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Audizione del ministro Gualtieri sull’applicazione delle misure riguardanti il credito e la liquidità [Commissione Parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario] – 4 giugno 2020

04/06/2020

Grazie presidente Ruocco, onorevoli componenti della Commissione d’Inchiesta sul sistema bancario,

vi ringrazio innanzitutto per l’opportunità che mi viene offerta di fornire un primo bilancio dell’applicazione delle misure riguardanti il credito e la liquidità e vi ringrazio anche per il lavoro importante che state svolgendo su questo tema di estrema utilità anche per il Governo. Il Governo ha adottato queste misure sulla liquidità, come è noto, con l’obiettivo di contribuire a contrastare l’impatto dell’epidemia sulle condizioni economiche e finanziarie delle famiglie e del sistema produttivo del Paese, ed evitare l’innescarsi di una spirale negativa di contagio dell’economia reale, e poi dall’economia reale al sistema finanziario e poi successiva retroazione da quest’ultimo all’economia reale.

Il bilancio che noi oggi possiamo fare è necessariamente preliminare perché le misure stanno dispiegando i propri effetti e, in particolare quelle contenute nel Decreto Liquidità, che è stato pubblicato in gazzetta 8 settimane fa, stanno entrando solo ora, potremmo dire, pienamente “a regime”. Proprio oggi c’è stato un voto molto positivo, in Aula, sulla conversione del Decreto Liquidità.

A partire dallo scorso 29 marzo, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha promosso insieme al MISE la costituzione di una Task Force informale tra i principali soggetti impegnati a realizzare ed eseguire le misure di supporto alla liquidità, per monitorarne l’attuazione, per fornire gli stimoli e gli indirizzi necessari e anche per dare conto dell’attività di implementazione di queste misure nelle competenti sedi istituzionali, attraverso la pubblicazione di report settimanali che conoscete molto bene e che sono tra le fonti del vostro lavoro.

Nell’ambito dei lavori che la Task Force conduce, un contributo importante proviene anche dalle indicazioni che pervengono da cittadini, imprese e soggetti istituzionali. Tra i quali, appunto, ringrazio in particolare questa Commissione per il dialogo che ha voluto instaurare con la Task Force e il supporto e gli stimoli forniti al fine di identificare disfunzioni e affrontarle per superarle.

Nel corso del mio intervento fornirò un quadro di insieme delle varie misure attivate dal Governo, illustrerò il disegno a esse sotteso e il rapporto di complementarietà tra i diversi strumenti, per poi descriverne contenuti ed effetti, condividendo con Voi prime valutazioni di efficacia e alcune considerazioni in ordine ai possibili sviluppi, alla luce del consolidamento delle prassi operative. Ho qui poi una serie di dati che Vi consegno, per poterli poi esaminare in modo più approfondito, e che contengono alcune delle risposte alle domande che probabilmente mi rivolgerete più nel dettaglio nel corso di questo incontro.

1. Le misure governative a sostegno della liquidità: il quadro di insieme

L’intervento a sostegno della liquidità delle famiglie e delle imprese si è basato principalmente attraverso due strumenti: le moratorie dei finanziamenti in essere, da un lato, e il rilascio di garanzie a favore di nuova finanza, dall’altro.

Prima di soffermarmi su tali misure, sottolineo che esse rappresentano solo una parte di un più ampio e articolato insieme di interventi di sostegno e rilancio, di cui ho dato conto nelle precedenti audizioni in Parlamento.

Moratorie e garanzie operano e sono state introdotte tenendo in considerazione il loro rapporto di complementarietà.

La moratoria è uno strumento rapido, efficace sin da subito, semplice nella sua applicazione. È immediatamente operativa con una semplice comunicazione – anche tramite email – che è effettuata direttamente alla banca da parte dell’impresa che se ne voglia avvalere. Funge da essenziale “rete di sicurezza” che consente di far fronte immediatamente all’improvviso e imprevedibile calo delle entrate, permettendo di rinviare i pagamenti dovuti a un momento in cui l’emergenza sia cessata e le attività abbiano ripreso il loro corso ordinario, e di usufruire altresì dell’eventuale liquidità accordata dall’intermediario prima dell’epidemia.

Rispetto alla moratoria, la garanzia dello Stato erogata a fronte di nuova finanza ha un obiettivo complementare: essa ha una finalità più strutturale, in quanto volta a supportare le imprese non solo nel breve periodo ma anche in funzione di bisogni e disegni imprenditoriali di medio e lungo periodo.

Al contempo, rispetto alla moratoria lo strumento del finanziamento assistito da garanzia comporta necessariamente un maggior grado di scrutinio, perché implica – seppur con intensità diverse in relazione agli importi e alle forme tecniche dei finanziamenti – la gestione di un inevitabile trade-off tra l’esigenza di dare rapidamente un supporto alle imprese, da un lato, e la necessità di evitare abusi ovvero utilizzi criminali, dall’altro. Ciò significa che il finanziamento assistito da garanzia statale ha richiesto più tempo per essere impostato ed integrato nei processi operativi e tecnologici delle banche. Anche se ci sono stati istituti più rapidi ed efficienti di altri, così come numerosi casi di malfunzionamento e criticità, che vanno individuati, risolti e monitorati, occorre essere consapevoli che vi è un fisiologico ed inevitabile “tempo di apprendimento” di cui occorre tener conto. Su questi aspetti tornerò nelle conclusioni di questa relazione.

2. Le iniziative di moratoria

L’Italia è stata il primo Paese a definire e introdurre la moratoria ex lege, e a rappresentare alle competenti istituzioni europee l’esigenza di tenere conto di questa misura sia nel Quadro Temporaneo per l’applicazione delle regole sugli Aiuti di Stato, sia nell’applicazione delle regole prudenziali in tema di qualificazione dei crediti oggetto di moratoria, evitando che essi siano considerati “posizioni ristrutturate” o implichino una valutazione negativa della qualità creditizia dei debitori. Grazie a questi interventi interpretativi da noi sollecitati, la misura è stata successivamente adottata – in ragione della sua efficacia – da diversi altri Paesi europei.

Da una rilevazione a carattere sistematico effettuata dalla Banca d’Italia presso le banche, risulta che, a soli due mesi dall’iniziale attivazione delle misure di moratoria, ex lege e/o volontaria, sono pervenute circa 2,4 milioni di domande o comunicazioni di moratoria su prestiti, per poco meno di 260 miliardi. Questo semplice dato è già un’indicazione importante dell’ampio successo riscontrato dalle varie iniziative di moratoria poste in essere.

Si stima che, in termini di importi, circa l’85% delle domande o comunicazioni relative alle moratorie sia stato accolto dalle banche, pur con differenze tra le varie misure; il 2% circa è stato sinora rigettato; la parte restante è in corso di esame. Più in dettaglio, il 46% delle domande di moratoria provengono da società non finanziarie (a fronte di prestiti per 176 miliardi). Le domande delle famiglie riguardano prestiti per circa 80 miliardi.

Alla luce di tali dati, credo si possa affermare che, quando da parte di alcuni si lamentano ritardi nell’azione del Governo a supporto dell’economia reale, si trascura o non si tiene nella giusta considerazione questo importante filone di azione, i cui esiti già oggi appaiono ben al di là delle più ottimistiche previsioni iniziali, quando avevamo stimato in 220 miliardi i crediti oggetto di moratoria.

2.1. Moratoria ex lege sui crediti delle micro, piccole e medie imprese (art. 56 DL 'Cura Italia')

Dall'emanazione del decreto legge 'Cura Italia', le domande o comunicazioni di moratoria ex lege a favore delle PMI ai sensi dell’art. 56 sono state particolarmente numerose e hanno rappresentato la parte preponderante di quelle complessivamente pervenute alle banche: al 22 maggio erano state presentate quasi 1,2 milioni di domande, per un controvalore di circa 149 miliardi di euro.

La Banca d’Italia evidenzia che, al fine di ridurre i tempi medi di lavorazione, le banche hanno progressivamente rafforzato i processi interni e adottato specifiche misure organizzative: hanno costituito gruppi di lavoro dedicati; fatto ricorso a risorse del back-office; adattato le procedure informatiche in precedenza utilizzate per la gestione delle moratorie volontarie, si sono impegnate a riaccreditare le rate dei finanziamenti nei casi in cui esse sono state addebitate sui conti della clientela nell'attesa del perfezionamento della moratoria. Queste misure sono state adottate in un contesto di emergenza senza precedenti, con una significativa componente di attività svolta in regime di lavoro delocalizzato.

In base ai dati disponibili al 22 maggio, si stima che sinora, in termini di importi, circa l'89% delle domande o comunicazioni relative alle moratorie ex art. 56 sia stato accolto; solo l'1% sarebbe stato rigettato; la parte restante sarebbe in corso di lavorazione.

2.2. Moratoria per mutui prima casa (art. 54 decreto legge 'Cura Italia')

Con specifico riferimento alle iniziative di moratoria a supporto delle famiglie indebitate, i decreti "Cura Italia" e "Liquidità" hanno ampliato i criteri per accedere al cosiddetto Fondo Gasparrini, che consente di sospendere le rate del mutuo prima casa e offre un contributo dello Stato sulla quota per interessi.

Si stima che fino al 22 maggio siano state presentate circa 147.000 domande di accesso al Fondo, per un controvalore di mutui pari a circa 13 miliardi di euro e un importo medio di circa 89.000 euro. A inizio maggio il numero di domande pervenute al gestore si attestava a poco più di 50.000 (circa un terzo)[1]. L'adesione a questa misura appare pertanto in decisa accelerazione. Un numero anche questo molto alto, senza precedenti.

Lo straordinario numero di richieste di accesso al Fondo Gasparrini - subordinato all'autorizzazione rilasciata da Consap SpA, società pubblica incaricata della sua gestione - ha determinato alcune iniziali criticità e ha richiesto la necessità di approntare specifiche soluzioni informatiche e operative da parte di Consap e delle banche, che si sono trovate a gestire quotidianamente un numero di richieste superiore a quelle che in media venivano ricevute nell'arco di un anno. Al fine di rendere più spedite le procedure, Consap ha già attivato una nuova piattaforma informatica.

Inoltre, in sede di conversione del decreto "Liquidità" sono state previste modifiche normative volte a snellire il processo di lavorazione. È stato previsto che le banche possano procedere immediatamente alla sospensione dalle rate successivamente alla verifica della completezza e della regolarità formale della domanda, senza attendere l'esito dell'esame di Consap. Inoltre, Consap - ricevuta dalla banca per via telematica la domanda di sospensione - dovrà comunicare l'esito dell'istruttoria entro 20 giorni; la domanda si considererà comunque accolta decorso tale termine, in mancanza di un riscontro espresso di Consap.

2.3. Moratorie promosse da singoli intermediari o associazioni di categoria

Queste moratorie ex lege hanno portato allo sviluppo delle moratorie promosse dalle associazioni di categoria, che si sono avvalse dei suddetti chiarimenti ottenuti in merito all’applicazione delle regole prudenziali sulla qualità delle esposizioni soggette a moratoria, sono essenzialmente riconducibili agli accordi sottoscritti dall'Associazione Bancaria Italiana (ABI) e dall'Associazione Italiana del credito al consumo e immobiliare (Assofin), con le associazioni di imprese e consumatori.

L'ordine di grandezza di queste moratorie è paragonabile a quello delle moratorie ex lege, sia come numerosità delle domande sia come importo. Sulla base dei dati rilevati settimanalmente dalla Banca d'Italia, fino al 22 maggio sono pervenute oltre 1 milione di richieste di moratoria di categoria e individuali, per un controvalore di circa 99 miliardi di euro.

Le analisi della Banca d’Italia evidenziano che gli utenti hanno diffusamente aderito a queste iniziative delle banche, che in alcuni casi riguardavano prodotti finanziari o clienti non rientranti nei requisiti previsti per accedere alle moratorie ex lege (ad es. credito al consumo, mutui per la ristrutturazione, per l'acquisto di abitazioni diverse dalla prima casa o mutui che, pur essendo connessi all'acquisto dell'abitazione principale, non presentano le caratteristiche idonee all'accesso del Fondo Gasparrini).

3. Il Fondo Centrale di Garanzia per le PMI

Il primo intervento in ordine di tempo sul fronte delle garanzie è avvenuto, come noto, potenziando la capacità operative e finanziarie del Fondo Centrale di garanzia per le PMI, per il quale da ultimo il Decreto Rilancio ha previsto lo stanziamento di ulteriori 4 miliardi e in sede di conversione del DL Liquidità sono intervenuti alcuni significativi emendamenti.

Il Mediocredito Centrale (MCC) segnala che sono complessivamente 476.225[2] le domande di garanzia accolte dal Fondo Centrale PMI nel periodo dal 17 marzo al 2 giugno 2020, per un importo complessivo di circa 18 miliardi di euro. Di queste, 439.738 sono riferite a finanziamenti fino a 25.000 euro, con percentuale di copertura al 100%, per un importo finanziato di oltre 9 miliardi di euro che, secondo quanto previsto dalla norma, possono essere erogati senza attendere l’esito definitivo dell’istruttoria da parte del Gestore. Per quanto riguarda l’erogato, i dati di cui disponiamo risalgono al 22 e indicano 6,6 miliardi di erogato, che presumibilmente oggi dovrebbe essere molto vicino ai 9 miliardi autorizzati, lo verificheremo appena saranno disponibili i dati.

Si consideri che un mese fa le richieste di garanzia sui prestiti fino a 25.000 euro accolte dal Fondo di Garanzia erano poco più di 1000, per un importo di circa 26 milioni di euro mentre già a metà maggio tale numero era salito a quasi 240.000, per circa 5 miliardi di euro di importo. Il trend delle richieste è quindi in crescita esponenziale (pervengono al Fondo circa 20.000 istanze al giorno).

Va chiarito che una garanzia dello Stato pari al 100%, che tra i grandi Paesi è stata introdotta solo in Italia e Germania, non significa che il ruolo della banca erogatrice si riduca a quello di semplice agente di pagamento. Una garanzia è efficace se aiuta ad accedere a un credito che può essere ripagato, così da liberare le risorse per nuove garanzie su nuovi crediti (effetto leva). Non si tratta quindi di un contributo a fondo perduto e va considerato che sebbene ci si possa avvalere di verifiche semplificate e fondate sulla responsabilizzazione del richiedente, permane comunque un trade-off tra rapidità e ampiezza dell’erogazione e rischi di abusi e sprechi nell’utilizzo di risorse pubbliche, se non addirittura di infiltrazioni criminali. Anche in Germania ad esempio la qualità del credito è verificata attraverso il requisito di avere bilanci passati in utile. E il tasso di interesse richiesto è ben superiore a quello applicato in Italia sulla base del decreto.

Le banche hanno espresso timori di poter incorrere in rischi legali per incauta erogazione del credito, ed eventuale concorso in reati di bancarotta. Tali timori appaiono ridimensionati alla luce del più recente intervento normativo sulla portata legale delle autodichiarazioni.

La Task Force creata tra il MEF e le altre autorità di settore ha istituito dei canali per raccogliere le segnalazioni da parte della clientela sulle problematiche di accesso alle misure previste dai Decreti, similmente a quanto fatto dalla Commissione: in particolare, la Banca d’Italia ha potenziato i propri strumenti di contatto con l’utenza bancaria mediante una specifica sezione del proprio sito internet dedicata alla ricezione di esposti e un numero verde dedicato alle segnalazioni. Effettivamente le segnalazioni e gli esposti alla Banca d’Italia relativi ai finanziamenti fino a 25.000 euro hanno rappresentato nelle prime settimane di maggio più del 40% del totale. Tra le principali lamentele si annoverano: i) il mancato tempestivo riscontro alle richieste (21%); ii) lungaggini procedurali (16%); iii) la presenza di segnalazioni in Centrale dei Rischi o in altri Sistemi di informazioni creditizie (15%).

Nel complesso, credo si debba esprimere una valutazione di cauto ottimismo sui concreti risultati che iniziano a delinearsi dopo le difficoltà iniziali, sebbene non si può ignorare che i dati rilevano anche l’esistenza di criticità, in alcune banche più che in altre.

Il numero in valore assoluto di richieste ricevute e di garanzie rilasciate dal FCG è assolutamente significativo, sia per numero delle pratiche sia per il valore, come ho ricordato poc’anzi. Tuttavia dalle prime segnalazioni ad hoc che la Banca d’Italia riceve dalle banche emerge come nella fase di avvio delle garanzie lo scarto tra il numero di domande presentate e le erogazioni fosse molto elevato, addirittura ben inferiore al 50%. Circa le presumibili ragioni di questo scarto, va riconosciuto che le banche hanno dovuto modificare le proprie procedure operative e informatiche, nonché l’allocazione del personale per far fronte a un volume di domande senza precedenti, peraltro in un regime di esteso lavoro remoto. Poi ci sono stati anche istituti che si avvalevano di service esterni che hanno provocato un effetto collo di bottiglia. Ci sono differenze dunque tra istituto e istituto.

D’altro canto, occorre anche osservare come questo “delta” tra domande ed erogazioni si sta riducendo considerevolmente di settimana in settimana, e la settimana scorsa si attestava a circa il 50% delle domande ricevute, un dato tuttavia ancora insoddisfacente. Premesso che un certo scarto tra questi due flussi (in entrata e in uscita) rimarrà anche a regime ed è del tutto fisiologico che ci sia – sia per i tempi istruttori, sia perché non tutti i richiedenti hanno i presupposti per ricevere il finanziamento – osservo che è presumibile e auspicabile che il suddetto trend di miglioramento continui anche con le prossime rilevazioni. Continueremo a monitorare, anche rispetto alle singole banche. Con riguardo a queste ultime peraltro osservo che le rilevazioni mostrano che alcune di esse siano riuscite a soddisfare le domande di finanziamento con percentuali molto elevate e diametralmente opposte a quelle di altre, il che dimostra che l’assetto normativo non è di certo la variabile di ostacolo alla riuscita di queste operazioni.

Grazie al contributo del Parlamento, in sede di conversione del Decreto Liquidità, la misura dei prestiti interamente garantiti dallo Stato è stata significativamente potenziata con: innalzamento a 30.000 euro dell’importo finanziabile (e la possibilità di incrementare in conseguenza l’importo per i finanziamenti già concessi); il riferimento - alternativo al fatturato - al parametro di spesa per il personale; l’allungamento a 120 mesi dell’ammortamento; la possibilità di contrarre finanziamenti fina a 30 anni e garantiti all’80% dallo stato e al 100% con i confidi; la semplificazione del calcolo del tasso. Inoltre, in un’ottica di opportuna semplificazione, è stato esteso (anche per le altre tipologie di prestiti garantite dal fondo PMI) il ricorso all’autocertificazione da parte dell’impresa, con l’esonero esplicito della banca erogante dall’obbligo di richiedere ulteriore documentazione sulle materie oggetto di autocertificazione.

Per quanto poi attiene alle operazioni di rinegoziazione e consolidamento del debito in cui vi sia tuttavia credito aggiuntivo in misura almeno pari al 10% dell’accordato, che in conversione è stato portato al 25% (art. 13, comma 1, lett. e), i dati aggiornati a inizio giugno evidenziano che questa fattispecie rappresenta solo lo 0,5% in termini di numero di domande pervenute al FCG (2,5% in termini di importo finanziato).

In prospettiva, un punto di attenzione è relativo agli emendamenti introdotti all’articolo 13 in sede di conversione in legge del DL liquidità, sia per i prestiti fino a 25.000 euro, sia per il credito aggiuntivo minimo nelle ipotesi di rinegoziazione del debito. Queste modifiche, pur tese a un maggior favore degli schemi di garanzia nei confronti dei potenziali debitori, potrebbero allungare i tempi di lavorazione, se non disegnati con accuratezza: in particolare, occorrerà individuare soluzioni che consentano alle banche di proseguire con il processo deliberativo in corso riferito alle domande già presentate, al fine di evitare che il loro iter di valutazione debba essere iniziato di nuovo, per tener conto delle modificate caratteristiche contrattuali, con ulteriori invii di flussi informativi, e quindi con il rischio di possibili ingolfamenti del sistema e connesso allungamento dei tempi di erogazione. Anche con riferimento a queste fattispecie, potrà fare la differenza la capacità delle banche di adottare al proprio interno soluzioni organizzative, tecnologiche ed operative che consentano – ove possibile – di incorporare in modo automatico queste modifiche, riducendo al minimo ulteriori adempimenti contrattuali e prevedendo la possibilità di trattare in modo massivo l’inoltro delle domande aggiornate ai nuovi parametri di legge. Mi risulta che ABI e MCC sono già al lavoro a tal fine.

Infine, coerentemente con le preoccupazioni più volte espresse anche in questa Commissione in ordine all’opportunità di ampliare, ove possibile, il supporto alla liquidità anche a soggetti in temporanea difficoltà finanziaria, in sede di emendamento del DL liquidità è stata estesa la possibilità di accesso al Fondo Centrale di garanzia anche in favore di beneficiari finali che, pur presentando esposizioni classificate come inadempienze probabili o come esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate anche prima del 31 gennaio 2020, abbiano al momento della richiesta ripreso il normale pagamento delle proprie passività e le banche presumano l’integrale rimborso dell’esposizione. Ciò al fine di assicurare un efficiente utilizzo delle risorse del Fondo ed evitare il rischio che siano poste a carico della garanzia dello Stato imprese senza prospettive di recupero.

4. SACE: Garanzia Italia

È chiaro il rapporto di complementarietà tra Garanzia Italia e FCG, dato che la prima è deputata a gestire richieste di finanziamenti di importo maggiore presentate da Mid e Large company, e opera solo in via additiva sul fronte del finanziamento alle PMI e small mid cap, nel caso in cui gli importi dei finanziamenti non possano essere coperti dal FCG.

Nel periodo dal 20 aprile (data di entrata in esercizio della garanzia ex art 1 del DL 23 del 8 aprile 2020) e fino al 2 giugno, le richieste di garanzia sono state concesse garanzie su 44 richieste, per un importo complessivo di 419 milioni di finanziamenti.

Al 2 giugno risultano in lavorazione 3 richieste di garanzia per un importo complessivo pari a 6.720 milioni di euro, di cui 2 sono state deliberate e in attesa dell’emissione del decreto MEF, per un importo pari a 420 mln.

Di particolare rilevanza, come è noto, è l'accordo per il finanziamento da 6,3 miliardi di euro con FCA Italy, interamente dedicato alle attività italiane dell'azienda automobilistica. Visto il rilievo dell’operazione l’autorizzazione sarà soggetta a particolari condizioni relative tra l’altro al pagamento dei fornitori strategici per la produzione negli impianti italiani, alla realizzazione degli investimenti in Italia, in particolare quelli dedicati allo sviluppo ed all'elettrificazione dei nuovi modelli in produzione nei vari impianti. La realizzazione dell'intervento avrà "rilevanti ricadute in termini di occupazione, investimenti e innovazione sostenibile", specie considerando l’articolato tessuto di aziende fornitrici di piccole e medie dimensioni che fanno parte della filiera FCA in Italia.

Infine, le potenziali operazioni di finanziamento in fase di valutazione e istruttoria da parte delle banche si confermano in circa 250 per un valore complessivo di circa 18,5 miliardi di euro. Una volta terminata l’attività di istruttoria, costruzione dei pool e conseguente delibera, le banche accreditate sul portale dedicato, a oggi oltre 200, presenteranno le richieste a SACE, che emetterà la garanzia entro 48 ore dalla ricezione come già accaduto per le richieste di garanzie fino ad ora ricevute e emesse in poche ore attraverso la piattaforma digitale dedicata.

Da questi dati, emerge chiaramente come gli importi in gioco in Garanzia Italia siano importi elevati, per cui le esigenze di istruttoria e valutazione del merito creditizio dei richiedenti sono necessariamente più complesse e articolate di quelle che si hanno nel caso del FCG. SACE lavora sui volumi di erogato più che sulla quantità di richieste ricevute: l'effetto può essere quello di avere numeri non troppo significativi per le pratiche di istruttorie, ma un effetto in termini di volumi molto alto.

È evidente come, per questa tipologia di interventi, sia particolarmente rilevante l’esigenza di trovare un appropriato bilanciamento tra, da un lato, le istanze pratiche di rapidità ed effettività dell’azione di sostegno e, dall’altro, l’esigenza di disporre di appropriati controlli.

Al fine di tenere nel dovuto conto tutte le possibili opportunità di semplificazione dei processi di lavoro, in sede di conversione del Decreto Liquidità è stato previsto, anche per i finanziamenti garantiti da SACE, il ricorso ad un modulo di autocertificazione che consente all’impresa di autocertificare alcuni dati necessari alle banche e a SACE per valutare l’erogazione del finanziamento e della garanzia

Con il DL Rilancio e la conversione del DL Liquidità, l’intervento di Garanzia Italia è stato inoltre rafforzato.

In particolare, ne è stato ampliato l’ambito di operatività, con:

  • la garanzia sull’assicurazione dei crediti commerciali a breve termine (art. 35 DL 34/2020), per gli indennizzi generati dalle esposizioni relative a crediti commerciali maturati dall’entrata in vigore del decreto e fino al 31/12/2020. In Italia, tale mercato vale 250 miliardi e dà copertura a circa 15 mila imprese, in prevalenza PMI. La garanzia pubblica è volta a scongiurare il rischio di una paralisi del mercato dell’assicurazione del credito con un effetto-domino sulla liquidità delle imprese e sull’economia;
  • l’estensione alle operazioni di factoring pro solvendo, che consentirà alle aziende di accedere anche a tale strumento per le proprie esigenze di capitale circolante;
  • l’ampliamento alle emissioni obbligazionarie e altri titoli di debito emessi da imprese italiane a cui sia attribuito un rating almeno pari a BB+, nell’ottica di allargare l’intervento per la liquidità a forme alternative a quelle del finanziamento bancario.

Parallelamente sono stati anche rafforzati i presidi, poiché saranno escluse le imprese che controllano direttamente o indirettamente società con sede in paradisi fiscali ed è stato esteso l’obbligo di non distribuire dividendi o procedere al riacquisto di azioni proprie fino al 31/12/2020, all’ipotesi in cui l’azienda abbia già effettuato una distribuzione nel corso del 2020 (in tal caso il divieto coprirà i 12 mesi successivi alla richiesta dell’intervento pubblico).

Il significativo rifinanziamento del Fondo che fronteggia la garanzia dello Stato verso l’operatività di SACE (incrementato di 30 miliardi con l’art. 31 del DL Rilancio) dà il senso del carattere strategico che il Governo attribuisce all’intervento. In prospettiva, credo si possa essere assolutamente fiduciosi sul fatto che, nei prossimi mesi, i volumi di SACE si confermeranno molto significativi.

5. Considerazioni conclusive

In conclusione, voglio ribadire che semplificazione e connessa responsabilizzazione dei soggetti coinvolti sono le due principali direttrici che caratterizzano le misure sinora adottate: si è inteso valorizzare la responsabilità del singolo, anche a sostegno della rapidità delle banche erogatrici, facendo leva sullo strumento dell’autodichiarazione e sulle conseguenze anche penali in caso di mendacio, sia per le moratorie sia per il rilascio delle garanzie.

Al contempo, si è affidato un compito rilevante alle istituzioni bancarie e finanziarie, unici attori in grado di garantire un afflusso adeguato e sufficientemente rapido di risorse al sistema economico, attesa la capillarità e la consuetudine nell’interlocuzione finanziaria con famiglie e imprese.

Infine, sono stati selezionati in modo oculato i soggetti pubblici a cui affidare la gestione delle garanzie pubbliche, individuati tra istituzioni (Fondo PMI, SACE) già rodate e ben interfacciate con il sistema bancario e finanziario e con l’utenza e vorrei ringraziarli per questo, sia Fondo PMI che SACE stanno mostrando buona prova e stanno lavorando con efficienza.

Il mix di queste scelte rappresenta un sistema che, una volta entrato in funzione, sta progressivamente dimostrando la propria efficacia.

Ciò non deve far ridurre l’impegno che tutte le parti coinvolte devono continuare a profondere per migliorare il funzionamento dell’operazione. Ci sono molti margini di miglioramento.

In particolare, mentre la moratoria ha fornito da subito buoni riscontri in termini di efficacia, per le garanzie l’inizio è stato più difficile per le ragioni che ho approfondito. E ora che i numeri stanno significativamente migliorando, persistono però differenze, e quindi margini di miglioramento ulteriori che noi auspichiamo si realizzeranno con una omogeneità a livello più alto ed efficace possibile, e anche con una incorporazione, la più rapida ed efficiente possibile, delle innovazioni introdotte positivamente dal Parlamento in sede di conversione, che possano rappresentare un’occasione ulteriore per migliorare la qualità, la portata e i tempi di erogazione di questo strumento che da solo non può essere risolutivo. È infatti solo una componente degli interventi di natura economica, ma che ha un rilievo estremamente importante per garantire una tenuta del sistema economico delle famiglie e delle imprese di fronte a una crisi senza precedenti.

Vi ringrazio per il vostro impegno.

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Audizione del ministro Gualtieri sull’applicazione delle misure riguardanti il credito e la liquidità [Commissione Parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario] – 4 giugno 2020
 

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[1] Comunicato congiunto Task Force N° 96 del 06/05/2020.
[2] In particolare, le domande accolte relative alle misure introdotte con i decreti ‘Cura Italia’ e ‘Liquidità’ sono 473.616, pari a un importo di circa 17,5 mld di euro di finanziamenti.