Il testo dell'articolo è il risultato di una procedura di conversione testuale automatica che può generare degli errori nel testo. Source : CORRIERE DELLA SERA Page of Review : 1 Page of Document : 5 Page of NewsPaper : 0 Category :ECONOMIA E POL. INTERNA Author :RIZZO SERGIO RASSEGNA FLASH Abstract: I piani del Tesoro. «Il caso California: ridussero le imposte ma licenziarono i dipendenti pubblici» «Prima tagliamo le spese, poi le tasse» Per Padoa-Schioppa ora l'emergenza non è il carico fiscale di SERGIO RIZZO ROMA — Tommaso Padoa-Schioppa frena sull'ipotesi di un taglio immediato delle tasse. Il ministro dell'Economia, in un colloquio con il CoTriere, spiega che la riduzione del peso fiscale potrà avvenire soltanto dopo una profonda riQualiuca-zione della spesa pubblica. Dunque, la Finanziaria 2008 non conterrà nuove imposte per i cittadini, ma gli impegni saranno compensati dai tagli di spesa- Per questo, Padoa-Schioppa ha messo a punto un «libro verde" (usando la terminologia comunitaria) intitolato "Spendere meglio, alcune prime indicazioni". Il rapporto verrà presentato nei prossimi giorni e dovrà fungere da guida per i ministri che saranno chiamati a indicare al Tesoro i tagli da fare. _ __ _ • A pagina 5 B/ENTERVISm IL MINISTRO, PER RISANARE «Non ci vuole neanche un euro in più» 2,2% L'obiettivo di disavanzo per il 2008, sul Prodotto interno lordo, fissato dal governo nel Documento di programmazione economica e finanziaria miliardi. La stima sull'entità della evasione fiscale nel nostro Paese. La spesa annua per interessi sul debito pubblico è pari a 50-60 miliardi PADOA-SCHIOPPA «Prima i tagli di spesa poi il calo e elle tasse» In tutto quel tempo un italiano qualsiasi potrebbe fare comodamente U giro del mondo: a piedi, camminando per otto ore al giorno- Dopo 1.210 giorni, ripassando dal tribunale, scoprirebbe che la sua causa per inadempienza contrattuale è stata finalmente discussa. Se fosse stato un cittadino britannico sarebbero bastati 229 giorni. Non andrebbe poi tanto meglio a un'impresa ^e volesse licenziare un dipendente per giusta causa: la decisione, in un tribunale italiano, arriva in media dopo 700 giorni. In un tribunale olandese, dopo 19, Ci sono pochi magistrati? A Bolzano c'è un giudice ogni 110 fra cancellieri e personale vario. A Campobasso, uno ogni 221. Forse anche per questo la giustizia italiana è la più cara d'Europa: 67 euro l'anno a testa, contro 22 del Regno Unito e 46 della Francia. Per non parlare della sanità, dove sì fa un numero di Tac doppio rispetto alla Germania e triplo rispetto alla Francia e il costo medio del posto letto in ospedale pubblico va da 134 mila euro l'anno per la Lombardia a 200 mila euro in Campania. Troppi dipendenti pubblici? Nel Regno Unito sono più o meno gli stessi. Ma perché in Lombardia ce ne sono 10 ogni 10 mila abitanti, in Sicilia 22 e nel Molise addirittura 45? Miste- ro. Oppure no: semplicemente, "l'Italia ha la peggiore qualità della spesa pubblica di tutta l'Europa occidentale, insieme alla Grecia. E' illusorio pensare dì riportare il Paese a una crescita duratura senza affrontare ii problema della spesa pubblica". Giudizi e dati da lar accapponare la pelle sono contenuti in un rapporto (titolo: "Spendere meglio, alcune prime indicazioni") che il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa presenterà nei prossimi giorni giusto in tempo per la Finanziaria- Uh "libro verde" sulla spesa pubblica, usando la terminologìa comunitaria, fatto come guida per i ministri che dovranno indicare al Tesoro i possibili tagli da fare. Ma anche per non dare più alcun alibi a chi insìste nel chiedere più soldi e non vuole fare economie. Anche se qualcuno di loro, scorrendo i dati sulle maggiori entrate fiscali, si sta glàleceando i baffi pensando a come si potrebbe spartire il nuovo tesoretto nella prossima Finanziaria, La reazione di Padoa-Schioppa è gelida: -'Per il prossimo anno il Dpef fissa un obiettivo di disavanzo pali al 2,2% 'del Pii, e allo stato attuale non serve nulla per raggiunge rio. Questo significa che per proseguire il risanamento non abbiamo bisogno di un soSo euro". Detto così, sembra facile. Ma 11 Dppi'indìca 21 miliardi di spese; dove si troveranno i soldi? -Non è detto die inu-meri siano quelli. La cìira riguarda impegni già assunti con misure che non sono scritte nelle tè a queste voci nella misura in cui troveremo Ìe risorse riducendo lei spesa pubblica». Questo è lo spartito della Finanziaria 2008 che il ministro dell'Economia ha già confezionato. Niente nuove tasse, nia i nuovi inipegni coni-pensati da tagli di spesa. Ma suonarlo, anche se "l'emergenza della finanza pubblica è superata", Padoa-Schioppa ne è convinto, sarà ancora più complicato di un anno fa. «La condizione è molto diversa. Ora siamo sollevati, ma siamo alle prese con qualcosa di più dell'emergenza", Si chiama spesa pubblica. E il problema, per il ministro, non è soltanto tagliarla, ma soprattutto "riqualificarla". Ma come? "Con la spesa è m discussione il rapporto fra gli italiani e il loro settore pubblico, un rapporto che va molto oltre la dimensione economica. Un fatto civile, che attiene alla partecipazione alla cosa pubblica di ciascun membro della società, sia persona, sia impresa. In questo senso credo che il compito per questa Finanziaria non sìa più facile, ma più difficile". Difficile, l'orse, anche per le aspettative che si sono create con il taglio delle tasse. "Molti anni fa in Califomia ci In un referendum per tagliare le tasse. Ebbe successo. Il giorno dopo lo Stato licenziò poliziotti e dipendenti pubblici, e ridimensionò i servizi per ridurre la spesa di quanto si sarebbero ridotte le entrate. Se si potesse fare così anche in Italia, sarebbe semplicissimo. Ma pensare che si possano tagliare le tasse senza affrontare contemporaneamente il problema della spesa pubblica è ìllusorio, Significherebbe soltanto far aumentare il debito e far deragliare nuovamente i conti pubblici". E se non è una frenata, certamente è un punto dì vista un po' diverso. Diverso rispetto a quello di Luca di Montezemolo, che ha parlato dì emergenza fiscale. Diverso da chi, anche nel centrosinistra, guarda al taglio delle tasse come allo strumento più facile per riconquistare il consenso perduto, soprattutto al Nord dove Umberto Bossi incita alla rivolta fiscale. Che secondo il ministro non può essere liquidata come la solita sparata leghista. "La protesta fiscale è un'espressione per certi versi deviata dì una salutare presa di coscienza di due peculiarità italiane che invece sono degne di stare al centro dell'attenzione. Il problema non è tanto che gli italiani pagano troppe tasse. E' che la distribuzione del carico fiscale è fortemente distorta dall'evasione e che la qualità dei servizi pubblici non è proporzionata alla spesa" - E' la prudenza dell'ex banchiere centrale che conosce bene gli ammonimenti di Bruxelles sulla necessità di tenere i conti pubblici (e so'-prattutto il debito) sotto controllo? Oppure ù timore di chi risolila di trovarsi stretto nella micidiale tenaglia di chi vuole meno tasse senza tagliare la spesa e chi, al contrario, più spesa senza tagliare le tasse? Dice il ministro dell'Economia : "Se sono vere le stime di 100 miliardi dì euro di evasione Fanno vuoi dire che sui contribuenti in regola grava un pesantissimo sovrappiù di carico tributàrio. Naturalmente nessuno che non sìa in regola dice di evadere il fisco. Nel coro di chi sostiene che in Italia si pagano troppe tasse ci sono quelli che pagano più del dovuto e quelli che non pagano nemmeno il dovuto. È difficile distinguere le voci stonate da quelle intonate. Ma è un problema di coscienza civile. Troppo raramente il mancato adempimento fiscale è sentito come qualcosa di cui vergognarsi". Padoa-Schioppa, insemina, non si è pentito. L'elogio delle tasse: cosi si intitolava un artìcolo che scrisse proprio sul Coi~riere. "Lo riscriverei oggi tale e quale", ammette. E insiste: -Spesso sì tende a identificare la spesa pubblica con la spesa statale, quando questa non è che metà del totale. L'altra metà è spesa mentala dì più. In secondo luogo si può guardare la sovrabbondanza degli organici, l'intensità con cui il cittadino vede applicarsi al lavoro il funzionario pubblico. Ma quando si vuole porre mano a questo problema e contenere il numero dei dipendenti pubblici, le amministrazioni centrali e periferiche non parlano mai dì riqualificazione della spesa, ma di ridimensionamento dei servìzi. Invece riqualificare la spesa significa precisamente modificare il rapporto fra servìzi e impiego di lavoro. Parlare dì miglioramento dei servìzi pubblici va benissimo, ma bisogna farlo in maniera consapevole e senza che questo sottintenda l'idea che si possano avere servizi pubblici e non pagarli- II problema è averli migliori e pagarli meno". Anche se, avverte il ministro dell' Economia , «la riqualificazione della spesa è un' operazione che si compie in molti anni. Gli altri Paesi ci hanno lavorato per qualche lustro. Mentre noi abbiamo alle spalle un peggioramento, non un miglioramento. Per giunta va detto che paghiamo cinque punti di Prodotto interno lordo per il servizio del debito". Un macigno che grava da molti anni sui conti pubblici, Tanto pesante, secondo il calcolo contenuto nel libro verde, che se la spesa per interessi e per le pensioni fossero in linea con quella delle altre grandi economie europee, il bilancio pubblico italiano avrebbe ogni anno fra 50 e 60 miliardi di euro in più, "Siamo come un' azienda fortemente indebitata e gravemente sottocapitalizzata, perché negli stessi anni in cui si indebitava, rifalla consumava anche il capitale: dal materiale rotabile delle Ferrovie al capitale umano, al territorio, alla cultura, alla qualità ambientale. La legislatura passata", afferma Padoa-Schioppa, «ha aggravato questa condizione. Non soltanto ha annullato l'avanzo primario e ha aumentato il debito, ma ha spostato il peso della spesa verso le uscite correnti, riducendo quella per investimenti. L'anno scorso abbiamo compiuto il risanamento agendo anche sul ironie delle entrate, ma c'è un limite. Abbiamo davanti a noi anni in cui bisogna rafforzare il reperimento di risorse nella spesa iniziato con la Finanziaria scorsa. Non si tratta soltanto di correggere i fatti di costume. ma di modificare l'organizzazione delia spesa pubblica". Come il libro vr-i-de dimostra, i margini di manovra esistono e sono piuttosto ampi. Ma operare in concreto è dllncilissimo, Spiega il ministro dell'Economia; "La spesa pubblica è composta da tré grandi categorie: retribuzioni, acquisto di beni e servizi. ìnvesUmentì. Le restrizioni sono stale fatte soprattutto sulle ultime due voci e ciò che si può ora recuperare da queste è oggettivamente poco. anzi gii investimenti vanno accresciuti. Quindi bisogna recuperare con maggiore forza sul monte retribuzioni". E qui, per Padoa-Schioppa, cominciano i dolori. "Visto in maniera generica è un problema di numero di stipendi. In maniera specìfica, iì problema si presenta molto diverso da settore a settore. Negli anni prossimi ci saranno molte uscite dal pubblico impiego dovute a ragioni anagrafìche. E' l'occasione per snellire le strutture pubbliche, ma è un'operazione diffìcile. Molto spesso clii sostiene che non sia cosi complicato. si mette a strillare non appena sì tocca il suo settore. Il sistema ha consolidato dilese attrezzatissimf1 e i tempi non sono rapidi. La difficoltà di affrontare contemporaneamente l'alto indebitamento i:1 la torte sottocapitaliKza-aone sta nel latto che la riciìpi ta.Uazu.Ki onr non può procedere con la rapidiLà che vorremmo. Purtroppo". Sergio Hizzo "Ventuno • miliardi di spese? Faremo • fronte a queste voci nella misura in cui troveremo ie risorse riducendo la spesa pubblica» DEL MINISTRO "La protesta fiscale è un'espressione per certi versi deviata di una salutare presa di coscienza- il problema non è che gli italiani pagano troppe tasse. E' che la^Jistribuzione è distorta" Litiv.1 A'ffi'/if/.v.' ( '/fa'i più j'iwilnuvir UFHCI PUBBLICI "Negli anni prossimi ci saranno •morte uscite da! pubblico impiego dovute a ragioni anggrafìche. E' l'occasione per snelli rè le strutture pubbliche" 99 Luce/ rf/ Monu'^iìwh: aEmcì'^i'fìZH lus.w» LE IMPRESE "Nel coro di chi sostiena che in Italia si pagano troppe lasse ci sono quelli che pagano più dei dovuto e quelli che non pagano nemmeno il dovuto» Paolo Ferrerò: «Piu .vpesii .wcmìe» ILWELFARE il dovuto» Paolo Ferrerò: «Piu .vpesii .wcmìe» ILWELFARE BB ^l1!wm I11 ln ('(ilijw'ii'Ki cijii ini lYJwwliiiiì per l(ia,li(in' /e Inssf, Ebbi' siim'iisii. ll^iiiim (hipd In Sialo lii'ciidii piiMitli e {lipi:'iiilf'nli piililtlin. ^' aipi.ilc.w ^w così (IIICÌK' in lldìui. Sfti'f'bhe scinpln'issìiìiii, HH Uj Reference date: 02/09/07 02/09/07 08.09