Il testo dell'articolo è il risultato di una procedura di conversione testuale automatica che può generare degli errori nel testo. Source : SOLE24ORE Page of Review : 1 Page of Document : 3 Page of NewsPaper : 3 Category :ECONOMIA E POL. INTERNA Author :CARABINI ORAZIO RASSEGNA FLASH Abstract: La Finanziaria 2007 INTERVISTA AL MINISTRO DELL'ECONOMIA Malessere. «La questione settentrionale c'è: Sindacati- «Sono stati più abili nel gestire da noi una prima risposta, ma non basta» il marketing sui risultati raggiunti» «L'impresa al centro della manovra» Padoa-Schioppa: grossi benefici dal taglio al cuneo e non era una scelta scontata di Grazio Cara bini Una "questione settentrionale" esiste, ammette Tommaso Padoa-Schioppa, ma la "sua" Legge finanziaria non contribuisce certo a inasprirìai anzi. E in questa intervista al Sole-24 Ore il ministro dell'Economia, un po' sorpreso per le critiche piovute sul Governo dal mondo imprenditoriale, ribadisce che il Governo ha compiuto un grande sforzo per migliorare la competitivita delle imprese attraverso la riduzione del cuneo fiscale. Ministro, la Legge Finanziaria ha fatto riesplodere la "questione settentrionale". Perché? Il malessere del Nord ha radici lontane che contano più della Legge finanziaria. Le sue origini vanno ricercate molto indietro nei tempo. Il successo politico della Lega Nord, che risale a 20 anni fa, è esso stesso un effetto, non una causa; l'incubazione di quel successo è cominciata 30, forse 40 anni fa. Evidentemente le cause non sono state rimosse. Quali sono secondo lei? Ne vedo due: l'inefficienza dello Stato e i modesti risultati delle politiche meri-dionalistiche. In una parte importante del Nord prevale ia tradizione municipalistica, soprattutto nel lombardo-veneto, La gente percepisce lo Stato come pesante, inefficiente, fortemente meridionaliz-zaCo. La carriera nel settore pubblico non attira i giovani, se si eccettuano la magistratura e l'università: io stesso quando decisi, dopo essermi laureato alla Bocconi, di entrare al servizio dello Stato ero guardato da amici e conoscenti come uno stravagante. C'è un senso di estraneità allo Stato: il funzionario pubblico non proviene dallo stesso ambito regionale, parla con un accento diverso. Quanto alle politiche per il Sud, esse non hanno prodotto risultati soddisfacenti. E il Nord, che ha speso per finanziarle, ha l'impressione che i suoi soldi siano stati spesi male. È duHcile non essere d'accordo... È vero, entrambi sono motivi validi e condivisibili di questo retroterra psicologico. Che finisce perproiettare tutte le responsabilità su Roma e sulla classe politica. Comprese quelle per Tangentopoli in cui le imprese, in gran parte del Nord, avevano le loro responsabilità. Quello che non è condivisibile, e giudico pericoloso, è la tendenza a trasformare il disagio in una forma di dissociazione dall'assunzione di responsabilità e dall'impegno nella cosa pubblica. Eppure il Nord ha avuto i suoi "messia" al Governo. Periodicamente il Nord sembra ricono- scersi in figure che vengono a Roma per far funzionare le cose. Eppure la questione set- Anche Romano Prodi e Tommaso Padoa-Schioppa hanno l'accento del Nord... Sì, e io che mi sono formato a Milano e a Trieste, e sono andato a vivere a Roma quando avevo 30 anni, condivido le ragioni di insoddisfazione. Ma non condivido igiu-dizi e i comportamenti che vengono assunti di conseguenza. n Nord si aspettava di più dalla Legge finanziaria che lei ha firmato. Soprattutto nella riforma dell'apparato pubblico. Anche io speravo di fare di più. Noi abbiamo fatto meno di quello che è necessario fare, ma più di quello che è stato fatto negli ultimi 25 anni. L'opera di riforma proseguirà. Nella Finanziaria si parla molto di Sud. Sì sente molto l'influenza di Sergio D'Antoni... Non direi proprio che sui fondi per le infrastnitture o per la ricerca si sia privilegiato il Mezzogiorno. È vero invece che Roma, per cinque anni, era stata penalizzata. Negli ultimi 15 anni città come Torino e Genova sono state capaci di promuovere la loro rinascita con l'aiuto di finanziamenti pubblici importanti, promuovendo grandi iniziative di interesse nazionale. Mi auguro che Milano sappia fare lo stesso. Le imprese non sono soddisfatte. E le imprese sono soprattutto nel Nord. Nella Finanziaria c'è un grappolo di provvedimenti che interessa un settore, quello delle imprese, fortemente radicato nel Nord: riduzione del cuneo fiscale e contributivo, destinazione del Tfr ma anche le norme contro l'evasione e l'elusione. Perché le mette insieme? Perché è sull'intero grappolo che forse si è formato il giudizio. Le misure sul cuneo fanno delle imprese il settore piùbenefìcia-to da questa manovra. Dalle reazioni sembra quasi che fosse scontato. Ed è ingiusto, perché sì è compiuto un enorme sforzo per trovare quasi 6 miliardi quest'anno (9 dall'anno prossimo) da destinare a questo scopo - tra sgravi per le aziende e per i dipendenti - in un momento in cui tutta la tensione era concentrata sulla riduzione del deficit e c'è un grande bisogno di fondi per le infrastnitture e le università. Prima della Finanziaria, io mi chiedevo se valesse la pena. Adesso, viste le reazioni, che cosa dovrei pensare? Che non è così importante? Non capisco perché questa misura nonven-ga valorizzata nei commenti. Forse perché con il Tfr il Governo ha recuperato quanto ha stanziato per Ucitn^o. Non è vero: non confondiamo quasi 3 miliardi dati al conto economico delle imprese quest'anno - che diventeranno più di 5, tanti che interessano lo stato patrimoniale. Eppoi il flusso annuo del Tfr sarebbe comunque potuto andare ai fondi pensione per la previdenza complementare. Le imprese devono organizzare con le banche la transizione da una fonte di finanziamento a un'altra. Hanno nove mesi per farlo e possono stipulare accordi e convenzioni con le banche per accompagnare la transizione, U credito bancario costa più del Tfr. Lo riconosco, è più costoso; ma si facciano bene i conti. Le imprese hanno avuto il 3% di riduzione del costo del lavoro grazie alle misure sul cuneo. La sostituzione del Tfr con il credito bancario di fatto non creerà maggiori oneri, in quanto alle imprese spetteranno le compensazioni fiscali e contributive già previste per la parte di Tfr che i dipendenti destineranno ai fondi pensione integrativi. Eppure sento soprattutto lamentele. E che cosa c'entra la lotta all'evasione con la riduzione del cuneo? Nulla, ma può darsi che lo scontento nasca anche da qui, dalla sensazione che questa sia lavoltabuonaper sanare la piaga antica dell'evasione fiscale. Le misure ci sono e crediamo che siano efficaci. Ora, nel mondo dellapiccola impresa, così come in quello delle medie e grandi aziende, c'è chi fa il suo dovere di contribuente e chi non lo fa. Per me è fondamentale un concetto: sono soprattutto gli anticorpi, non le medicine, a tenerci in salute.Ealloral'ampiaplateadel-le piccole imprese che è in regola col fìsco deve partecipare alla battaglia perché tutti siano m regola. Così la competizione sarà ad armi pari, perché chi evade viola la concorrenza e danneggia gli altri imprenditori. Vuole che denuncino gli evasori? Non funziona. No, si tratta di contribuire a creare un clima di opinione ostile all'evasione. Per questo ho parlato del settimo comandamento. È necessaria una mobilitazione morale per sostenere chi non ruba, come in altre regioni è necessaria la mobilitazione della società per combattere la criminalità organizzata. Forse le tendenze di fondo mettono in ombra gli aspetti positivi della Finanziaria. Le grandi riforme che si attendevano non ci sono. Soprattutto sull'apparato dello Stato. La Finanziaria, checché se ne dica, contiene rilevanti novità; dalia struttura del bilancio alla flessibilità della spesa dei ministeri, dallo snellimento delle reti sul territorio all'efficienza della scuola, dalla restituzione di caserme al demanio a risparmi nel settore agroalimetare. Noi spostiamo verso impieghi produttivi e programmi sociali molta della spesa pubblica che era utilizzata per l'autogestióne degli apparati. Magari fra quattro mesi se ne accorgeranno anche i critici, così come alcuni pochi mesi fa criticavano il Dpefe oggi dicono: «Quello sì che era buono». Trovo infondatala critica che questa Finanziaria non abbia fatto nulla nel campo della spesa. Ammetto però che è solo l'inizio. Il Nord continuerà a pagare di più anche attraverso Regioni, Province e A tutti abbiamo proposto uno scambio: più autonomia nella spesa e nelle leve di entrata, ma una partecipazione impegnativa alla manovra. È avvenuto un passaggio importante, dalla finanza decentrata al federalismo. Dovrebbe piacere ai federalisti nostrani. Ministro, tirando le somme, sono contenti solo i sindacati e Rifondazione. Come mai? I sindacati sanno fare bene il loro marketing su quanto hanno ottenuto da questa Finanziaria. Lo sanno fare meglio delle imprese. E non è che il Governo abbia consultato il sindacato più del mondo delle imprese. 10 stesso divenni ministro avendo più con-suetudine con gli imprenditori che coni sindacalisti. Forse il pacchetto perle imprese non è stato confezionato bene con quella sorpresa inalesulTfr... Non si può ridurre tutto a marketing, bisogna guardare alla sostanza. Capisco che in un mondo di moda e profumi, la solidità della macchina utensile e la qualità del prodotto industriale possono contare poco e che la produzione si possa confondere con 11 marketing. Ma è una visione miope dell'economia, che condanna a fare errori chi ne è vittima.. Che ne sarà del patto sociale tra i produttori? Fin qui abbiamo lavorato per mettere a posto i conti pubblici. Adesso ci metteremo al lavoro sul patto perla crescita. E il contributo del settore pubblico sarà fortissimo, PMI «Alle piccole aziende che non evadono dico: aiutateci nella battaglia per far pagare le tasse a tutti» NORD «Temo che lo scontento nasca dalla sensazione che stavolta facciamo sul serio la lotta all'evasione» BUROCRAZIA «Spostiamo verso impieghi produttivi e programmi sodali la spesa usata dagli apparati per amministrarsi l'autogestione» Le norme «ulte liquidazioni » II Tfr è salario differito. L'azienda accantona ogni anno una quota (6,91%) delta retribuzione che è chiamata a versare stdipendentenetmomentoincuiegn cambia lavoroovain pensione. ItTfr rende at lavoratore (e costa atl'azienda) I'1,5% più il 75% dell'innazione. a Le norme sulla previdenza integrativa approvate nella precedente legislatura prevedono cheil lavoratore possa destinare HflussoannuodelTfr.opartediesso.ai fondi pensione percostruirsi una seconda pensione ottre a quella pubblica. Lo stock accumulato finora resta comunque alle aziende. ^ le novità in Finanziaria < La Finanziaria prevede cheil50%del flussoannuo non destinato ai fondi pensione debba esseni versato in un nuovo fondo dell'Inps. Le risorse così ottenute (ci rca6 miliardi nel2007chesi ridurrebbero a 5 una volta sottratti i Tfr da erogare e le misure compensative per le imprese) sarebbero utilizzate per finanziare la spesa pubblica. Reference date: 05/10/06 05/10/06 09.04