il saldo corrente per il terzo anno consecutivo ha accresciuto il suo attivo fino all'1,8 per cento, confermando la solidità del risanamento finanziario effettuato. Il rapporto debito/PIL è sceso al 110,2 per cento, oltre quattro punti al di sotto del 1999, accentuando il profilo di rientro previsto.

Le previsioni per il 2001

In linea con la mutata intonazione del quadro internazionale, si stima per il 2001 un rallentamento della crescita economica: il PIL dovrebbe aumentare del 2,5 per cento, con una revisione al ribasso di quattro decimi di punto rispetto alla Relazione Previsionale e Programmatica; tale risultato consentirà, comunque una ulteriore riduzione del differenziale di sviluppo con l'Europa.

Il rallentamento è dovuto al venire meno della fase espansiva dell'economia USA che porterà ad una riduzione del tasso di crescita del commercio mondiale. A causa di questo elemento, l'espansione delle esportazioni sarà più modesta rispetto al 2000, mentre la componente interna della domanda continuerà a contribuire in misura rilevante alla crescita del PIL.

I consumi delle famiglie, sostenuti dalla ulteriore crescita del reddito disponibile, legata al permanere degli orientamenti favorevoli del mercato del lavoro e delle politiche di bilancio, sono attesi aumentare a un ritmo di poco inferiore a quello del 2000. Gli investimenti nel complesso, in linea con il mutamento dell'intonazione congiunturale delle esportazioni, rallenteranno di due punti.

L'occupazione aumenterà a tassi superiori all'1 per cento, favorendo la discesa del tasso di disoccupazione al di sotto del 10 per cento.

L'inflazione al consumo, venuti meno gli impulsi inflazionistici di origine esterna, comincerà a rallentare: si valuta, tenuto conto del trascinamento ereditato dal 2000 e dell'andamento dei primi mesi dell'anno in corso, che l'aumento dei prezzi al consumo possa collocarsi intorno al 2,3 per cento in media d'anno, toccando l'1,6 per cento a dicembre.

Dal lato dei conti pubblici, per il 2001 il Governo ritiene di confermare l'obiettivo di una costante riduzione del rapporto deficit/PIL collocandolo all'1 per cento.

L'approfondimento sul Mezzogiorno

La ripresa economica del 2000 si è manifestata con forza anche nel Mezzogiorno. Lo segnala l'andamento positivo dei principali indicatori congiunturali: per esempio, il forte incremento delle esportazioni, pari al 27,3 per cento ((19,3 per cento al netto delle vendite dei prodotti petroliferi raffinati), contro una crescita delle esportazioni del Centro-Nord pari rispettivamente al 15,3 e 15,1 per cento.

L'afflusso turistico ha registrato un incremento del 6 per cento in termini di arrivi e del 7,1 per cento in termini di presenze. Il dinamismo del tessuto imprenditoriale ha registrato tassi di incremento del numero di imprese (più 3,2 per cento) superiori a quelli medi nazionali (più 2,5 per cento). L'accelerazione della crescita si è riflessa all'inizio del 2001 in un notevole aumento dell'occupazione, più alto che nel Centro-Nord (3,7 per cento contro 3 per cento), mentre il tasso di disoccupazione, che nella media del 2000 era sceso al 21 per cento (22 per cento nel 1999), a gennaio 2001, in termini destagionalizzati, risulta pari al 20 per cento.

Sembra quindi in atto un processo di consolidamento delle tendenze espansive emerse nella seconda metà degli anni novanta, quando il tasso di variazione del Pil meridionale ha superato quello del resto del paese, con una natura della crescita assai diversa rispetto a quella degli anni ottanta. E' stata infatti sostenuta in modo molto più incisivo dagli investimenti, pubblici e privati, e in maniera assai minore dai consumi: se nel periodo 1980-1992 gli investimenti crescevano con una media annua del 0,8 per cento, nel periodo 1996-1998 sono cresciuti con una media del 4,3 per cento; i consumi, invece, registravano un incremento , tra il 1980 e il 1992 del 2,7 per cento medio annuo, mentre tra il '96 e il '98 sono cresciuti dell'1,7 per cento.

Su queste basi, dovrebbe risultare confermata la previsione effettuata nel DPEF 2001-04 e posta a base del Quadro comunitario di sostegno (QCS) 2000-2006, secondo cui il tasso di crescita del PIL sarebbe più che raddoppiato fra il 1999 e il 2000, portandosi su valori attorno al 2,5 per cento, vicino al picco decennale del 1997. Anche per il 2001 sembra possibile confermare le previsioni formulate nello stesso DPEF di un'ulteriore accelerazione della crescita; tali risultati dovrebbero innanzitutto riflettere la concentrazione di spese in conto capitale del Quadro comunitario di sostegno 1994-99 e del nuovo QCS 2000-2006.

Il Governo si è impegnato ad elevare ancora il livello di crescita del Mezzogiorno, portandolo ad un tasso superiore a quello della media europea: a questo scopo è stato deciso lo spostamento nel Mezzogiorno del 45 per cento dell'intera spesa in conto capitale del Paese, con un profondo rinnovamento qualitativo di tale spesa".

INDICATORI DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE (in percentuale del PIL)  
         
  1999 2000 2001  
         
         
Indebitamento netto -1,8 -1,5 -1,0  
         
Interessi 6,7 6,5 6,2  
         
Avanzo primario 5,0 5,0 5,2  
         
Debito (*) 114,5 110,2 106,2  
         
(*) Secondo la definizione indicata nel Regolamento del Consiglio delle Comunità Europee
n°3605/93, al lordo delle attività detenute dal settore.    
         
        Tav. 1 - Variabili internazionali rilevanti per l'Italia
        (variazioni percentuali)    
                 
          1999 2000 2001  
    PIL            
    - PAESI INDUSTRIALIZZATI   3,0 3,8 2,2  
    - USA     4,2 5,0 1,7  
    - GIAPPONE     0,8 1,7 1,0  
    - U.E.     2,5 3,3 2,7  
    - EUR 11     2,5 3,4 2,7  
    - FRANCIA     3,2 3,2 2,8  
    - GERMANIA     1,4 3,1 2,2  
    - REGNO UNITO     2,3 3,0 2,7  
                 
    COMMERCIO MONDIALE   5,9 13,3 8,5  
    COMMERCIO MANUFATTI   6,9 14,6 9,2  
  Variazioni del valore aggiunto ai prezzi di mercato a prezzi 1995      
             
    1999 2000 2001    
             
  Agricoltura 6,2 -2,1 1,5    
  Industria 1,0 2,7 2,1    
  in senso stretto 1,0 2,7 2,2    
  costruzioni 1,3 2,6 1,8    
  Servizi 1,5 3,0 2,7    
  privati (*) 1,7 4,2 3,7    
  pubblici (**) 1,1 0,1 0,1    
             
  INTERA ECONOMIA 1,5 2,8 2,5    
             
  * include commercio, alberghi, trasporti, comunicazioni, intermediazione creditizia, servizi vari ad imprese e famiglie
  ** include pubblica amministrazione, istruzione, sanità, altri servizi pubblici, servizi domestici presso le famiglie
             
Tav. 13 - Redditi e retribuzioni per unità di lavoro dipendente    
(variazioni percentuali)        
         
  1999 2000 2001  
         
COSTO DEL LAVORO PER DIPENDENTE        
Industria in senso stretto 2,7 2,7 2,6  
Servizi 2,1 3,1 3,0  
Intera economia 2,4 3,0 2,9  
         
RETRIBUZIONI LORDE PER DIPENDENTE        
Industria in senso stretto 2,9 2,4 2,9  
Servizi 2,1 3,4 3,4  
Intera economia 2,4 3,1 3,2  
         
COSTO DEL LAVORO PER UNITA' DI PRODOTTO (*)        
Industria in senso stretto 1,2 0,0 0,2  
Servizi 2,4 2,4 2,3  
Intera economia 1,6 1,5 1,7  
         
(*) CLUP calcolato sul valore aggiunto ai prezzi di mercato e, per l'intera economia, sul PIL        
         
05/04/2001