Intervento del ministro Giorgetti all’inaugurazione dell’Anno di Studi 2024/2025 della Scuola Polizia Economico-Finanziaria
07/02/2025Inaugurazione dell’Anno di Studi 2024/2025
della Scuola Polizia Economico-Finanziaria
(Lido di Ostia, 7 febbraio 2025)
Saluto cordialmente il Comandante Generale, il Ragioniere Generale dello Stato che ringrazio per la prolusione, il Comandante della Scuola che oggi ci ospita, tutte le altre Autorità presenti, in particolare, il corpo docenti e i frequentatori dei corsi a cui è dedicata la cerimonia di oggi.
Grazie per l’invito. Torno sempre con molto piacere presso la Scuola di Polizia Economico Finanziaria, polo addestrativo per eccellenza del Corpo, centro di studi e di ricerca in materie giuridiche ed economiche molto apprezzato e conosciuto anche all’estero, forte della spiccata dimensione internazionale che negli anni ha saputo coltivare. Lo abbiamo ascoltato prima, hanno preso parte alle attività didattiche di questo Istituto rappresentanti di ben 170 Paesi. In questo senso la Scuola PEF è senza dubbio un riferimento a livello internazionale per diverse Istituzioni Finanziarie e Giudiziarie, Agenzie di Law Enforcement ed è giusto esserne orgogliosi, come hanno rimarcato nei loro interventi il Comandante Generale e il Comandante della Scuola.
Oggi inauguriamo un nuovo corso di studi che – come da tradizione – si caratterizza per un’offerta formativa multidisciplinare, altamente specialistica e sempre al passo con l’evolversi dei mutevoli contesti nei quali la Guardia di Finanza è chiamata ad operare per tutelare un aspetto fondamentale, la sicurezza economico finanziaria del Paese.
L’evoluzione rapidissima degli scenari internazionali e del quadro economico e finanziario a livello globale impone uno sforzo particolarmente intenso di costante aggiornamento che chiama in causa in primo luogo le Istituzioni e le Amministrazioni più direttamente esposte alle sfide da fronteggiare. Si tratta di un lavoro impegnativo che investe tutti gli apparati di eccellenza tra cui la Guardia di Finanza e su cui occorre investire risorse e competenze. Sono grato pertanto per le iniziative che sono state assunte dal Corpo in questo senso e credo che dovremmo lavorare costantemente sul tema dell’aggiornamento culturale e del rafforzamento degli strumenti di conoscenza ed intervento rispetto a realtà che registrano continue innovazioni, spesso veramente insidiose per la stabilità del sistema finanziario ed economico internazionale, come dimostra anche il sempre più rapido susseguirsi di crisi con effetti deflagranti sull’economia reale.
In questa Scuola il sapere e i valori istituzionali propri del Corpo si incontrano per formare i protagonisti della lotta alla criminalità economica, al riciclaggio, alle frodi fiscali e ad ogni altra forma di illecito in grado di minacciare concretamente l’integrità e la stabilità del nostro sistema economico e sociale.
E oggi una tra le minacce più insidiose e pervasive sulla quale vorrei richiamare la vostra attenzione è rappresentata dal mercato dei cryptoasset, in rapida espansione grazie alla sempre maggiore interconnessione tra il mondo finanziario e quello digitale, che ha attratto da subito gli appetiti della criminalità. L’elenco dei rischi nascosti dietro il complesso e ancora poco conosciuto mercato delle cripto valute è lungo e va dall’anonimato, alla regolamentazione, alla tutela degli investitori e dei clienti, alla governance e ai rischi sistemici.
Le tecnologie digitali, non c’è dubbio, hanno reso tutto molto più fruibile, più veloce, accrescendo la domanda per una nuova finanza digitale, in grado di offrire sempre maggiori opportunità di fare business, di investire in asse virtuali. Ma dobbiamo essere consapevoli che se questa domanda non viene soddisfatta dalle Istituzioni ufficiali, è inevitabile che venga intercettata da organizzazioni criminali. I bitcoin e le altre cripto valute rappresentano la nuova frontiera della tecnologia informatica applicata all’economia e alla finanza. Si tratta di strumenti che offrono grandi opportunità, ma dobbiamo aver ben chiaro che presentano anche un alto rischio per l’estrema volatilità e decentralizzazione che li caratterizzano. Non solo, grazie al loro intrinseco anonimato e alla loro a-territorialità sono diventati anche uno mezzo per riciclare denaro, per transazioni illegali via web da parte di criminali e terroristi, persino utilizzato da alcuni Paesi come valuta alternativa per allentare o eludere le sanzioni che opprimono le loro economie.
Per mitigare simili rischi è necessario trovare un equilibrio tra innovazione e ordinamenti, aumentare la cooperazione internazionale e innanzitutto approfondire la conoscenza e i meccanismi della finanza digitale.
In questa prospettiva il ruolo che può giocare la Scuola PEF è e sarà molto importante. L’Istituto ha, infatti, orientato già da tempo l’offerta didattica anche verso le tecnologie informatiche più avanzate e sui nuovi modelli d’impresa legati principalmente agli strumenti delle blockchain e dei cryptoasset, come abbiamo prima ascoltato.
Le sfide da affrontare per garantire la sicurezza economico finanziaria al nostro Paese sono complesse e molteplici e hanno un obiettivo fondamentale, assicurare la stabilità e la crescita della nostra economia che è anche l’obiettivo che si prefigge il monitoraggio dei conti pubblici ai fini del controllo della spesa, come ci ha appena ben illustrato il Ragioniere Generale, nella sua interessante prolusione.
In uno scenario sempre più turbolento, caratterizzato da conflitti, tensioni commerciali, competizioni per accedere a materie prime rare e tecnologie strategiche, l’Unione Europea, dopo il rimbalzo del post-pandemia, ha subito una perdita di competitività e un progressivo declino economico, con una pressione sui bilanci pubblici sempre più stringente, considerati gli elevati livelli di debito pubblico.
La gestione della politica di bilancio nell’ultimo biennio si è svolta in un contesto particolarmente difficile, caratterizzato da un elevato livello di incertezza geopolitica e da forti pressioni inflazionistiche che hanno portato le autorità monetarie ad aumentare i tassi di interesse di riferimento, con un inevitabile riflesso sul costo del debito pubblico. Uno scenario decisamente sfavorevole per un Paese, come l’Italia, con un livello del debito già molto elevato.
In questo contesto, la stabilità politica e la prudenza delle scelte di finanza pubblica hanno contribuito in modo significativo a ristabilire la credibilità dell’Italia sui mercati, con un dimezzamento del livello dello spread e un notevole beneficio sulla spesa per interessi.
Dopo la positiva valutazione della Commissione europea, il Consiglio della UE ha riconosciuto la bontà della politica economica dell’Italia approvando – lo scorso 21 gennaio – il nostro Piano strutturale di bilancio di medio termine che traccia la rotta per i conti pubblici per i prossimi cinque anni. Si tratta di un piano di rientro ambizioso ma realistico, che prevede un miglioramento della qualità della spesa pubblica, sempre più orientata agli investimenti e al sostegno all’economia.
Ricordo e rivendico che il Governo ha prudentemente deciso di non spendere le risorse derivanti dal miglioramento degli obiettivi per finanziare ulteriori misure. In linea con le nuove regole di bilancio, abbiamo messo da parte i risparmi ottenuti nel 2024 che in futuro, quando occorrerà, potremo eventualmente utilizzare.
Dobbiamo inoltre fare tesoro della ristabilita credibilità dell’Italia e utilizzarla in modo più efficace per influenzare il dibattito e le decisioni sul futuro dell’Europa, sulla necessità di dotare l’Unione di strumenti comuni che ci permettano di affrontare le sfide epocali che abbiamo davanti: in particolare ridurre la dipendenza da fornitori esterni di beni strategici, garantire capacità di autodifesa e completare le transizioni verde e digitale.
Per raggiungere questi obiettivi, saranno necessari investimenti aggiuntivi significativi che non possono essere finanziati semplicemente a livello dei singoli Stati membri, vista la loro entità e i vincoli di bilancio a cui alcuni Paesi sono soggetti. Saranno necessari quindi strumenti comuni, anche nella forma di garanzie pubbliche, combinando le risorse pubbliche della UE e degli Stati membri per attrarre capitali privati su larga scala.
Nessuna spesa è economicamente sostenibile se non siamo in grado di monitorarla. È necessario porre particolare attenzione alla programmazione e al controllo della Spesa Pubblica da parte di tutti gli attori istituzionali coinvolti e sarà fondamentale l’azione investigativa della Guardia di Finanza per evitare che i risultati attesi dagli investimenti pubblici siano compromessi da tentativi di frode, distrazioni o sprechi di risorse, oggi più che mai intollerabili.
Prima di concludere il mio intervento, vorrei rivolgere un particolare ringraziamento al Comandante, al personale della Scuola e ai docenti per la loro qualificata e appassionata azione didattica, ma anche ai frequentatori dei corsi per l’impegno e l’applicazione che, ne sono convinto, dimostreranno per prepararsi al meglio verso quell’eccellenza e quell’innovazione che, da sempre, caratterizzano il Corpo e per sfruttare appieno l’opportunità di crescita professionale loro offerta.
Il sapere è il nutrimento dell’anima, lo sosteneva Platone già nel 400 a.c. e lo recita anche il motto che ispira questa Scuola. E dunque, cari frequentatori, che la vostra anima sia sempre affamata di sapere e dei saperi, per “alimentare” al meglio la vostra conoscenza.
Lo studio e la preparazione specialistica sono strumenti indispensabili per affrontare le complesse sfide che ci attendono con la giusta competenza, la necessaria consapevolezza e la dovuta determinazione. Perché, se è vero che non possiamo prevedere il futuro, è altrettanto vero che possiamo prepararci per affrontarlo al meglio.
Con questi auspici:
“Dichiaro ufficialmente aperto l’anno di studi 2024/2025 della Scuola di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza”.