Il testo dell'articolo è il risultato di una procedura di conversione testuale automatica che può generare degli errori nel testo. Source : CORRIERE DELLA SERA Page of Review : 1 Page of Document : 1 Page of NewsPaper : 1 Category :ECONOMIA E POL. INTERNA Author : RASSEGNA FLASH Abstract : L'intervista Padóa-Schioppa ;ioranza con impulsi autodistruttivfo «Per Alitalia nessun imprenditore del Nord si è fatto avanti» ROMA — lltalia, dice Romano Prodi, e ripartita, n deficit pubblico è al 2% del Pii, l'economia va. Non corre, ma va. Le tensioni nel centrosinistra, anche quelle lasciano il tempo che trovano. Chi cospira al Senato contro il governo per fame un altro sappia che alla Camera la maggioranza è forte. E non Sarà facile rovesciarla. Infine, la ciliegi-na sulla torta dell'Alitalia. «Abbiamo compiuto un passo importante — rivendica il ministro delTEconomiaTom-maso Padóa-Schioppa —, per risolvere un problema che si trascinava da vent'anni». Ma nei prossimi due mesi ne vedre-«no delle belle. Ne è consapevole, ministro? «Troppo a lungo la politica ha sfruttato la situazione dell'Alitalia per il proprio tornaconto. Ora non poteva più .continuare». ' In Lombardia sono furenti. «Mi. spiace che la reazione pubblica di Roberto Fonnigoni sia'stata cosi accesa. Non aiuta ad affrontare una vicenda di cui sia noi sia il presidente della ' Regione conosciamo bene origine e dit-: ricolta». Non crede che la cessione di AUtt-,: Uà ad Air France-Klm renderà ancora più esplosira la questiime settenirio-ìsaKì • «n problema del Nord esiste e guai a Ignorarlo. Bisogna rendere alla Lega il merito storico di averlo imposto all'attenzione del Paese, pur con eccessi Ci sono almeno tré ragioni reali, n Nord sopporta da decenni il costo de^le politiche per il Mezzogiorno senza vedere grandi risultati; subisce l'inefficienza della pubblica amministrazione è paralizzato dalla carenza di infrastnitture. In questi mesi non mi sono sfuggite le implicazioni che la soluzione della crisi dell'Alitalia può avere per il Nprd». Con quale risultato? I «Ho sperato che l'Alitalia venisse acquistata da un consorzio di imprenditori del Nord, soluzione che ho molto caldeggiato. Il fondo Tpg ha cercato un partner del Nord ma senza trovarlo. È statauna delusione, n problema di Mal-pensa non è ne Alitalia ne Air Erance: nasce da insufficienti infrastnitture di accesso e proliferazione di aeroporti vicini. Con il sindaco di Milac o, Letizia Moratti, azionista di Sea, sono stato in contatto in queste settimane perché credo che la soluzione della vicenda Alitalia vada accompagnata a una prospettiva seria per quello scalo. Altomeremo insieme i problemi di Malpensa e di Sea- Ci sarà una seria interlocuzione». Giovedì le hanno spedito un proiettile. È la seconda volta. «Un tatto senza significato. Per fortuna le probabilità che un proiettile invece di essere spedito venga sparato sono bassissime». Quindi non è preoccupato. «Non per l'episodio in sé. Ma c'è da chiedersi: come mai dopo una Finanziaria positiva, dopo aver avviato a soluzione una faccenda annosa come quella dell'Alitalia, come mai invece di distendersi, il dima si la ancora più teso?». Lei come se lo spiega? «Sicuramente c'è una responsabilità della maggioranza- m Europa ho visto Paesi usciti dalle elezioni con margini anche inferiori at nostro, nel voto popolare e in Parlamento. Ma è come se in questa coalizione esistesse, purtroppo, un impulso di autodistruzione. Come se non si volesse vedere che il crogiuo-lo in cui sono state versate posizioni diverse ha prodotto buone sintesi politiche, corrispondenti all'interasse del Paese». Ne citi quali-lina. «Abbiamo assunto nuovi impegni in Libano e siamo usciti dall'Iraq. Abbiamo trovato risorse per pensioni basse e incapienti e insieme risanato i conti. Siamo intervenuti con rigore sulla sicurezza, ma con attenzione rafforzata alle istanze sociali. Ebbene, invece di rivendicare il valore di queste sintesi, ognuno ne prende le distanze: come se l'accordo raggiunto fosse un fatto negativo, Questo inquietante impulso auto-distruttivo, però, non è imputabile solo alla coalizione». Porse ciò che accade nel centrosinistra è lo specchio del Paese. «Si, un impulso autodistruttivo pervade la società italiana, la sua classe dirigente, le categorie, il mondo dell'informazione. Non conosco Paesi dove ogni sera tutti i partiti di opposizione intimano al telegiornale che il governo si deve dimettere...». Siamo tutti sull'orlo di una crisi di nervi? «Siamo intossicati dalla mancanza di continuità. Abbiamo continue crisi dì astinenza dal cambiamento e perdo non riusciamo a fare cambiamenti veri. Ero in Germania quando Gerhard Schriiner divenne cancelliere. B primo anno fa diffidiissimo, roa nessuno si sognò di esigere nuove elezioni. Alla scadenza, fa rieletto». Ma in questa in.igsioran7.ii ci si prende a pesci in (accia dal primo giorno. «Ognuno vorrebbe più attenzione per le proprie istanze; la sinistra, Dini, altre componenti della maggioranza. Osservano che la parte che sta toro più a cuore è incompiuta? Bene, vuoi dire che 20 mesi di governo non bastano, ci vogliono cinque anni!». E questo basterebbe a garantire lunga vita al governo Prodi. «I momenti di irrazionalità collettiva esistono e possono essere molto pericolosi. Ma l'irrazionalità è molto nella niente di chi segue il dibattito politico». Si riferisce all'inionnazionc? «Anche. E in generale al modo con cui [Italia guarda a se stessa. Non siamo più nel 600, quando eravamo governati dagli stranieri. Ora l'Italia è governata dagli italiani. Milano Ila Roma come capitale, non Vienna. Eppure ci si comporta come se il Paese tesse ancora governato da estranei. 11 passato governo era in gran parte lombardo, ma questo non ha impedito che la finanza pubblica si deteriorasse. Abbassare le tasse aumentando il deficit è tacile, matura poco». Per leitnvcce le tasse sono bellissime. Non ha fletto così? «Nell'aprile del 3004, quando il governo di allora disse che avrebbe tagliato le tasse, scrissi sul Corriere un fondo intitolato Elogio delle tasse, nel quale argomentavo che le imposte sono il pilastro della convivenza civile e die tagliare le tasse significa diminuire spese e servizi pubblici. Lo riscriverei tale e quale». Proprio sicuro? «Sicurìssimo. In 20 mesi abbiamo solo ripristinato il livello delle entrate combattendo l'evasione fiscale. Abbiamo dovuto correggere il mezzo magico, ilinsorio, dello spendere a credito. E il recupero dell'evasione va tanto bene che con questa Finanziaria abbiamo cominciato a restituire risorse agli italiani». ! E adesso? Ho letto questa sua dichiarazione: «Niente più tesoretll». Che ci dobbiamo aspettare? «Non ho detto che non c'è più nulla da restituire. Ma i proventi della lotta all'evasione non saranno più restituiti nella (orma una tantum in cui l'abbiamo tatto quest'anno. Nei prossuni;tre anni dobbiamo andare a regime, rendendo ai contribuenti tutto quello che eccede una pressione fiscale ormai stabilizzata». Siiti possibile? «Spero lo sia, ma ricordiamoci che ogni mese dobbiamo pagare oltre sei miliardi di interessi per il debito. Un te-soretto ogni trenta giorni se ne va in fumo cosi». Perfino 1 sindacali chiedono di tagliare le tasse ai lavoratori dipendenti per alzaie salar) che sono i piii bassi d'Europa. ; «n settore privato ha due tasche: la tasca dell'impresae quella del lavoratore. Negu ultimi anni la prima si è gonfiata a stavore della seconda. La tasca di Pantalone non c'entra. Di per sé, la modifica della distribuzione del reddito non può essere caricata sui contribuenti. Ma se lo Stato è capace di costare meno e recuperare imposte evase è giusto che, oltre a ridurre il debito e a portare il bilancio in pareggio, attenui il carico fiscale nel quadro di un accordo con le parti sodali su produttività e cresdta». Proprio quello che chiede Lamberto DIm. Per Q quale il governo Prodi è arrivato al capolinea. «Dini ha governato dal '94 al '96 superando ima grave crisi del cambio e tacendo una ritorma delle pensioni che ha reso il nostro-sistema previdenziale fra i migliori d'Europa, n governo Prodi si muove in quei due solchi: risanamento dei conti, recupero e integrazione della sua riforma pensionistica. Non vedo contraddizione fra le istanze di Dini e l'azione del governo. Sul deficit pubblico l'impegno era fare il 2,8%. Avevamo puntato al 2,4%. Siamo intorno al 2%». Per la veriflca di gennaio Prodi deve temere di più lui o Fausto Bertinot-ti? «Lei dice temere: non ho mai visto in Prodi momenti di paura, ma invece calma, tenacia e continuità di azione, in un mondo che non è calmo ne ama la calma. Sono da temere soltanto gli impulsi autodistruttivi non accompagnati da una visione costruttiva- È questo il vero pericolo per la società italiana; di questo c'è da avere paura. Senza un solido ancoraggio con l'Europa sarebbero le condizioni tipiche che conducono un Paese verso il caos e la svolta autoritaria. Questo dobbiamo temere; tutti, non soltanto Prodi. Purtroppo non abbiamo ricavato dalla storia la stessa lezione della Germania». Due Paesi usciti distratti dalla guerra e dalla dittatura. «Ma che ne hanno tratto lezioni opposte. La Germania: mai più governi deboli, come era stato quello di Wei-mar. L'Italia: mai più governi forti. Ora si potrebbe dire che siamo noi a correre il rischio di Weimar e non rendercene conto è pericolosissimo». Bella prospettiva... «D principio di non avere mai più governi torti si è tradotto, per tutta la prima repubblica, in una vita media dei governi inferiore a un anno. La pubblica amministrazione si è difesa dall'instabilità lavorando da sola, rendendo pletorid gli uffici, in parte perdendo B costume di una corretta interpretazio-ne della sua dipendenza dal governo politico». Governi breri, ma sempre gli stesi partiti al potere. Una stabilità senza precedenti. «Ma la continuità del potere era nel partito. Una situazione più simile a quella sovietica che da Occidente. Ecco, la cosa che mi colpisce di più e che ho potuto sperimentare di persona è quanto si sia indebolito il potere dello Stato». Sperimentare di persona? «Una cosa nonnalissima come la sostituzione di un consigliere Raì di nomina dell'azionista e del capo di una Forza armata, prerogativa di qmlun-que governo, è stata vista come un tatto dirompente. Non li ho sostituiti subito, secondo una logica polìtica: ho atteso di vederB operare». Poi però le sostituzioni di Angelo Maria Petroni e Roberto Spedale sono slale entrambe bocciate dal l'ar. Come sono stali possibili questi due clamorosi infortuni? «Non me lo chiedo solo io, n ministero e il governo avevano acquisito for-malmente e informalmente i più accreditati pareri giuridid e di procedura. Che ci sìa stato qualcosa che non ha superato la validazione dei magistrati di primo grado è un fatto. Ma sarei insincero dicendo di aver colto nelle sentenze una contrarietà di sostanza». Come giudica le nostre banche te vicedirettore della Banca dìl.ilia, tx presidente Consob, ex membro del board della Bce? «Dopo l'epoca in cui la pretesa difesa dell'italianità aveva portato magri risultati, in un paio d'anni sono nate in Italia due delle prime cinque banche europee. Questo è avvenuto per le energie liberate nel sistema grazie anche alla linea seguita dal nuovo Governatore della Banca d'Italia. Il fatto che Mario Draghi presieda il Emancial Stability Forum è prova che la sua azione è ricono-sduta anche all'estero». Ma i consumatori continuano a lamentarsi. Non hanno torse ragione di farlo? «Constato che, rispetto ai suoi predecessori, questo Governatore è stato spesso critico con le banche. Anch'io, in passato, ho formulato critiche; secondo me la sfida della qualità dei servizi al cliente è ancora da vincere. L'accordo Patti chiari è forse il migliore d'Europa. Ma anche a me riesce più facile prelevare ali 'estero che in Italia, dove il bancomat mi dice spesso che non può danni un soldo. Per conquistare dienti si deve rinunciare a qualche rendita di posizione...». La famosa concorrenza? «Già. Ma spesso la responsabBità sta dalla parte dei consumatori-1 clienti italiani si lamentano molto, ma poi sono pazienti e un po' pigri. La concorrenza la mette in moto chi compra, non chi vende». «I giovani sono i primi a sostenere il costo del debito, a soffrire l'assenza di protezioni sodali, a subire la spro- ponionc Era le pensioni cui contribuiscono e quelle che riceveranno». Parole sue, pronunciate il 31 ottobre. Ma non eravamo il Paese dei bamboc-ctoni? «Un gesto verbale efficace deve suscitare reazioni. C'è chi ha volato travi- sare. Non ho mai voluto accusare i giovani, tantomeno quelli in condizioni disagiate. Non vedo contraddiaone nel sostenere che si è vittime di una situazione e al contempo responsabili che le cose non cambino. Spetta ai giovani cambiare le cose. Recentemente ho rivisto i Vitelloni: erano i bambocdoni del Dopoguerra, quando il reddito prò capite era un quinto ni quello di oggi. Qo-nonostante, Federico Pellini non voleva certo giustificarli...». Sergio Rizzo La Moratti, le tasse 99 eWeimar MoriltU «Con il sindaco di Milano Moratti affronteremo insieme i problemi di Malpensa e Sva. Ci sarà una seria interlociiziwie» Tasse Neiprossim. tré anni dobbiamo andare a regime, r. 'udendo ai contribuenti tutto i wello che eccede una pressione ormi ri stabilizzata Salari La modifica della distribuzione del reddito non può essere caricata sui contribuenti. Ma se lo Sialo rosta meno attenui il carico fiscale Weimar In questo momento si potrebbe dire che siamo noi a correre il rischio della repubblica di Weimar (nella foto Hemricll Briining) Sono nate m Italia due delle prime cinque banche europee: questo anche grazie alla linea seguita dal nuovo Governatore lì problema del Noni esiste. La Lega ha il inerito itorico di averto imposto all'ai tenzione, pur con eccessi. Non mi sono sfuggite le possibili implicazioni della soluzione alla crisi Alilalia per quest'area del Paese Recentemente ho rivisto i '''itelloni: erano i bambocdoni dei Dopoguerra, lUando il reddito prò cupite •ra un quinto ili quello di. >Sgi. Ciononostante, •'ederico Fellini non voleva •erto giustificarli... ( casi Speciale i' Pctroni? ilna cosa nornisiiissinia come la sostituzione di un consigliere Rai e ttel capo di pna forza armata è stati» vista come un fatto dirompente Eppure non li ho sostituiti ssicoiido una logica politica Din!? L'esecutivo è in linea con lui ^_______.___-„_ Dilli ha governato facendo una riforma delle pensioni tra le migliori d'Europa. Il governo Prodi si muove in quel solco: non vedo contraddizioni con le sue istanze