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Intervento del Ministro Padoan al seminario sull’attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza nelle società controllate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze

24/03/2015

Il tema della lotta alla corruzione attraverso adeguate forme di prevenzione e quello, strettamente collegato, della trasparenza, riveste, in particolare in questa fase storica ed economica, un rilievo assoluto. Queste tematiche sono valide in generale per tutte le Amministrazioni Pubbliche ma ritengo che lo Stato centrale, anche nelle sue articolazioni che sono rappresentate anche dalle società controllate, debba essere motore di una sua rapida, efficace e piena applicazione.
La legge n. 190 approvata del Parlamento nel 2012, e i successivi decreti attuativi in materia di anticorruzione e trasparenza, hanno introdotto per la prima volta nel nostro Paese un sistema organico di prevenzione della corruzione e dell’illegalità all’interno della Pubblica Amministrazione, attraverso l’implementazione di nuovi strumenti e adempimenti a carico delle Amministrazioni medesime. Nonostante potessero emergere dubbi interpretativi circa la piena applicabilità del disposto normativo alle società controllate dallo Stato, abbiamo ritenuto di sottoporre le stesse alla disciplina di prevenzione della corruzione e di trasparenza nella consapevolezza che dobbiamo farci carico, noi in primis, di tutelare l’interesse pubblico di una corretta gestione delle aziende pubbliche. La ratio sottesa alla legge n. 190 del 2012 appare, infatti, quella di estendere le misure di prevenzione della corruzione e i relativi strumenti di programmazione, a soggetti che, indipendentemente dalla natura giuridica, sono controllati dalle amministrazioni pubbliche, gestiscono denaro della collettività, svolgono funzioni o attività di pubblico interesse e, pertanto, sono esposte ai medesimi rischi cui sono sottoposte le amministrazioni alle quali sono in diverso modo collegate, per ragioni di controllo, di partecipazione o di vigilanza.
Per queste ragioni, ho immediatamente appoggiato e condiviso l’intendimento prospettato dal Consigliere Roberto Garofoli di dare avvio ad un tavolo tecnico, congiuntamente ad ANAC, per elaborare un indirizzo condiviso che chiarisse le modalità di applicazione della normativa anticorruzione alle società controllate dal Ministero dell’economia e delle finanze, tenendo conto comunque delle peculiarità riscontrabili, in termini di ampiezza del perimetro delle attività di interesse pubblico svolte, della presenza di soci privati, di svolgimento di attività di mercato in regime di concorrenza. A tale ultimo riguardo, ulteriori approfondimenti sono in corso per verificare l’esigenza di eventuali adattamenti alla disciplina oggi definita per le società a controllo pubblico, con riguardo anche alle società emittenti strumenti finanziari quotati nei mercati regolamentati. Proprio nei giorni scorsi si sono svolti i primi tavoli di approfondimento anche con la presenza di esponenti della CONSOB.
L’incontro di oggi rappresenta quindi la conclusione di una prima importante fase di approfondimento, con la presentazione da parte del Presidente Raffaele Cantone delle linee guida dell’ANAC per l’attuazione della normativa in materia di anticorruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati da Pubbliche Amministrazioni, e con l’esposizione da parte del Consigliere Roberto Garofoli dei contenuti della Direttiva che verrà a breve emanata dal Ministero alle proprie controllate sulla portata applicativa di tale disciplina.
Tale Direttiva, peraltro, si inserisce in un quadro più ampio di strumenti, introdotti negli ultimi anni dal Ministero nelle società controllate, finalizzati a rafforzare i presidi di controllo e contrasto a fenomeni lesivi dell’interesse pubblico e della corretta gestione delle risorse.
Ricordo in particolare l’impulso dato dal Ministero all’adozione del modello di organizzazione di cui al decreto legislativo 231/2001, idoneo a prevenire l’insorgere di responsabilità a carico delle persone giuridiche, la previsione della figura del dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili, l’obbligatorietà della revisione legale e, da ultimo, l’introduzione della clausola statutaria in merito al rafforzamento dei requisiti di onorabilità per l’assunzione e il mantenimento della carica di consigliere di amministrazione.

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