Il testo dell'articolo è il risultato di una procedura di conversione testuale automatica che può generare degli errori nel testo. Source : PANORAMA Page of Review : 1 Page of Document : 3 Page of NewsPaper : 26 Category :ECONOMIA E POL. INTERNA Author :SECHI MARIO RASSEGNA FLASH Abstract : E io sarò il mastino antisDeculatori Si capisce la ragione che muove quest signori: tentano di rifarsi delle perdite stellari subite con la crisi delle bors Intervista Giulio Tremonti all'attacco degli affaristi senza scrupoli che affamano il mondo e divorano i nostri risparmi. Come fermarli? Il ministro dell'Economia ha una ricetta in tré punti. Che comincia a convincere anche molti partner europei. di MARIO SECHI ^^B iulio Tremonti divide (et impera). Mentre l'Italia fa ancora i giro- tondi, l'Europa discute Isull'analisi impietosa dei ministro dell'Economia su globalizzazione e mercato. Un'analisi che ha lasciato il segno sull'agenda politica di Bruxelles. Il quotidiano redesco Han-(kisblatt qualche giorno fa lo descriveva come il «mastino» antispeculatori, trofeo ambito in un paese che ha lanciato la metafora biblica delle «locuste» del capitalismo finanziario. Giulk (et l'iiai tond suir Ministra Tremanti, anche Benedetto XVI ha puntato l'indice contro gli speculatori. Che succede? Si legga la Genesi. Tutte le cose importanti hanno inizio da una parola. La parola speculazione, che ha. un altissimo valore semantico, politico e soprattutto etico. È una parola che è stata usata poco negli ultimi anni e sarà usata moltissimo nei prossimi. La speculazione è la pesce del Ventunesimo secolo. Molti giustificano quello che sta accadendo sui mercati come qualcosa di ineluttabile. Siamo di fronte a un male necessario del capitalismo che diventa un male e basta e distrugge il capitalismo stesso, quando da eccezione diventa regola, quando passa dal marginale al fondamentale. In questo momento nei mercati ci sono più contratti speculativi che barili di petrolio. Non è un fenomeno nuovo. Nella storia c'è anche la speculazione sui tulipani... solo nel campo finanziario, ma anche in quello delle materie prime, le cosiddei-ce «comroody» (petrolio, grano, metalli..., ndr). Da secoli fa parte dei mercati. Da Venezia ai clipper, alla navigazione a lunga distanza, quando si speculava sul valore delle merci «in arrivo». E allora dov'è il problema? Un adagio inglese dice che per muovere i solidi ci vogliono i liquidi. L'errore sta nel fatto che non sono i liquidi a muovere i solidi, ma i liquidi a sostituire, in una dimensione illusoria, virtuale e immaginifica, i solidi stessi. È Ìl caso degenerativo in cui una parte diventa il tutto e si moltiplica in modo esponenziale. Si sta gonfiando la terza bolla? Dirò una cosa che tutti, o quasi, sanno, ma nessuno dice: è sempre la stessa bolla. Quella della new economy si è trasformata nella bolla della subprime economy e ora nella bolla speculativa sul petrolio e sul cibo. La borsa è speculazione. Non dovrebbe forse basarsi su questo? Finché la speculazione è finanziaria (finanza su finanza) l'impatto è contenuto in un comparto chiuso. Ma questa volta la speculazione ha scelto il campo d'azione sbagliato. Perché? Le materie prime sono un campo a elevata pericolosità sociale. Si capisce la «ragione» degli speculatori: tentano di rifarsi delle perdite stellari subite con la crisi del comparto finanziario. > > Ifuturologihannodisegnatounosce-nario chiamato «skyrocket», con il prezzo del petrolio alle stelle ed effetti sociali devastanti. Cosa accade? Alla base di tutto ci sono i fondamentali, la domanda di energia e di cibo che viene dall'Asia. E non sono certo io a ignorare questo fenomeno- Nei mio libro La paura e la speranza segnalo che nel 1990 la domanda di energia dei paesi asiatici era al 18 per cento del globale, nel 2030 balzerà al 36, di cui il 22 per cento della sola Cina, che insieme all'India raddoppierà il suo bisogno di energia. Nel 2050 il prodotto interno lordo della Cina sarà di 48 trilioni di dollari, maggiore di quello degli Stati Unici (37 trilioni di dollari) e doppio rispetto a quello europeo (18 trilioni di dollari). Fin qui siamo nel meccanismo della domanda e dell'offerta. Ma i conti per alcuni sembrano non tornare. Siamo nella logica della «long du-rée». Ma su questo processo di lunga durata si inserisce un fenomeno nuovo ed esterno: la curva dei prezzi s'impenna improvvisamente e per intensità; dimensione e velocità non trovano spiegazione nei fondamentali. Le bolle speculative stanno scoppiando in maniera rawi- '~~ cinata. È un caso? È giusto porsi la domanda sul meccanismo causale di questo fenomeno. Si può dare una risposta medioevale: «pose hoc ergo prop-ter hoc» (dopo di quesro, quindi per questo). Oppure si può dare una risposta più moderna e razionale, alla Isaac Newton: causa-effec-EO- In ogni caso l'impennata dei prezzi è troppo a ridosso della crisi finanziaria per escludere a priori che ci sia un legame fra le perdite accumulate sul mercato finanziario e il tentativo di rifarsi speculando sul mercato delle commodity. Quale la differenza? Speculare sulla finanza ha impatto sociale ed economico relativamente minore e meno drammatico della speculazione sull'energia e sul cibo.. Gli effetti di questo tipo di speculazione sono drammatici perché non erodono solo le basi dello sviluppo industriale, ma anche le strutture sociali, sulle quali hanno un impatto regressivo. Nei paesi poveri causano le rivolte del pane, nei paesi meno poveri erodono le basi del wel-fàre state, impoveriscono insieme i bilanci delle famiglie e i bilanci degli stati. Così cresce la domanda di giustizia e decresce la possibilità di risposta. I recenti scandali finanziari, per esempio il caso Parmalat, hanno visto le banche scaricare sui risparmiatori le perdite. Sarà di nuovo così? Un ulteriore rischio collaterale è che il meccanismo inserisca nuovi prodot- > > ti speculativi sulle commodiry nel portafoglio dei risparmiatori. Così la terza bolla finirà per esplodere non solo nella vita dei cittadini (con il caroprezzi), non solo sui bilanci degli stari (con insostenibili spese per maggiori interessi sul debito pubblico), ma anche direttamente nel risparmio delle famiglie. Si dice che il tema reale dell'Ecofin sia stato il seguente: l'Europa sta suggerendo ai governi di preparare le popolazioni all'ipotesi sempre più realistica di una riduzione del tenore di vita. È vero? I governi europei stanno responsabilmente valutando questa indicazione. Certamente una soluzione si trova nella produzione e nel risparmio di energia, ma è una formula che presuppone tempi medio-lunghi. Nel durante e nel breve periodo servono anche risposte politiche. Quali? Per esempio l'incremento della tassazione sugli ex «profitti di regime» che è nei programmi di molti governi europei e non solo europei. Dalla sovraim-posizione petrolifera decisa in Egitto ai programmi politici dei democratici americani. Qual è il ruolo di Palazzo Chigi in questo II contributo del governo italiano è anche nel senso di aver aperto la questione della speculazione. A questo punto si impone la domanda di Lenin; che fare? Problemi nuovi non si risolvono con soluzioni vecchie. A problemi nuovi devono corrispondere soluzioni nuove. Facciamo un elenco? La prima ipotesi che abbiamo fatto (e non è nazionale ma generale) è incrementare i margini di deposito ob-bligaiori sui contratti speculativi delle commodity- Ci hanno detto che è una soluzione tecnicamente sbagliata. E invece basca andare su Google: vanno in questo senso due proposte di legge presentare al Senato e al Congresso Usa. E ancora, su Google: la testimonianza resa al comitato della Home-land security del Senato Usa il 20 maggio scorso da Michael W. Masrers, investitore istituzionale della Masrers capitai managemenr-Andiamo avanti: altre soluzioni? Quella avanzata il 7 luglio scorso, durante il verrice dell'Eurogruppo: applicare gli articoli 81 e 82 del trattato di Roma in maceria di antitrust. Ci hanno detto che non era tecnicamente realizzabile perché la speculazione non sarebbe Europa su Europa, ma dal-, l'esterno "sull'Europa e dùnque-fuori ' dal-campo di applicazione del trattato. Peccato che tutta la prassi e la giurisprudenza antitrust siano state costruite negli scorsi" decenni in base alla. teoria degli effetti: se c'è un effetto discorsivo sul mercato, può essere contrastato anche se prodotto da soggetti esterni all'Europa. Allude al caso Microsoft? Ce ne sono decine. • Sembra una missione impossibile. Ci è siate anche detto che è necessaria la prova della collusione speculativa- Peccare che il trattato di Roma parli anche di carrelli e monopoli. Messa in questi termini , la questione non è solo sulla speculazione in senso stretto, diventa un problema di assetto complessivo del mercato. È uno scenario in cui l'Europa è una fortezza chiusa ma espugnabile? L 'Europa applica le sue regole e costruisce al suo interno il mercato perfetto. Peccato che dall 'esterno sull'Unione agiscano con forza crescente soggetti che non hanno caratteristiche di mercato . Quali? Si va dai fondi sovrani ai monopoli e dai duopoli ai carcelli-Parafrasando il suo libro: per l'Europa c'è più paura che speranza? Il futuro dell'Europa si gioca su una grande questione politica : se deve essere passiva o arriva. Se deve accettare o, essendo la più grande potenza economica del mondo, se debba reagire pur nel rispetto delle regole fondamentali. IL presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, ha detto che è ora di imporre uno stop ai cartelli che alzano il prezzo del petrolio. Trichet è benvenuto a bordo? In Europa non esiste il decreto legge. Il processo politico è lenco e complesso. Include fasi di iniziativa e discussione, ma alla fine ha sempre dimostrato di sapersi sviluppare in termini costruttivi e positivi. «Le lac s'esc dégelé», il lago s'è disgelato. • Incrementi enormi L'impennata dei contratti sul valore futuro di alcune materie prime negli ultimi 5 anni: questa tabella è stata presentata al Senato Usa da Michael W. Masters. ICacao ~aan t167i«, " Caffè ras" ^ÌM'ib'1 _*40