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Gualtieri: “Non solo bonus, il nostro decreto punta su lavoro e investimenti”

La Repubblica - 08/08/2020

Intervista a cura di Francesco Manacorda e Roberto Petrini

"Un anno fa lo spread era alle stelle e si parlava di Italexit. Oggi è chiaro a tutti che la scelta di dare vita a questa maggioranza è stata un bene per l'Italia e che il governo guidato da Conte, che ha saputo gestire con efficacia una crisi senza precedenti e ha contribuito in misura rilevante allo storico accordo europeo, può completare la legislatura non solo con l'orgoglio di aver salvato il Paese da una deriva drammatica e pericolosa ma con l'ambizione di cambiarlo in profondità". Roberto Gualtieri, ministro dell'Economia in una delle fasi più difficili del Paese, traccia un bilancio dopo aver varato il decreto Agosto, con un'ulteriore dotazione anticrisi da 25 miliardi. E per il futuro assicura: "Il prossimo anno taglieremo l'Irpef".

Signor Ministro, l'emergenza è alle spalle o ci siamo ancora dentro?
"È un po' anche il segno di questo ultimo decreto: è chiaro, siamo ancora nell'emergenza e dobbiamo fronteggiarla al meglio con tutti gli strumenti disponibili. Ma stiamo già passando a quella che sarà la fase cruciale del nostro impegno, quello che ci siamo assunti un anno fa: cambiare il Paese, intervenire in maniera incisiva e strutturale per rimuovere ingiustizie e arretratezze. La misura di decontribuzione per il Sud significa anche e soprattutto questo. Andiamo oltre l'emergenza Covid, affrontiamo nodi e problemi di fondo del nostro Paese".

Tre decreti in sei mesi per fronteggiare l'epidemia: 100 miliardi di maggior deficit. Saranno sufficienti per frenare la recessione?
"Quella di contrastare i pesanti effetti economici del Covid-19 con un forte intervento anticiclico in deficit è una strategia giusta, che abbiamo definito in modo condiviso a livello europeo e internazionale. Senza questi interventi la crisi avrebbe avuto conseguenze economiche e sociali insostenibili che avrebbero compromesso la possibilità di una ripartenza che invece è in corso".

Ma la situazione resta difficilissima, intere categorie - dal turismo al commercio - sono a rischio. Lei ha parlato di un rimbalzo del Pil, nel trimestre in corso, di quasi il 15%. Possiamo aspettarcelo davvero?
"I dati molto positivi della produzione industriale di maggio e giugno dopo il calo senza precedenti di aprile dovuto al lockdown, e alcuni indicatori relativi a luglio mostrano che è in atto una forte ripresa del Pil. Poiché la caduta nel secondo trimestre stimata dall'Istat, cioè il 12,4%, è stata un po' inferiore alle nostre attese, il rimbalzo del terzo trimestre sarà probabilmente lievemente più contenuto del 15% ma pensiamo non lontano da quella cifra. Molto dipenderà dall'evoluzione dell'epidemia e dall'andamento generale dell'economia globale".

A spingere i consumi può essere anche la politica fiscale. Pensa che nel 2021 potremo aspettarci la sospirata riduzione del peso dell'Irpef?
"La scadenza del 20 luglio è alle nostre spalle, ma nel decreto abbiamo rinviato al prossimo aprile il secondo acconto di novembre per Isa e forfettari che hanno subito perdite. Per quanto riguarda la riforma fiscale stiamo lavorando a un modello che prevede una riduzione dell'Irpef, che ricordo il governo ha già avviato quest'anno, e l'assegno unico per i figli da finanziare in parte con una riforma delle detrazioni e dei sussidi ambientali dannosi e in parte col contrasto all'evasione e che potrà essere implementato gradualmente per garantire l'equilibrio della finanza pubblica. Io apprezzo il modello tedesco di progressività con aliquota continua ma su questo non abbiamo ancora deciso".

Il decreto Agosto prevede ancora bonus. Ma dalla fase dei bonus come si passa a una fase segnata dagli investimenti che rimetta in moto lo sviluppo?
"Rivendico la scelta, che ha caratterizzato fin dall'inizio gli interventi del governo, di prestare una particolare attenzione ai più deboli e a chi ha subito più pesantemente gli effetti della crisi. È una scelta non solo doverosa sul piano sociale, ma anche efficace su quello economico. Durante il lockdown erano necessari interventi molto ampi. In questo decreto invece le indennità sono selettive e limitate ai settori più colpiti, come turismo, cultura, ristorazione, mentre il cuore del provvedimento sono misure orientate al lavoro e allo sviluppo come la decontribuzione al Sud e per le assunzioni, i cinque miliardi per gli investimenti degli enti territoriali, il miliardo per gli Ipcei (i progetti europei per le tecnologie strategiche) su microprocessori, batterie e idrogeno, il sostegno all'automotive. Il Recovery Plan che stiamo elaborando per il programma Next Generation Eu sarà tutto incentrato sugli investimenti e fortemente orientato all'innovazione tecnologica e alla transizione energetica".

Naturalmente il deficit, e di conseguenza il debito, stanno aumentando. Per ora il Patto di stabilità è sospeso, ma non rischiamo di doverci sottoporre a un piano di rientro faticoso?
"L'orientamento europeo, positivamente diverso da quello, improntato all'austerity, assunto in occasione della crisi precedente, è di una gradualità e sostenibilità del percorso di riduzione del deficit per evitare contraccolpi negativi sulla ripresa e sull'economia. Vorrei poi sottolineare che la straordinaria coesione dimostrata dall'Ue, che si è tradotta nei massicci interventi della Bce e nell'accordo sul Recovery Fund, ha contribuito, insieme alla solidità dei fondamentali dell'economia italiana ed alla credibilità del governo, a tenere basso lo spread che ora è tornato ai livelli pre-Covid e può ridursi ancora. Naturalmente è interesse dell'Italia presentare una credibile strategia di medio termine di riduzione del debito basata su una politica di bilancio responsabile e su un aumento strutturale della crescita e della produttività: è quello che faremo con la Nadef insieme al Recovery Plan".

Come vede l'autunno? C'è il rischio che la crisi più dura sia solo rimandata da queste misure?
"Abbiamo deciso di finanziare altre diciotto settimane di cassa integrazione Covid e abbiamo prolungato le misure sulla liquidità per imprese e partite Iva, anche con il rinvio dell'acconto di novembre per chi ha avuto perdite, proprio per accompagnare la fase della ripresa senza commettere l'errore di interrompere troppo presto l'azione di sostegno all'economia. Ovviamente non bisogna abbassare la guardia e soprattutto sarà decisivo evitare una seconda ondata di contagi".

Sui licenziamenti c'è stato un braccio di ferro all'interno del governo e la Confindustria ha parlato di un rischio di "pietrificazione" dell'economia. Non lo temete?
"È stato giusto prolungare il blocco dei licenziamenti e al tempo stesso collegarlo alla disponibilità di strumenti alternativi più che a una data fissa. Finché un'azienda avrà a disposizione la Cassa Covid non potrà licenziare. È una scelta equilibrata".

Una delle misure di maggior impatto è il cuneo fiscale per il Sud che prevede una decontribuzione del 30%. Che effetto avrà sull'economia?
"È una scelta di portata storica, che segna una decisa svolta che mette al centro della politica economica del Paese la questione meridionale intesa come grande questione nazionale, da cui dipende la possibilità di tutto il Paese di rilanciare la sua unità e la sua capacità di sviluppo. È una misura che favorirà l'occupazione e avrà effetti espansivi derivanti dall'aumento dei consumi, degli investimenti e della competitività, il cui impatto positivo si riverbererà su tutta l'economia nazionale. La sua efficacia sarà rafforzata dal miglioramento della dotazione infrastrutturale del Mezzogiorno e dalle riforme volte a aumentare l'efficienza della pubblica amministrazione e della giustizia. A regime saranno quasi 5 miliardi, anche se a partire dal 2026 la decontribuzione inizierebbe a ridursi gradualmente per poi terminare nel 2030. Intendiamo finanziare questa operazione col programma React Eu che fa parte del pacchetto Next Generation Eu".

Dopo la bufera delle passate settimane si parla meno di Recovery Fund e Mes. Due domande: quando arriveranno i primi soldi liquidi del Recovery? Seconda: aderiremo o no al Mes?
"Forse se ne parla meno nel dibattito pubblico, ma il governo è al lavoro per elaborare i piani di investimenti e riforme. Abbiamo l'occasione irripetibile di rendere l'Italia più moderna, più sostenibile e più coesa, affrontando molti dei suoi problemi di fondo e valorizzando le sue straordinarie potenzialità. Non ce la faremo sfuggire. Intanto proprio ieri ho firmato insieme alla ministra Catalfo la richiesta ufficiale alla Commissione di 28,5 miliardi per il programma Sure, finalizzato al sostegno al lavoro e all'occupazione. Sul Mes valuteremo più avanti".

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