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Risposta ad interpellanza urgente onorevole Pietro Armani ed altri

11/03/1999

Sabato scorso il Ministro Visco ed io abbiamo dichiarato, che dopo la pubblicazione da parte dell'ISTAT dei primi dati consuntivi del 1998 "preso atto di questi dati e in particolare della minor crescita, i Ministri hanno subito avviato la revisione per il 1999 delle previsioni sia del PIL, sia delle entrate e delle spese del bilancio pubblico. I risultati di questa revisione saranno resi noti nei prossimi giorni, con l'aggiornamento della Relazione Previsionale e Programmatica per il 1999 e con la relazione trimestrale di cassa".

Il lavoro di revisione è stato dunque prontamente avviato: sarà completato e inserito in un disegno coerente di politica economica per il prossimo quadriennio nel DPEF di maggio.

Ciò premesso, ritengo di dover sottolineare alcuni punti:

  • Il consuntivo del 1998 ha messo in evidenza una crescita della domanda interna, comprensiva della variazione delle scorte, del 2,6 per cento in termini reali.
  • L'aumento del PIL è stato solo dell'1,4 per cento, a causa dell'andamento della componente estera, caratterizzato da un aumento modesto delle esportazioni di merci e servizi (+1,3 per cento) e da una forte crescita delle importazioni (+6,1 per cento).
  • Lo sbilanciato andamento dell'import - export è conseguenza soprattutto dell'effetto delle note crisi internazionali, asiatica, russa, brasiliana, sulla nostra economia particolarmente aperta al commercio mondiale extra europeo. In assenza di questo sfavorevole andamento dell'interscambio dovuto a cause esterne la crescita della nostra economia sarebbe stata in linea con gli obbiettivi indicati nei documenti programmatici dello scorso anno, che d'altra parte erano sostanzialmente condivisi dagli istituti di ricerca italiani e internazionali.
  • L'insoddisfacente andamento della produzione, già percepito dall'estate scorsa e accentuatosi in dicembre, ha dato luogo, da parte del Governo, a una serie di interventi di stimolo, tradottisi soprattutto: nell'accelerazione degli investimenti pubblici in infrastrutture, aumentati del 10 per cento nel 1998 e in espansione non minore nel 1999, con un'accentuazione nelle "aree depresse"; nella promozione degli investimenti delle imprese, con misure specifiche per il Mezzogiorno e con provvedimenti fiscali generali (Dual Income Tax); nelle facilitazioni al rinnovo del patrimonio edilizio. In particolare, la riforma fiscale e l'introduzione dell'IRAP hanno determinato una consistente riduzione del costo del lavoro, unitamente a una diminuzione rilevante del carico fiscale complessivo sulle imprese.
    Si confida che quest'azione, inserendosi in una situazione di bassi tassi di interesse, di ampia disponibilità di risorse sul mercato dei capitali di rischio, di buon andamento dei margini di profitto, di stabilità dei prezzi, consenta sin dai prossimi mesi una ripresa produttiva, che si tradurrà nel 1999 in una crescita del PIL che prudenzialmente può essere indicata nell'1,5 per cento.
  • Il risultato consuntivo del 1998 di un indebitamento della P.A. del 2,68 per cento è di tutto rilievo, in presenza di una crescita minore del previsto, di una minore pressione fiscale, nonché di decisioni degli organi tecnico-statistici comunitari che hanno portato all'esclusione dalle entrate di una importante posta. È un risultato, quello del 1998, che costituisce conferma del riequilibrio avvenuto nella nostra finanza pubblica nel 1997, ulteriormente avvalorato dai dati del primo bimestre dell'anno in corso.
  • La revisione delle entrate e delle spese del bilancio pubblico per il 1999, che sarà resa nota entro pochi giorni, rifletterà le correzioni discendenti sia dalla minor crescita economica nel 1998 e nel 1999, sia dai consuntivi per il 1998 delle stesse entrate e uscite del bilancio.
  • La minor crescita economica metterà in moto i cosiddetti stabilizzatori automatici; grazie al riequilibrio avvenuto nella nostra finanza pubblica, essi potranno essere lasciati operare sul lato delle entrate, mentre ogni cura continuerà ad essere posta nel contenimento delle spese correnti.

Ne consegue che il rapporto disavanzo/PIL per il 1999, pur migliorando rispetto al 1998, sarà di alcuni decimi superiore all'obbiettivo del 2,0 per cento. Il che, date le cause di natura ciclica di questo scostamento, non pregiudica il raggiungimento di un disavanzo dell'1 per cento nel 2001, obbiettivo al quale l'Italia è impegnata dalla risoluzione dell'Ecofin, che l'8 febbraio scorso ha approvato il nostro programma di stabilità.

Per concludere, le indubbie difficoltà di crescita che l'economia italiana - così come le altre economie dell'Euro - sta attraversando possono essere affrontate con maggiore fiducia in virtù del risanamento di fondo che è stato conseguito negli ultimi anni nel settore privato e in quello pubblico e che trova evidenza nelle principali variabili economiche, a cominciare dalla stabilità dei prezzi.

Al di là delle misure anticicliche, il Governo è impegnato a perseguire con determinazione le riforme di struttura già avviate negli ultimi anni in numerosi settori e il cui ulteriore avanzamento è essenziale per rafforzare la competitività del sistema economico e per conseguire obbiettivi di crescita e di occupazione quali le potenzialità di lavoro e di risparmio del Paese consentono.

La nostra azione si svolge in un contesto sempre più integrato di politica economica europea, che trova la sua sede di maturazione e di definizione nell'Ecofin degli 11 Paesi aderenti all'Euro. La loro efficacia complessiva implica il concorso di tutte le componenti del policy mix ed ha come presupposto una loro valutazione tempestiva e congiunta dello stato dell'economia europea.