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- DEF 2019: per il ritorno alla crescita e all’inclusione sociale

 09/04/2019

Comunicato Stampa N° 73 del 09/04/2019

Via libera dal consiglio dei ministri al Documento di Economia e Finanza 2019, il primo del nuovo Governo, che traccia le linee guida della politica di bilancio e di riforma per il prossimo triennio, con l’obiettivo fondamentale di una nuova fase di sviluppo economico e di un miglioramento nell’inclusione sociale e della qualità della vita nel pieno rispetto dei vincoli europei.

La previsione di crescita tendenziale è stata ridotta allo 0,1% per l’anno in corso, in un contesto di debolezza economica internazionale che il Governo ha fronteggiato mettendo in campo due pacchetti di misure di sostegno agli investimenti (il dl crescita e il dl sblocca cantieri) che dovrebbero portare ad una crescita aggiuntiva di 0,1 punti percentuali, fissando così il livello di Pil programmatico allo 0,2%, che salirebbe allo 0,8% nei tre anni successivi.

Grazie alla riduzione di spesa già prevista e alla solidità dell’impianto della Legge di Bilancio, il deficit di quest’anno dovrebbe attestarsi al 2,4% del PIL, sia nel quadro programmatico che in quello tendenziale, per poi avviare un percorso di graduale riduzione che dovrebbe portarlo all’1,5% nel 2022. Il deficit strutturale scenderebbe dall’1,6% tendenziale del PIL di quest’anno allo 0,8% programmatico nel 2022, convergendo verso il pareggio strutturale. È prevista una salita del rapporto debito/PIL, già moderatamente aumentato lo scorso anno, anche nel 2019, mentre per i prossimi anni resta l’obiettivo di una significativa riduzione, con il debito sotto il 130% del PIL nel 2022.

Con una spinta sul fronte degli investimenti che li porterebbe dall’1,9% del Pil del 2018 al 2,5% del Pil nel 2022 e nella consapevolezza che le riforme sono la via maestra per migliorare il potenziale di crescita, il Governo intende agire su più fronti per incrementare la produttività di diversi comparti dell’economia. Dall’introduzione di un salario minimo orario per chi non rientra nella contrattazione collettiva alla riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, dalla predisposizione di strategie nazionali per la diffusione della banda larga e del 5G. Nel programma rientrano il rilancio della politica industriale, anche attraverso lo stimolo alla mobilità sostenibile, le semplificazioni amministrative e l’aumento dell’efficienza della giustizia. In campo fiscale, si intende continuare il processo di riforma delle imposte sui redditi in chiave flat tax, incidendo in particolare sull’imposizione a carico dei ceti medi, mentre si proseguirà negli interventi di sostegno alle famiglie ed alla natalità.

 
 
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