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Audizione del ministro Gualtieri sul DL Rilancio [Commissioni congiunte 5a Senato e 5a Camera] – 26 maggio 2020

26/05/2020

Signori presidenti, onorevoli deputati e senatori, buongiorno.

Vi ringrazio per avermi invitato in Parlamento per illustrare i contenuti del decreto-legge “Rilancio”.

Dopo le misure contenute nel cosiddetto nel Decreto “Cura Italia” e gli interventi disposti sulla Liquidità, il “Decreto Rilancio” stanzia ulteriori risorse e contiene misure importanti per gestire la cd. Fase 2. Con l’obiettivo duplice di affrontare la crisi senza precedenti innescata dalla pandemia da Covid-19 con la prosecuzione e il rafforzamento degli interventi già predisposti e, al tempo stesso, di fornire stimoli e di mettere in campo interventi necessari alla ripresa del Paese.

Come noto, si tratta di un provvedimento che per ampiezza e risorse mobilitate è senza precedenti. E d’altronde non poteva che essere così, vista la portata della crisi che ha investito il Paese e vista la scelta molto chiara che il Governo ha assunto fin dall’inizio di rispondere e reagire a questa crisi con interventi di bilancio e stimolo economico consistenti e adeguati.

Abbiamo cercato nella predisposizione di questo decreto di ascoltare le preoccupazioni e le indicazioni pervenute dal mondo produttivo, dai settori sociali; abbiamo cercato di dialogare e di ascoltare e abbiamo tenuto conto anche degli indirizzi del parlamento e degli ordini del giorno presentati nella conversione dei precedenti interventi. Pensiamo che il metodo del dialogo sia essenziale e quindi contiamo naturalmente sull’apporto del Parlamento anche per poter ulteriormente migliorare questo decreto.

L’insieme delle misure ha un impatto come noto in termini di indebitamento netto di 55 miliardi e di 155 miliardi in termini di saldo netto da finanziare. Nel complesso gli interventi fin qui posti in essere ammontano a 75 miliardi in termini di indebitamento netto. E l’obiettivo è sia contribuire ad assorbire lo shock e sia introdurre rafforzamenti cruciali come quello sanitario.

Si tratta di risorse imponenti, con le quali si interviene non soltanto per dare continuità al sostegno necessario a superare questa fase, ma anche per rafforzare in modo strutturale la sanità (con maggiori risorse per il potenziamento delle strutture e i servizi di assistenza sanitaria), sostenere e tutelare le categorie tutti i segmenti della società, anche quelli finora esclusi dai vari strumenti di protezione (colf, badanti e altri soggetti in particolari condizioni di fragilità), con l’obiettivo di salvaguardare la struttura del nostro sistema produttivo affiancando agli interventi già adottati sulla liquidità sia contributi a fondo perduto sia misure di sostegno e rilancio delle imprese strategiche, investire nel capitale umano con significativi stanziamenti in favore della scuola e dell’università.

C’è quindi nel decreto una strategia di rilancio dell’economia che il governo svilupperà ulteriormente in un grande piano fatto di riforme e investimenti. In questo piano ci sono i primi elementi importanti, che vanno oltre l’emergenza, penso ad esempio alla definitiva cancellazione delle clausole di salvaguardia: si eliminano gli aumenti di Iva e accise previsti a partire dal 2021, a beneficio dell’economia, ma anche della trasparenza del bilancio pubblico. Inoltre, con questo provvedimento iniziamo a guardare oltre le stringenti necessità contingenti, intervenendo su alcuni dei fattori che hanno sin qui limitato il pieno sviluppo del sistema con interventi mirati su istruzione, università e ricerca, sanità, investimenti e sistema produttivo che ci aiutino a favorire una ripartenza che sia anche al passo con le sfide della nostra epoca e favoriscano la transizione verso modelli di sviluppo maggiormente sostenibili, resilienti e innovativi.

Sono interventi necessari se guardiamo ai dati relativi al primo trimestre dell’anno diffusi recentemente dall’Istat, che fotografano chiaramente la gravità della crisi che ha colpito il tessuto economico-sociale. La decisione obbligata del lockdown, che è stata decisiva per fermare il contagio, ha avuto inevitabilmente un impatto sul PIL, che nei primi tre mesi dell’anno ha fatto registrare una contrazione del 4,7% per effetto di un forte calo della domanda, sia interna sia internazionale. E ovviamente c’è stato un forte impatto dalle misure anti-contagio sui consumi, che, eccetto nel settore alimentare, sono fortemente diminuiti nei mesi di marzo e aprile.

Ciò a sua volta si è riflesso sulla situazione delle imprese, molte delle quali hanno registrato un crollo dei fatturati che, complice l’incertezza riguardante l’evoluzione della situazione epidemiologica, ha determinato una revisione in negativo delle decisioni di investimento in diversi settori.

È questa quindi una situazione che si ripercuote su milioni di cittadini e imprese e che verosimilmente richiederà del tempo per essere recuperata, nel solo mese di aprile è stato autorizzato un numero di ore di cassa integrazione pari a quelle dell’intero 2009.

È quindi fondamentale fornire adeguati sostegni per non lasciare indietro nessuno e questa è stata sin dall’inizio una precisa scelta politica di questo Governo, che crediamo avrà anche un impatto positivo sull’evoluzione del prodotto reale che, come già evidenziato in sede di audizione sul DEF, per prudenza non è stato quantificato nel recente Documento di economia e finanza.

Il Decreto “Rilancio”

Il decreto “Rilancio” contiene misure che possono essere aggregate in sei linee di intervento, che riguardano:

  • Salute e sicurezza;
  • Lavoro e inclusione sociale;
  • Sostegno alle imprese;
  • Fisco e ristori;
  • Enti territoriali;
  • Interventi per la ripresa.

Salute e sicurezza

Da qualche giorno siamo pienamene entrati nella cosiddetta fase 2. È il tempo della responsabilità, della convivenza con il virus, della graduale normalizzazione della nostra vita dopo mesi difficili. L’esperienza che abbiamo vissuto ci ha mostrato quanto sia importante avere presìdi territoriali pronti a intervenire in modo rapido per arginare e contenere la diffusione di focolai locali.

Per questo abbiamo proseguito l’azione predisposta con il primo decreto, destinando oltre 5 miliardi al potenziamento dell’assistenza territoriale e al rafforzamento della dotazione di personale e di mezzi del sistema sanitario, della Protezione civile e delle Forze dell’ordine.

Il rafforzamento strutturale della rete ospedaliera e l’assunzione di personale è uno dei pilastri dell’intervento in ambito sanitario. Le strutture ospedaliere saranno messe in grado di assicurare un’assistenza pronta e adeguata ai pazienti. Per questa finalità vengono assegnati 1,9 miliardi di euro, che consentiranno un incremento strutturale di 3.500 nuovi posti letto di terapia intensiva, la riqualificazione di 4.225 nuovi posti letto di area semi intensiva, e la creazione di 300 posti letto di terapia intensiva in strutture movimentabili, cui si aggiungono altre misure di potenziamento e ristrutturazione che riguarderanno i pronto soccorso e l’acquisto di mezzi di soccorso, dedicati e predisposti al trattamento di eventuali nuovi casi.

Il secondo pilastro riguarda il potenziamento della rete di assistenza territoriale, che in molti casi è già stata fondamentale per il trattamento precoce dei casi in assistenza domiciliare. Tra i vari interventi segnalo l’introduzione della figura dell’infermiere di famiglia, un contingente di circa 10 mila unità (8 ogni 50 mila abitanti) per sostenere l’assistenza domiciliare integrata ai pazienti in isolamento domiciliare e ai malati cronici.

Il decreto Rilancio, inoltre, si propone di consentire alle regioni e alle province autonome di utilizzare le risorse già previste dal decreto-legge n. 18 del 2020 (circa 250 milioni), in modo più flessibile per far fronte alle esigenze derivanti dall’emergenza sanitaria in corso. Le predette risorse possono essere destinate non più soltanto alla “remunerazione delle prestazioni di lavoro straordinario del personale sanitario”, ma, più in generale, alla “remunerazione delle prestazioni correlate alle particolari condizioni di lavoro del personale dipendente delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale”. A tal fine, è previsto l’incremento anche dei fondi contrattuali incentivanti attraverso la possibilità per le regioni e province autonome di incrementare per l’anno 2020 gli importi previsti da DL n. 18 del 2020, fino a complessivi 500 milioni di euro. Il decreto prevede inoltre un incremento di 190 milioni delle risorse da trasferire alle regioni e destinate al personale sanitario. Nel complesso, quindi, 690 milioni di euro.

Particolare attenzione è assicurata ai disabili e a tutte le persone in condizioni di fragilità, cui è destinato il rifinanziamento del Fondo per le non autosufficienze e di quello per l’assistenza alle disabilità gravi prive del sostegno familiare. Istituiamo inoltre il Fondo di sostegno per le strutture semi-residenziali per le persone con disabilità.

Ci sono poi ulteriori interventi per incrementare le risorse a disposizione per il finanziamento delle borse di studio per i medici specializzandi e per l’assunzione di 170 medici militari. Peraltro, sono incrementate anche le risorse per gli straordinari e le retribuzioni del personale ospedaliero. Vengono infine stabilite modalità straordinarie di svolgimento dei concorsi pubblici presso il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità.

Il fondo emergenze nazionali sarà rifinanziato con ulteriori 1,5 miliardi, a cui si aggiungono 300 milioni destinati alle funzioni di gestione dell’emergenza affidate alle Forze Armate, alle Forze di Polizia e al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, in parte al pagamento degli straordinari e delle indennità di ordine pubblico.

Lavoro e inclusione sociale

Per non lasciare solo nessuno e cercare di essere al fianco di ogni persona che affronta i costi economici e sociali dell’emergenza, sono stanziati circa 25 miliardi, in aggiunta agli oltre 11 miliardi del “Cura Italia”: vengono stanziati per sostenere l’occupazione e garantire i redditi e le condizioni di vita delle famiglie italiane, anche con nuove misure di sostegno a favore di platee in precedenza scoperte.

Le imprese potranno continuare a usufruire della cassa integrazione, del fondo di integrazione salariale e dei fondi di solidarietà anche nella fase della ripartenza. Questi strumenti sono infatti confermati e prorogati per ulteriori 9 settimane, che potranno essere richieste in due periodi successivi di 5 e 4 settimane.

È un intervento a favore di milioni di lavoratori ed è stato importante estendere la Cassa a tutti i tipi di lavoro. Insieme al blocco dei licenziamenti, sospesi per altri 5 mesi, e alla proroga per ulteriori due mesi di NASPI e DIS-COLL (l’indennità di disoccupazione mensile), si tratta quindi di un intervento molto significativo a sostegno del lavoro e dell'occupazione.

Sappiamo però che qualcosa non ha funzionato in maniera efficace. Mi riferisco in particolare alla CIG in deroga la cui erogazione, in alcune aree del paese, ha subìto ritardi dovuti alla complessità delle procedure finora vigenti, che prevedevano un doppio passaggio autorizzatorio, il primo da parte delle regioni e il secondo dell’INPS che paga infine il trattamento. Siamo quindi intervenuti in modo molto incisivo, in collaborazione con la Conferenza delle Regioni, per snellire la procedura. A partire dalle prossime richieste basterà rivolgersi all'INPS che anche al momento della prima prenotazione della Cassa Integrazione, entro due settimane, anticiperà il 40% del trattamento dovuto ai lavoratori.

Colgo l’occasione per ricordare che l'accordo con le banche non prevede che i cittadini debbano essere provvisti del modulo SR41 ma che possano andare in banca a chiedere l'anticipo già al momento della domanda dell'azienda in regione. E invito le regioni a semplificare il meccanismo rendendo disponibili alle banche le liste delle aziende e delle persone di cui hanno autorizzato la cassa integrazione.

Per quanto riguarda l’indennità per i lavoratori autonomi, i lavoratori stagionali e i collaboratori, è stata erogata in tempi molto rapidi – vorrei ringraziare l’Inps – già la seconda tranche: 4 milioni di lavoratori hanno ricevuto, in tempi record, il pagamento. Coloro che, per errori e imprecisioni, sono rimasti in coda riceveranno nei prossimi giorni le rate richieste.

Inoltre, l’indennità relativa al mese di maggio per la sua terza erogazione sarà aumentata a 1.000 euro.

Per quanto riguarda i professionisti, lasciatemi chiarire due aspetti. Il primo che con la soppressione del requisito dell’iscrizione esclusiva alla cassa professionale la platea dei beneficiari dell’indennità si allarga, quindi molte migliaia di persone che non hanno avuto accesso in precedenza ora ce lo avranno; il ministero del Lavoro e il MEF stanno predisponendo il decreto attuativo per mettere in condizione le casse di erogare i 600 euro nei prossimi giorni, importo che, per il mese di maggio, ammonta a 1.000 euro.

Sono confermate anche le misure sul congedo parentale e sul bonus babysitter, che per coloro che non lo abbiano finora utilizzato sarà riconosciuto in una unica soluzione da 1.200 euro, che potrà essere utilizzata anche per l’iscrizione ai centri estivi. I dipendenti del settore privato e pubblico con figli minori di 14 anni avranno comunque il diritto di svolgere le proprie mansioni, laddove possibile, in modalità agile fino al termine dello stato di emergenza.

Sempre in tema di lavoro, segnalo anche l’intervento di regolarizzazione temporanea dei migranti, che garantirà, soprattutto nel contesto emergenziale attuale, la dignità delle persone, la sicurezza sanitaria, la tutela della legalità e le esigenze del mercato del lavoro.

Oltre alla conferma degli strumenti finora delineati, il decreto istituisce anche un nuovo strumento temporaneo per l’aiuto ai più bisognosi, il Reddito di Emergenza che, con un assegno graduato da 400 a 800 euro a seconda dell’ampiezza del nucleo, sarà corrisposto a circa 1,9 milioni di famiglie in difficoltà perché sprovviste di reddito, pensioni o altri sostegni e, finora, esclusi da tutti i sussidi previsti.

Infine, è previsto un indennizzo a favore di colf e badanti che, a causa dell’emergenza, non hanno potuto lavorare in questo periodo.

Sostegno alle imprese

Accanto al sostegno a lavoratori autonomi e dipendenti, il decreto prevede un corposo intervento di sostegno alle imprese.

Accanto al sostegno a lavoratori autonomi e dipendenti, il decreto prevede un corposo intervento di sostegno alle imprese. Si tratta di un mix di misure, tra i più articolati e completi in Europa, graduato sulla dimensione e la tipologia di impresa.

Il pacchetto di misure da oltre 16 miliardi, a cui vanno aggiunti interventi sul fisco, è utilizzato per erogare contributi a fondo perduto, incentivi e agevolazioni, forme di rafforzamento patrimoniale e ricapitalizzazione. Si tratta di interventi che cercano di indirizzare la ripartenza dell’economia lungo sentieri virtuosi di investimento, innovazione, individuazione di nuovi indirizzi strategici, crescita dimensionale.

Per le imprese fino a 5 milioni di fatturato, dopo le misure previste dai decreti “Cura Italia” e “Liquidità”, interveniamo con azioni di ristoro a fondo perduto per le imprese che hanno avuto perdite di fatturato rispetto allo scorso anno. I ristori saranno parametrati al volume di ricavi o compensi e andranno da un minimo di 1.000 euro fino a un massimo di circa 50.000 euro.

A ciò si aggiunge il sostegno agli affitti che potranno essere recuperati fino al 60% delle somme versate con un apposito credito di imposta. Le piccole imprese potranno inoltre beneficiare di una riduzione degli oneri fissi sulle bollette elettriche, che consentiranno di allineare il costo totale al reale consumo di energia, che nei mesi di chiusura è stato sostanzialmente nullo.

Un impegno senza precedenti è rappresentato anche dagli interventi per favorire la ricapitalizzazione, contribuire ad assorbire le perdite, agevolare la ripartenza e garantire la salvaguardia delle imprese medie e grandi, anche con misure innovative, in linea con gli indirizzi europei per il settore recentemente aggiornati con il nuovo Temporary Framework.

Per le imprese fra 5 e 50 milioni di fatturato, si è privilegiata la semplicità e la standardizzazione dei meccanismi al fine di incentivare aumenti di capitale eseguiti dai soci. Si prevedono incentivi fiscali, sotto forma di credito d’imposta (il 20% del conferimento fino a 2 milioni di euro) agli investitori, tanto persone fisiche che giuridiche. Un ulteriore credito d’imposta è previsto anche a fronte delle perdite 2020: il credito d’imposta è pari al 50% delle perdite eccedenti il 10% del patrimonio netto, entro il limite del 30% dell’aumento di capitale eseguito.

Infine è prevista anche la sottoscrizione tramite una società pubblica di strumenti subordinati emessi dalle società tra 10 e 50 milioni di euro di fatturato, per un importo massimo pari al minore fra tre volte l’aumento di capitale e il 12,5% del fatturato 2019. Anche in questo caso quindi l’elemento imprescindibile è l’esecuzione di un aumento di capitale e anche qui i limiti della misura derivano dal Quadro temporaneo. Pur non essendo strumenti di capitale, ai titoli è riconducibile un effetto positivo in termini di rafforzamento patrimoniale, in ragione della subordinazione e dell’assenza di pagamenti prima del rimborso. […]

In questo contesto segnalo anche l’istituzione del “Patrimonio Rilancio” in CDP, che consentirà di effettuare interventi di supporto alla ricapitalizzazione di S.p.A. con sede in Italia che abbiano un fatturato superiore ai 50 milioni di euro.

L’intervento nasce con lo specifico obiettivo di supportare la patrimonializzazione delle imprese in un momento critico e sostenerne la ripresa a valle dell’emergenza con un sostegno incisivo da parte dello Stato. Gli interventi del patrimonio destinato avranno carattere temporaneo e avverranno di preferenza tramite strumenti convertibili, che combinano flessibilità e impatto positivo sul rating e sullo standing creditizio dell’impresa beneficiaria.

Gli uffici stanno già lavorando all’elaborazione del decreto attuativo, con il quale saranno definiti condizioni, criteri e requisiti di accesso per le due modalità operative, quella promozionale, in applicazione del Temporary Framework, e quella secondo logiche e condizioni di mercato, in ogni caso tenendo conto delle esigenze indicate dal decreto stesso (sviluppo tecnologico, infrastrutture critiche e strategiche, filiere produttive strategiche, sostenibilità ambientale; livelli occupazionali).

Grande attenzione sarà rivolta ai profili, già sottolineati nei primi commenti e reazioni al decreto, relativi a impegni accessori e governance, anche per le ipotesi di intervento al di fuori del Temporary Framework. Su questo naturalmente il Governo si confronterà con il Parlamento.

Le soluzioni del decreto attuativo, tanto per la modalità sostegno pubblico quanto per quella a mercato, dovranno essere discusse con la Commissione europea, con la quale saranno avviate interlocuzioni, che sono in realtà già partite, non appena definito l’approccio del decreto.

Il patrimonio potrà anche intervenire in operazioni di ristrutturazione di imprese in crisi con prospettive di rilancio. Questo tipo di operatività risente ancora più delle altre degli stringenti vincoli eurounitari, qualsiasi sia la modalità di intervento prescelta.

A queste misure si affiancano quelle a sostegno alla liquidità delle imprese vengono stanziati 34,2 miliardi a copertura delle garanzie di Sace e per il rifinanziamento del Fondo PMI e di ISMEA.

Al fine poi di assicurare alle imprese e ai professionisti l’erogazione dei pagamenti dovuti dalle pubbliche amministrazioni per forniture, appalti e prestazioni professionali è previsto uno stanziamento complessivo di 12 miliardi che coprirà le anticipazioni di liquidità erogate con il supporto operativo della Cassa Depositi e Prestiti a regioni, province, città metropolitane, comuni ed enti del servizio sanitario nazionale. A ciò vanno aggiunti ulteriori 3 miliardi che arriveranno alle Regioni dallo sblocco previsto dal decreto della quota premiale legata agli adempimenti da loro dovuti in materia sanitaria, finalizzata anch’essa ad accelerare il pagamento dei fornitori delle Aziende sanitarie.

Stiamo parlando quindi di una ingentissima iniezione di liquidità nel sistema, che sicuramente contribuirà a sostenere l’attività delle imprese in questa fase così complessa.

Una parte delle misure è dedicata infine al mondo delle start-up, piccole imprese molto innovative che in un contesto difficile come quello attuale potrebbero trovare delle difficoltà particolari a stare sul mercato. Importante anche la costituzione del Fondo per il trasferimento tecnologico finalizzato alla promozione di iniziative e investimenti utili alla valorizzazione e all’utilizzo dei risultati della ricerca presso le imprese operanti sul territorio nazionale.

Fisco e ristori

Gli aiuti diretti alle imprese sono accompagnati da misure fiscali, attraverso le quali si cerca di contenere l’impatto sugli operatori economici, in particolare quelli più piccoli, e non appesantire la ripartenza di attività rimaste ferme per un lungo periodo.

Il decreto prevede lo slittamento al 16 settembre dei versamenti fiscali e contributivi già sospesi in precedenza, e i contribuenti potranno anche rateizzare i versamenti sospesi.

L’intervento più rilevante è la cancellazione del saldo 2019 e della prima rata di acconto 2020 IRAP di giugno. È una importante misura di sostegno, risultato di un dialogo positivo con l'associazione delle imprese che ha avanzato una richiesta che abbiamo ritenuto giusto accogliere, seppure in parte. Lo sgravio riguarderà tutte le imprese fino a 250 milioni di fatturato e rappresenta un taglio alle tasse valutabile in 4 miliardi per circa 2 milioni di imprese.

Ad alberghi, pensioni, stabilimenti balneari e termali e altre aziende del comparto turistico non sarà richiesta la prima rata dell’IMU di quest’anno, mentre ristoranti, bar e altre strutture di pubblico servizio saranno esentate, fino al 31 ottobre, dal pagamento della TOSAP sia con riferimento alle occupazioni di suolo pubblico in essere sia sugli spazi aggiuntivi necessari per rispettare il distanziamento sociale.

Per partecipare ai costi che le imprese, i lavoratori autonomi e i professionisti, gli enti non commerciali compresi quelli del Terzo del settore e religiosi, dovranno sostenere per adeguarsi ai nuovi requisiti sanitari, innalziamo al 60% il credito d’imposta già previsto dai precedenti decreti.

A completamento di questa misura viene inoltre azzerata per il 2020 e ridotta al 5% a partire dal 2021 l’aliquota IVA su beni e dispositivi medici e di protezione individuale come ventilatori polmonari, mascherine, guanti, gel disinfettanti e altri prodotti per la sicurezza dei lavoratori.

Infine, come ricordavo, vengono soppresse definitivamente, a partire dal 1° gennaio del 2021, le “clausole di salvaguardia” su IVA e accise introdotte anni fa, mentre è rinviata al 1° gennaio 2021 l’entrata in vigore di plastic e sugar tax.

Enti territoriali

Per far fronte alle minori entrate che affluiranno nelle casse degli enti locali, salvaguardare gli equilibri di bilancio e assicurare, comunque, l’erogazione dei servizi essenziali, si prevede l’istituzione di un fondo con una dotazione di 3,5 miliardi di euro, in favore di comuni, province e città metropolitane.

Già nelle more della definizione dei criteri di riparto del fondo, al fine di tenere poi conto della carenza di liquidità che sta interessando alcuni enti locali, è prevista l’erogazione, entro il 29 maggio, di un anticipo del 30% del fondo stesso, parametrata alle entrate proprie di ciascun ente.

Ulteriori interventi in favore dei comuni sono previsti a ristoro delle minori entrate per IMU settore turistico (75 mln), per imposta di soggiorno (100 mln) e per TOSAP (128 mln). Un analogo fondo di 1,5 miliardi è previsto a favore di Regioni e Province autonome, finalizzato a ristorare le minori entrate necessarie per l’erogazione dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di sanità, assistenza e istruzione, cui si aggiunge un ulteriore fondo di 448 milioni per il ristoro delle minori entrate IRAP.

Infine, 500 mln sono previsti per il TPL (trasporto pubblico locale). Abbiamo detto ai Comuni che avvieremo un tavolo di monitoraggio delle entrate e quindi siamo pronti ad aumentare le risorse stanziate nel decreto, monitorando l’effettivo andamento delle entrate degli Enti Locali.

Premesse per la ripartenza economica e sociale

Contestualmente ai necessari interventi di sostegno, si prevede di destinare parte delle risorse disponibili per guardare sin d’ora oltre l’emergenza sanitaria, attraverso interventi finalizzati ad assicurare alla nostra economia adeguate prospettive di sviluppo.

Vengono quindi finanziate misure volte a favorire investimenti funzionali a un modello di sviluppo sostenibile e resiliente, come ad esempio il credito d’imposta al 110% per i lavori di efficientamento energetico e riduzione del rischio sismico degli edifici, che permetterà di dare sostegno al settore edilizio, migliorare la sostenibilità ambientale delle nostre abitazioni. È previsto come noto anche la cedibilità del credito di imposta.

Rilanciare il Paese significa anche pensare al domani. Il decreto guarda al futuro, con risorse molto importanti per la Scuola e il più grande stanziamento per l’Università e la ricerca da molto tempo.

Alla scuola sono destinati 1,5 miliardi in due anni, che serviranno a programmare il rientro a settembre in piena sicurezza, anche attraverso una maggiore digitalizzazione della didattica. Inoltre il corpo docente viene poi rafforzato con l’assunzione di ulteriori 16.000 insegnanti già a partire da quest’anno.

Investiamo sul futuro anche con la destinazione di 1,6 miliardi nel triennio 2020-2022 al rafforzamento delle Università e del sistema della ricerca che è decisivo per il futuro del Paese. Le risorse stanziate saranno in parte utilizzate per l’assunzione di 4.000 ricercatori e per la definizione del più grande PRIN (piano di ricerca di interesse nazionale) mai realizzato nel nostro Paese.

Ci sono poi risorse importanti a sostegno del turismo.

Per sostenere il comparto in un momento di grande difficoltà e dare una spinta al suo rilancio, il decreto fornisce un forte stimolo alla domanda di servizi turistici nella forma di un credito di imposta riconosciuto ai nuclei familiari con ISEE inferiore a 40.000 euro. Il credito potrà essere utilizzato, per l’80%, come corrispettivo dei servizi alberghieri richiesti che gli esercenti avranno la facoltà di cedere, sia ai propri fornitori di beni e servizi sia ad altri soggetti privati.

Accanto a questo sono inoltre previsti interventi di sostegno strutturale al settore turistico, attraverso la costituzione del “Fondo per la promozione del turismo in Italia” e del “Fondo Turismo” finalizzato a incentivare investimenti nel settore con operazioni di mercato. Ulteriori interventi saranno attivati nel quadro della ripresa economica, nell’ambito anche dell’implementazione del piano europeo per la ripresa, che sarà articolato anche intorno al costituendo Recovery Fund. Ricordo poi che al settore turistico e a quello ricettivo, sono destinati 2 miliardi di risorse attraverso credito di imposta, per finanziare gli investimenti volti all’adeguamento alle nuove condizioni di prudenza e distanziamento previste dalle regole definite a livello nazionale.

Conclusioni

Siamo quindi di fronte a un provvedimento molto significativo che cerca di sostenere un Paese che ha saputo mostrare un fortissimo grado di responsabilità, forza, coraggio, determinazione e che adesso può incamminarsi sulla strada della ripresa, della prudenza, della ripartenza attraverso un sostegno forte che viene da questo Governo e che sono certo verrà ulteriormente rafforzato e migliorato attraverso il dialogo proficuo con il Parlamento.

Come dicevo, questo intervento conclude il trittico delle misure più dirette ad affrontare l’emergenza, ma apre anche il quadro degli interventi volti a pianificare e indirizzare la ripresa, non solo dal punto di vista quantitativo – ripresa che noi auspichiamo, come prevediamo anche nel DEF, possa assumere una dimensione molto significativa in termini di ripresa del PIL – ma anche verso la strada dello sviluppo sostenibile nella direzione della sostenibilità, dell’innovazione, della coesione sociale e territoriale. Come tutte le crisi, anche questa può presentare delle opportunità di modernizzazione e innovazione e sono certo che con il lavoro comune che faremo potremo aiutare il Paese, non solo a superare e affrontare una delle più grandi crisi economiche che abbia mai conosciuto, ma anche a indirizzarsi sulla strada dello sviluppo inclusivo, sostenibile e innovativo.

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