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Saluto del ministro Giorgetti al Salone del Risparmio 16 maggio 2023

 16/05/2023

Salone del risparmio 2023
Saluto del Ministro
On. Giancarlo Giorgetti

Gentili signore e signori,
sebbene impegni istituzionali mi impediscano di partecipare di persona, ho voluto inviare i miei saluti ai partecipanti e alcuni spunti per il vostro dibattito.

Ringrazio Assogestioni, in particolare il Presidente Trabattoni, per aver organizzato un’importante occasione di confronto e riflessione sulle prospettive della gestione del risparmio, che può essere molto prezioso per sostenere lo sviluppo della nostra economia.

Stiamo attraversando un periodo estremamente complesso e in rapida evoluzione. La nostra economia mostra tuttavia una notevole resilienza. I dati più recenti mostrano infatti che, nonostante le molte difficoltà, il quadro economico è piuttosto positivo. Questo è confermato dall’incoraggiante risultato del PIL nel primo trimestre dell’anno che, con una crescita congiunturale dello 0,5 per cento, è stata tra le migliori dell’Area Euro e ha sorpreso quanti si attendevano un risultato nettamente diverso.

La buona salute della nostra economia è testimoniata anche dai dati sul mercato del lavoro, che nei primi tre mesi dell’anno ha mostrato una crescita costante degli occupati, che hanno raggiunto il livello più alto della serie storica.

In questi mesi il Governo ha adottato un approccio prudente e responsabile, finalizzato a dare continuità alla ripresa e garantire la sostenibilità della finanza pubblica che, in particolare negli ultimi tre anni, è stata notevolmente stressata per fronteggiare le ripetute crisi che si sono manifestate.

Il clima di fiducia che si percepisce nell’economia lascia intendere che siamo sulla strada giusta. Il Governo è intenzionato a ripagare questa fiducia continuando a fornire risposte concrete alle necessità che emergono dal tessuto economico-sociale.

Tuttavia, non possiamo non considerare il contesto in cui ci muoviamo. Gli attuali livelli di inflazione, le politiche monetarie restrittive adottate dalle banche centrali nazionali per contrastarla e la riattivazione, a partire dal prossimo anno, delle regole di bilancio europee impongono un ripensamento del ruolo dello Stato, che deve selezionare con attenzione gli interventi da perseguire, sempre con un occhio agli effetti sulla crescita.

Mantenere un profilo di crescita sostenuto richiede di assicurare un adeguato flusso di risorse, pubbliche e private, a sostegno degli investimenti delle imprese.

L’implementazione dei progetti legati alla realizzazione del PNRR, in particolare quelli relativi alla doppia transizione digitale e energetica, potrà sicuramente contribuire a innalzare il potenziale di crescita dell’economia dei prossimi anni.

Non possiamo però fermarci qui. Il clima di incertezza che caratterizza il quadro economico mondiale e la crescita dei tassi di interesse potrebbero rallentare la dinamica degli investimenti.

Per contrastare queste tendenze è necessario incentivare il concorso del settore privato, che va adeguatamente coinvolto per impiegare e rendere produttiva la cospicua quantità di risparmio disponibile. Questa rappresenta infatti una risorsa molto importante, un punto di forza del nostro Paese da sfruttare per creare uno sviluppo durevole.

Sostenere chi si impegna, lavora e investe nella nostra economia è un obiettivo prioritario dell’azione del Governo.

È questa la filosofia che sta dietro la riforma fiscale avviata con la legge delega che, nella parte relativa alla tassazione delle imprese, intende introdurre strumenti che:

  • favoriscano la patrimonializzazione e la crescita dimensionale;
  • facilitino la vita di chi fa impresa;
  • rendano più attrattivo il sistema produttivo.

Si tratta di un cambio di approccio notevole rispetto al passato, basato su un progetto ambizioso che vuole ristrutturare in modo organico la fiscalità.

A questo si è aggiunto il disegno di legge per lo sviluppo del mercato dei capitali italiano, recentemente presentato all’esame delle Camere. Un provvedimento atteso da molto tempo, adottato a valle di un’ampia consultazione pubblica avviata con il Libro verde su “La competitività dei mercati finanziari italiani a supporto della crescita” e che ritengo fondamentale per accompagnare e sostenere la ripresa e affrontare le sfide che attendono il nostro paese.

Le semplificazioni normative previste dal provvedimento intendono, da un lato, rimuovere i vincoli normativi e operativi che ostacolano l’accesso al mercato delle imprese; dall’altro, accrescere il ruolo degli intermediari finanziari, che potranno contribuire in maniera decisiva a potenziare gli investimenti privati verso le nostre imprese, diversificare le fonti di finanziamento delle imprese – in particolare per quelle più piccole, che costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana – e, più in generale, agevolare l’evoluzione verso forme più avanzate di raccolta dei capitali.

Una struttura finanziaria più sviluppata può infatti agevolare la crescita dimensionale delle imprese e aiutarle a intercettare le opportunità che si stanno aprendo, anche a seguito dei cambiamenti radicali nelle abitudini di vita e lavoro che abbiamo vissuto nel recente passato.

L’intermediazione finanziaria può e deve contribuire alla crescita dell’economia italiana. Favorire l’ampliamento dell’offerta di finanziamenti non bancari è una condizione necessaria non solo per il conseguimento di vantaggi privati, ma anche per accrescere i livelli complessivi di investimento e innalzare la produttività, che rappresentano fattori centrali nello sviluppo di un’economia. Le competenze tecniche e la capacità di orientare gli investitori a compiere scelte consapevoli possono infatti fondamentali nel canalizzare le loro risorse verso impieghi coerenti con una crescita sana del Paese.

Inoltre, l’individuazione di soluzioni efficaci nel garantire la corrispondenza tra la domanda e l’offerta di finanziamenti può contribuire a ridurre l’incertezza, assicurando una maggiore stabilità finanziaria e una migliore protezione dagli shock.

Le esperienze recenti hanno mostrato nitidamente che per affrontare sfide complesse è necessario un efficace “gioco di squadra” tra settore pubblico e privato, per preservare l’efficiente uso delle finanze pubbliche e consentire il necessario processo di normalizzazione della politica di bilancio. In questo contesto, il settore finanziario può fornire un importante contributo per migliorare l’allocazione delle risorse nell’economia e promuovere innovazione, produzione e occupazione.

La regolamentazione deve pertanto orientare queste attività alla realizzazione di benefici collettivi, evitando al contempo il costituirsi di rischi e difetti di trasparenza che possano compromettere i livelli di fiducia e danneggiare il sistema economico complessivo. Solo in questo modo il risparmio potrà consentire alla nostra economia di andare oltre le crisi recenti per avviarsi con slancio verso il futuro.

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