Benvenuto sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, conosciuto anche come Portale mef

Contenuto principale

Intervento del ministro Giorgetti alla cerimonia di insediamento dell’XI Consiliatura CNEL

22/09/2023

Intervento del Ministro Giancarlo Giorgetti
in occasione dell’insediamento
dell’XI Consiliatura del CNEL

Roma, 22 settembre 2023

Signor Presidente della Repubblica, autorevoli partecipanti, gentile Presidente Brunetta,

grazie del Vostro invito, e Vi prego di considerare questo mio ringraziamento non retorico, e invece schietto e dovuto. In questi ultimi anni varie volte ho ribadito che il problema irrisolto dell’economia italiana resta l’offerta, la sua ricostruzione per via di interventi pubblici sani e decisioni private efficienti. La nostra capacità produttiva deve aumentare e occorre accrescere la produttività del sistema economico e soprattutto del settore terziario pubblico e privato.

Limitarsi però a discutere della domanda e intervenire con ogni genere di invenzioni pur di spendere denaro pubblico e sussidiare qualcuno o qualcosa, sempre più si è rivelato denso di conseguenze non volute e anzi nocive. Certamente sussidiare è più facile; impegnarsi invece in un coerente disegno di riforma dell’economia italiana che ne aumenti la produttività, più complicato. Tuttavia questo è il compito che la ragione economica e la morale impongono alla nostra attività di governo. Non possiamo più surrogare con facili misure il compito strutturale che ci è imposto.

Ed ecco spiegato perché Le sono grato di questa giornata, Presidente Brunetta. Alla ricostruzione della struttura della nostra offerta, e per rimediare al disastro del divaricarsi della struttura dei prezzi relativi, serve un agire solidale concreto e continuo che afferri le esigenze del sistema produttivo e le riconduca come recita la legge di riforma del 1986 a “realizzare nel CNEL il confronto tra le parti sociali e la concertazione, senza escludere un loro diretto rapporto di interlocuzione con il Governo, ma incanalando quella complessiva nel CNEL per quanto riguarda i temi generali di politica economica e sociale”.

Nel decidere di interventi sulla domanda è stato via via più consueto dissertare purtroppo solo di grandi intenti, di aggregati economici come la somma dei valori aggiunti, il Pil, e di fini generali. Troppo spesso così però perdendo di vista quel particolare, l’incarnarsi intermedio e concreto nell’economia reale, che dovrebbe essere la vera misura della efficacia e della bontà di ogni azione di governo. Tanto più in una nazione complicata, fatta di agire intermedio, diverso da luogo a luogo, che è l’Italia, come ben ci ha spiegato De Rita che Lei ha così appropriatamente citato.

Ma non è solo quella di De Rita l’unica citazione appropriata. Mi permetterei di ricordare la lezione di quel grande scienziato della politica che fu Gianfranco Miglio. Egli dedicò non poca parte dei suoi studi alla necessità di organi funzionali, neocorporativi, da intendersi sottraendo a questa parola il richiamo al passato o a significati di egoismo, sottolineando invece la necessità di organi intermedi legati soprattutto alla praticità dell’agire economico.

L’idea di Miglio si originava dalla stessa constatazione che Lei poc’anzi ha fatto, Presidente Brunetta. Cito alla lettera: “la rappresentanza politica non è sufficiente a intermediarie tutte le istanze e ad assorbire tutti i conflitti che irradiano e segmentano la società e i processi economici” ed è quanto lui stesso avrebbe con entusiasmo sottoscritto.

La complessità degli eventi nuovi in susseguirsi continuo e inatteso modifica il quadro dello scambio in maniera tale che le istituzioni devono sempre più tenersi in contatto immediato alle forze produttive, ai lavoratori, alle imprese, ai consumatori. La reazione della politica economica deve innervarsi negli eventi in maniera nuova. Gli eventi ci sovraccaricano di compiti e di interventi che devono essere pronti e particolari, e impongono sedi come il CNEL nelle quali possa essere recuperata non solo la visione, ma il confronto immediato e soprattutto complessivo con chi fa l’economia reale, siano organizzazioni dei lavoratori, degli imprenditori o del dono.

Ed ecco appunto che il mandato recentemente conferito dal Presidente del Consiglio dei Ministri in materia di salario minimo e lavoro povero costituisce la conferma della giustezza del ruolo che l’articolo 99 della nostra Costituzione conferisce al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. Ma sarà solo l’inizio. Il CNEL va restituito non solo all’architettura del nostro sistema istituzionale, ma soprattutto alla piena legittimità del dibattito politico, dalla quale è stata sostanzialmente allontanata nel corso degli ultimi anni.

Come diceva appunto Ruini, esso deve evolvere a una sorta di “cabina di regia” delle parti sociali, svolgendo compiti di “ponte” tra il momento dell’esame e quello dell’azione, di messa in comunicazione, in uno scambio reciproco e vicendevole di fatti. Il CNEL deve cogliere al meglio questo compito ed esprimerne l’evoluzione rappresentando lo spirito comunitario e il senso di appartenenza, identitario direi dei corpi intermedi. Come Miglio e De Rita, partendo da punti di vista molto diversi hanno ambedue ribadito.

A queste condizioni il compito che il Governo ha inteso affidare al CNEL può avviare una fase di sviluppo e potenziamento del suo ruolo, così come reso peraltro necessario anche con riferimento a indicazioni ed adempimenti europei. Mi riferisco non solo alla direttiva UE sul salario minimo, la cui attuazione prevede una serie di interventi volti ad assicurare trasparenza ed esigibilità sui contratti e sui salari, ma anche alla raccomandazione del Consiglio d’Europa che invita gli stati membri ad istituire appositi comitati nazionali per la produttività connotati da caratteristiche di doverosa autonomia rispetto al Governo.

Il tema dei salari e il tema della produttività debbono assieme contribuire alla ripresa di uno sviluppo inclusivo che permei tutta l’Italia, e realizzi un giusto allineamento delle retribuzioni basato sul principio incomprimibile della libera contrattazione tra le parti sociali.

In conclusione il Governo confida che il CNEL, con la sua vocazione ed attitudine a saper fare sintesi e realizzare convergenze di metodo e di merito, valorizzando la ricchezza e la diversità dei punti di vista e degli apporti che ciascuna parte sociale rappresentata sa fornire, risponderà appieno al mandato conferito dal Presidente del Consiglio. E consegnerà al Governo un quadro analitico sia a livello informativo e di dati, soprattutto, di proposte: quelle che il Presidente Brunetta ha chiamato la “cassetta degli attrezzi”, un percorso sistemico e strutturato. Esso indicherà ai decisori politici azioni e misure adottabili non solo nella prossima Legge di Bilancio, ma anche all’interno di una strategia complessiva di intervento e di attuazione della direttiva nel suo complesso, incluse le parti ad oggi ancora poco esplorate in materia di osservazione e monitoraggio dei trend salariali.

La XI Consiliatura quindi, oltre a porre il CNEL in una sorta di nuova fase “costituente” comporta impegni non solo da parte Vostra, di ogni singolo componente e dell’organo nel suo complesso, ma anche da parte del Governo che ne ha consapevolmente richiesto il determinante contributo. Un impegno che dovrà trovare, in corrispondenza con le prerogative di organo di rilevanza costituzionale, adeguata e concreta attenzione anche ai fini del necessario e tempestivo percorso di potenziamento organizzativo e funzionale del CNEL.

Per quanto ho sinora detto, è evidente: Il Governo non farà mancare in questo senso la sua doverosa assistenza e vicinanza morale al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.

Elenco dei Tag. Di seguito sono elencate le parole chiave associate ai contenuti di questa pagina. Selezionando il TAG potrai individuare facilmente altre pagine o argomenti correlati.