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- Bonus fiscale e struttura della Finanziaria 2001

 05/09/2000

Comunicato Stampa del 05/09/2000

Roma, 5 settembre 2000

Bonus fiscale e struttura della Finanziaria 2001

La ridda di ipotesi e di polemiche su quello che viene definito "bonus fiscale" e sulla struttura della prossima legge finanziaria suggerisce l'opportunità di dare ordine all'informazione che giunge ai cittadini e che, nonostante le eccellenti prospettive che il Paese ha davanti, è tale da ingenerare qualche confusione laddove i fatti spingerebbero maggiormente ad aspettative positive e incoraggianti.

Come è noto, il bilancio della P.A. deve essere tale da rispettare il rapporto fra deficit e Pil fissato nel patto di stabilità stipulato dai Paesi dell'area Euro. Entrate e spese, quindi, devono dare un saldo compatibile con quel rapporto fissato, per il 2000, nell'1,3% e per il 2001 all'1,0%. La prossima legge finanziaria sarà costruita nel rispetto di questi obiettivi che sono stati fatti propri già nel Documento di programmazione economico e finanziaria.

Per rispettare gli obiettivi del patto di stabilità, nel passato la legge Finanziaria ha sempre delineato una manovra correttiva, che è stata di entità variabile secondo la dimensione dello scostamento da colmare: nel 96 fu di 62.500 miliardi, nel '97 fu di 25.000, nel '98 di 18.600 , nel '99 di 15.000.

Per il 2001, il risanamento strutturale realizzato negli anni passati, fa sì che i conti tendenziali siano spontaneamente in linea con gli obiettivi del patto di stabilità: in altre parole, il rispetto di quegli obiettivi non richiede alcuna manovra correttiva sui saldi. Si tratta di un risultato molto rilevante, poiché dimostra che l'Italia ha, dopo decenni di disordine, una finanza pubblica ordinata e sana come e più di molti dei partner europei.

In presenza di questo stato di cose, la legge Finanziaria sarà utilizzata per alcuni interventi di redistribuzione delle risorse: alcune spese saranno aumentate, altre saranno ridotte. Inoltre, poiché, come negli anni passati, le entrate tributarie mostrano un andamento superiore alle previsioni dovuto soprattutto al recupero di base imponibile, si renderanno disponibili risorse per un ulteriore intervento di riduzione delle imposte sui redditi, così come è stato stabilito nel "Patto" siglato fra governo e parti sociali nel dicembre del '98 e come, già quest'anno, è avvenuto per un ammontare di circa 11.000 miliardi.

Non si tratta, quindi, di destinare a riduzioni di imposta risorse provenienti da una crescita di entrate dovuta alla crescita dell'economia (la cui destinazione è vincolata dall'Ue a riduzione del deficit), bensì di risorse aggiuntive a carattere permanente.

La manovra che sarà contenuta nella legge Finanziaria per il 2001, come è illustrato nelle indicazioni contenute nel Dpef e nelle risoluzioni del Parlamento, sarà quindi fondata sui seguenti elementi:

  1. Prosecuzione delle politiche economiche impostate nel passato: mantenimento degli sgravi fiscali già introdotti, potenziamento delle politiche fiscali già impostate (crediti di imposta per la nuova occupazione, i nuovi investimenti e la ricerca, politiche di sviluppo per il Mezzogiorno e per le aree disagiate)
  2. Riduzione di alcune poste di spesa (essenzialmente per acquisto di beni e servizi della P.A., grazie all'estensione del sistema di centralizzazione informatica della spesa recentemente introdotto con risultati di fortissimo risparmio) e incremento di altre considerate prioritarie per il miglioramento delle condizioni di vita della collettività.
  3. Utilizzazione del surplus di entrate rispetto alle previsioni ("bonus") per riduzione di imposte sui redditi delle famiglie e delle imprese (soprattutto piccole e medie).

Gli effetti di questa manovra che il governo prevede, possono essere così sintetizzati:

  1. Rispetto degli obiettivi di bilancio fissati
  2. Incremento del reddito disponibile per le famiglie grazie ad una ulteriore riduzione delle imposte e all'aumento dell'occupazione

Per memoria:

  • Nel 2000, la riduzione delle imposte è stata di circa 7.000 miliardi
  • Il reddito disponibile di ogni famiglia, per effetto di tale riduzione e dell'incremento di occupazione (circa 300.000 nuovi posti di lavoro dalla fine del '99 all'aprile del 2000), al netto degli incrementi di spesa dovuti a inflazione e tariffe, è cresciuto, nel 2000, di circa 1 milione e mezzo di lire.
  1. Ulteriore riduzione delle imposte sulle imprese concentrate su quelle di più piccole dimensioni e sui nuovi investimenti

Per memoria:

  • I nuovi investimenti godono già della tassazione più bassa d'Europa (17,73%).
  • Con l'introduzione dei crediti di imposta, concordata con l'Ue all'inizio dell'anno, le nuove iniziative imprenditoriali nel Mezzogiorno saranno, di fatto, esentate da imposte per un periodo fra i 3 e i 10 anni.
  • Ulteriori aggiustamenti della riforma fiscale permetteranno un'ulteriore riduzione delle imposte sugli utili soprattutto per le piccole e medie imprese
  • Questa linea di interventi, che ha permesso un forte incremento dell'occupazione cresciuta, negli ultimi 4 anni, di circa 850.000 unità, stimolerà un'ulteriore crescita dei posti di lavoro
  • Forte impulso al recupero di equilibrio sociale e di competitività grazie alle risorse che verranno destinate alla scuola, alla formazione, all'espansione delle tecnologie.
05/09/2000