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- Firma del Regolamento di attuazione della legge per la riduzione del debito estero dei Paesi a più basso reddito

Comunicato Stampa del 11/01/2001

Roma, 11 gennaio 2001

Firma del Regolamento di attuazione della legge per la riduzione del debito estero dei Paesi a più basso reddito

Il ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica, Vincenzo Visco, ha firmato ieri, dopo il concerto con il ministero degli Esteri, il Regolamento di attuazione della legge 25 luglio 2000, n. 209 contenente misure per la riduzione del debito estero dei Paesi a più basso reddito e maggiormente indebitati. Il Regolamento dovrà ora acquisire il parere del Consiglio di Stato e delle commissioni parlamentari competenti ed entrerà in vigore dopo trenta giorni dalla sua pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.

Al riguardo il ministro Visco ha rilasciato la seguente dichiarazione:

"Il regolamento per l'attuazione della legge sulla cancellazione del debito è un importante passo avanti verso la realizzazione degli accordi internazionali a sostegno dei Paesi più poveri. L'Italia si è dotata di una legge fra le più avanzate, in questa direzione, ma è anche in prima linea nell'azione politica concreta. Senza aspettare i tempi del regolamento, infatti, abbiamo già definito accordi per la cancellazione del debito di 22 Paesi, per un ammontare di circa 4.000 miliardi sul totale di 9 - 12.000 previsti dalla legge. Ciò è stato possibile grazie al lavoro delle nostre amministrazioni ma anche grazie al presupposto indispensabile per quel lavoro, cioè il buon equilibrio dei conti nazionali.

E' lecito esprimere soddisfazione per questo ruolo di punta che l'Italia ha saputo assumere su un terreno di così alto significato. L'auspicio è che adesso si possa procedere ancora più speditamente e che l'area dei Paesi ammissibili ai programmi di cancellazione si allarghi rapidamente: gli accordi internazionali, infatti, prevedono che la cancellazione sia ammessa in presenza di condizioni interne di rispetto dei diritti umani, di esclusione della guerra, di impegno dei governi nella lotta alla povertà e nelle politiche di sviluppo, nonché di precisi programmi di utilizzazione delle risorse finanziarie rese disponibili. Con alcuni Paesi sono già in corso i negoziati per arrivare rapidamente all'accordo; altri sono in gravi difficoltà interne o hanno interrotto i loro rapporti con la comunità internazionale.

Ma se il contributo dell'Italia è sicuramente di grande valore, perché quelle parti del mondo ancora afflitte da tanta e diffusa miseria possano imboccare il percorso del riscatto, è indispensabile la mobilitazione di tutti i Paesi ricchi: su questo fronte, la presidenza italiana del G7 sarà impegnata con tutte le proprie energie".

Il regolamento prevede che le condizioni, modalità e termini dell'annullamento nonché le modalità per la sospensione degli interventi nei confronti di Paesi beneficiari nei quali si accerti un uso illecito degli aiuti, siano definiti in appositi accordi intergovernativi bilaterali con i singoli Paesi interessati e che i criteri e le modalità per la stipula di tali accordi, siano fissati con decreto del Ministro del Tesoro, del bilancio e della programmazione economica, di concerto con il Ministro degli Affari esteri.

Con il regolamento ci si è preoccupati di individuare, per quanto possibile, criteri e parametri di riferimento definiti, suscettibili di essere verificati o monitorati su base oggettiva da parte di istituzioni internazionali, finanziarie e non, secondo le caratteristiche di ciascuna fattispecie via via trattata. Ciò anche per consentire nella fase di applicazione della legge la massima trasparenza e correttezza.

Le condizioni per la stipula e l'applicazione degli accordi intergoverntivi bilaterali di annullamento del debito dei Paesi eleggibili al Programma HIPC e dei Paesi IDA previsti dal regolamento sono:

  • l'impegno al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali;
  • la rinuncia alla guerra come mezzo di risoluzione delle controversie;
  • il perseguimento del benessere e il pieno sviluppo sociale ed umano, favorendo in particolare la riduzione della povertà;
  • la firma di un'intesa tra i Paesi creditori partecipanti al Club di Parigi (che costituisce l'intesa multilaterale ma che non ha valenza giuridicamente cogente fra le "parti": il singolo Paese debitore ed il singolo Paese creditore) ed al conseguente accordo bilaterale (che invece rileva sotto il profilo giuridico);
  • la presentazione di un progetto di utilizzo a scopo sociale delle risorse finanziarie liberatesi a seguito dell'annullamento del debito.

L'azione che il Tesoro ha già intrapreso per realizzare gli obiettivi fissati dal Parlamento sono illustrate nel prossimo numero della newsletter del ministero "Tesoro News" in un articolo a firma del direttore generale per i Rapporti finanziari internazionali, Lorenzo Bini Smaghi.

"Nell'anno del giubileo l'Italia - scrive Bini Smaghi - ha approvato una delle leggi più avanzate tra i paesi industriali per consentire la cancellazione dei debiti dei paesi più poveri. Il Regolamento di attuazione è stato definito ed è attualmente all'esame del Consiglio di Stato. In linea con lo spirito della legge, il nostro paese ha comunque già sottoscritto impegni di cancellazione di suoi crediti nei confronti di 22 paesi tra i più poveri e altamente indebitati, per un ammontare complessivo di 1,88 miliardi di dollari, pari a circa 4 mila miliardi di lire. In virtù della natura internazionale degli accordi raggiunti, le operazioni di cancellazione hanno potuto essere effettuate in anticipo rispetto all'approvazione definitiva del regolamento di attuazione".

"Oltre alla cancellazione ottenuta da parte dell'Italia - prosegue Bini Smaghi - i 22 paesi inseriti immediatamente nel programma italiano hanno conseguito, o conseguiranno nelle prossime settimane, l'abolizione o il congelamento totale dei debiti da parte degli altri Stati creditori, a seconda del trattamento annunciato da questi ultimi. Nell'ambito dell'attuazione concreta dell'iniziativa G7 di Colonia, l'Italia è il paese che ha adottato la normativa più estensiva ed effettuato il trattamento più preferenziale".

"Da parte del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale - scrive ancora Bini Smaghi - i paesi debitori hanno ottenuto, per circa un anno, il congelamento dei pagamenti sugli interessi e, successivamente, qualora le condizioni economiche e sociali fossero ancora rispettate, la cancellazione dello stock di debito giudicato insostenibile. Questa fase, in cui i debiti vengono sostanzialmente congelati e non vi sono dunque oneri per i paesi debitori, è stata prevista per verificare che gli impegni presi riguardo la lotta alla povertà siano effettivamente messi in atto. L'esperienza passata ha mostrato infatti che una cancellazione del debito non accompagnata da un attento monitoraggio sull'utilizzo delle risorse ha spesso riportato il paese in breve termine a dover far fronte a una nuova crisi debitoria".

"La legge italiana consente peraltro di andare oltre l'attuale iniziativa G7 di Colonia e di considerare la possibilità di cancellare crediti nei confronti degli altri paesi poveri, anche se con un peso del debito meno rilevante di quelli finora considerati. L'ammontare complessivo dei crediti italiani nei confronti di questo gruppo di circa 20 paesi è di circa 300 milioni di dollari, pari a circa 600 miliardi di lire. Alcuni di questi paesi, come l'Albania, il Vietnam e lo Yemen, hanno già beneficiato di cancellazioni parziali o totali da parte del nostro paese. Con altri, in particolare il Ghana, Haiti, il Kenia e la Cambogia, sono attualmente in corso negoziati. Altri ancora, come l'Angola, il Butan, l'Eritrea e il Laos sono attualmente in gravi difficoltà politiche interne o esterne o hanno interrotto i loro rapporti con la comunità internazionale e non soddisfano dunque i requisiti della legge italiana".

"La cancellazione del debito - spiega il direttore del Tesoro - è necessaria ma non sufficiente per consentire ai paesi più poveri di riprendere la via della crescita e per lottare i modo efficace contro la povertà. Sono necessarie altre azioni, da promuovere a livello internazionale. L'Italia ha già indicato il suo programma di azione, da portare avanti durante quest'anno, basato su tre principali linee. La prima riguarda la rimozione nei paesi industriali delle barriere alle importazioni provenienti dai paesi più poveri. E' inutile cancellare il debito se non si consente poi agli stessi paesi di produrre ed esportare merci nel resto del mondo, e poter così beneficiare del processo di integrazione dell'economia mondiale. L'idea, lanciata lo scorso anno, in particolare in un documento del Ministero del Tesoro (disponibile sul sito web, tra i position papers del Dipartimento del Tesoro), ha trovato seguito in particolare presso la Commissione Europea, il FMI e la Banca Mondiale".

"La seconda linea di azione riguarda il rafforzamento delle condizioni di mercato esistenti nei paesi più poveri, in modo da attrarre investimenti esteri. Senza l'afflusso di capitali privati dall'estero, con il connesso know-how, difficilmente un paese può da solo colmare il gap tecnologico necessario ad innescare una crescita sostenibile. Bisogna dunque rafforzare la capacità dei paesi di attirare investimenti esteri, in particolare aiutandoli a stabilire un adeguato quadro giuridico e istituzionale. Le banche di sviluppo hanno un ruolo importante al riguardo".

"Infine - conclude Bini Smaghi - si devono mirare meglio gli interventi pubblici, in particolare quelli di aiuto provenienti dall'estero, verso lo sviluppo di beni sociali. La sanità e l'istruzione svolgono un ruolo centrale per la crescita del capitale umano e delle strutture sociali di un paese. La lotta alle principali malattie infettive, che stanno devastando l'Africa, deve essere una priorità. Ci vuole al riguardo un maggior coordinamento tra l'azione delle Nazioni Unite, le Banche di sviluppo, le iniziative bilaterali e le organizzazioni non governative. Va invece scoraggiato il sostegno pubblico alle esportazioni di beni non produttivi, come gli armamenti. In questo ambito l'Italia sta promovendo l'adozione di un codice di condotta in materia presso l'OCSE. Se l'anno del giubileo è stato, tra l'altro, quello della cancellazione del debito, l'avvio del nuovo secolo deve essere l'occasione per creare in molti paesi delle vere condizioni per l'emarginazione dalla povertà. Senza un'azione decisa, immediata, molti paesi non riusciranno a trarre beneficio dal processo di globalizzazione dell'economia mondiale. Questo è un obiettivo della presidenza italiana del G7."

11/01/2001