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Intervento del Ministro Ciampi governatore per il fondo dell'Italia all'assemblea plenaria

23/09/1997

HONG KONG - CINA

23 SETTEMBRE 1997

DISCORSO DEL MINISTRO DEL TESORO E DEL BILANCIO

GOVERNATORE PER IL FONDO DELL'ITALIA ALL'ASSEMBLEA

PLENARIA DEGLI ANNUAL MEETINGS

Signor Presidente, la crescente integrazione economica e finanziaria, l'espandersi della crescita a molte aree del mondo, la convergenza dell'inflazione verso valori contenuti, la sostenibilità degli attuali squilibri delle partite correnti ci offrono un'importante occasione per proseguire nei nostri sforzi volti a favorire la stabilità e la prosperità internazionale.

In Europa per molti di noi progredire significa avviare l'Unione monetaria ed economica dopo il Mercato unico. Per altri, significa completare il processo di transizione verso un'economia di mercato.

Il processo d'integrazione economica e finanziaria si sta consolidando. Il sostegno di buone istituzioni, a livello regionale e mondiale, può favorire questo processo, ma in ultima analisi i risultati dipenderanno in larga misura dalle nostre scelte e dalle nostre politiche.

Un anno fa l'Italia si trovava di fronte a una scelta difficile. L'economia ristagnava; il disavanzo, nonostante i miglioramenti, era ancora pari a circa il 7 per cento del PIL; l'inflazione era doppia rispetto a quella media europea. Allo stesso tempo il calendario e gli impegni relativi alla Unione economica e monetaria europea imponevano decisioni: il tempo si era fatto breve.

Il Governo italiano fece la sua scelta: la partecipazione all'UEM sin dal suo avvio divenne l'obiettivo guida della nostra politica economica. La scelta era coraggiosa; secondo alcuni persino audace. Oggi siamo prossimi al raggiungimento dell'obiettivo. L'ottimismo deve essere temperato dalla cautela; ma certamente l'Italia si trova ora nella posizione di trarre beneficio dal processo di disinflazione, di risanamento del bilancio e di riforme strutturali che abbiamo perseguito nonostante il ciclo economico sfavorevole del 1996 e dell'inizio del 1997.

I mercati hanno apprezzato la nostra determinazione nel mirare al riequilibrio del bilancio. Ne siamo stati ricompensati con la discesa dei tassi di interesse, che ha consentito di attenuare le conseguenze negative dell'opera di risanamento dei conti pubblici sull'economia reale. L'avanzo primario in Italia è ora uno dei più elevati del mondo. Questo facilita il conseguimento di ulteriori progressi nella riduzione del disavanzo complessivo. La fiducia delle famiglie e delle imprese sta migliorando. La crescita del prodotto interno lordo sta riprendendo slancio quest'anno e proseguirà con ritmi più sostenuti nel 1998: le previsioni di un tasso di espansione del PIL, rispettivamente, dell'1,2 e del 2,0 per cento dovrebbero essere confermate nella realtà dei fatti. Il nostro avanzo della bilancia dei pagamenti correnti è tra i più ampi in Europa. La lira è rientrata nel novembre scorso negli accordi di cambio dello SME e da allora è rimasta stabile.

I maggiori progressi si sono registrati sul fronte dell'inflazione. Il tasso di inflazione, che solo un anno fa era il secondo più elevato in Europa, è ora tra i più bassi: ben al di sotto del 2 per cento. Sottostante a questo eccezionale miglioramento vi è una radicale e non transitoria riduzione delle aspettative inflazionistiche. Questo è stato reso possibile grazie all'azione congiunta delle politiche fiscali, monetarie e dei redditi: tre pilastri di una società che fonda il suo progresso e la sua coesione sulla stabilità.

È stata avviata una riforma della pubblica Amministrazione. Le procedure di bilancio sono state riviste. È stata approvata una riforma fiscale, ora in corso di attuazione. Essa contiene alcune caratteristiche innovative; il nuovo assetto favorisce la crescita ed è più equo di quello precedente.

Ho ricordato le componenti strutturali dell'aggiustamento della nostra finanza pubblica al fine di sottolineare il nostro impegno a rendere sostenibile la nostra posizione di bilancio. Siamo ben consapevoli che alcune delle azioni correttive introdotte con la Legge finanziaria del 1997 debbono essere consolidate attraverso l'adozione di misure strutturali e un bilancio rigoroso per il 1998.

Il processo di risanamento della finanza pubblica deve tener conto di un problema comune a tutti i paesi industriali, ma particolarmente acuto in Italia e in Giappone: il rapido invecchiamento della popolazione. In Italia, attraverso un processo di consultazione tra le parti, si sta attualmente effettuando una revisione di alcuni elementi del nostro sistema sociale, al fine di assicurarne l'equilibrio nel lungo periodo e di dare alle generazioni future la certezza di beneficiarne.

Riteniamo che l'Italia possa contribuire ai cambiamenti di portata storica che stanno avvenendo in Europa. Riteniamo che l'Euro sarà tanto più forte quanto più ampia sarà la partecipazione all'UEM, purché si rispettino i criteri di Maastricht. Riteniamo, altresì, che la moneta unica contribuirà largamente a dare all'Europa la capacità di competere in un'economia globale, di crescere, di creare nuovi posti di lavoro.

Il problema centrale dell'Europa continentale è la disoccupazione. Progressi permanenti su questo fronte richiedono, oltre alla ripresa di una crescita sostenibile, significativi cambiamenti strutturali: il miglioramento delle infrastrutture materiali e immateriali per accrescere la competitività del sistema economico; una maggiore deregolamentazione per sviluppare la concorrenza nei mercati dei beni e dei fattori produttivi; la revisione del sistema impositivo per renderlo più favorevole all'utilizzo del fattore lavoro; un miglior funzionamento del mercato del lavoro e una riqualificazione della spesa pubblica che assicurino la continuità dell'istruzione e della formazione professionale per tutto l'arco della vita lavorativa, in modo da migliorare la mobilità inter-settoriale e inter-regionale della forza lavoro.

Signor Presidente,

Solide istituzioni internazionali, regionali e globali, possono contribuire a che le nostre società si adeguino alle realtà di un mondo in rapida evoluzione e prosperino.

È di notevole aiuto la capacità del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale, nelle loro rispettive sfere di competenza, di adattarsi alle nuove realtà internazionali, e di modellarle nel contempo. Il Fondo, oltre a fornire credito, attribuisce credibilità ai paesi membri in maniera sempre maggiore e sta assumendo un ruolo chiave nel prevenire e gestire situazioni di crisi. Per adempiere a queste funzioni, complesse e mutevoli, il Fondo necessita di chiarezza nel suo mandato, di flessibilità d'azione e di risorse adeguate.

Per queste ragioni abbiamo sostenuto la costituzione dei "Nuovi Accordi di Prestito" (New Arrangements to Borrow - NAB), l'aumento delle risorse ordinarie del Fondo e l'estensione del suo mandato alla liberalizzazione dei movimenti di capitale. Siamo soddisfatti del raggiungimento dei primi due obiettivi.

L'emendamento dello Statuto del Fondo, che è in via di preparazione, costituisce un evento di portata storica: dopo la creazione dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, l'assegnazione al Fondo di un mandato che in aggiunta alla liberalizzazione delle partite correnti includa quella delle transazioni in conto capitale completa l'ordine economico mondiale. Dobbiamo agire con prudenza. Sappiamo che in questa materia è più importante fare bene che far presto.

Ugualmente importante è, a nostro avviso, l'enfasi posta dalla Banca mondiale sullo sviluppo del settore privato e sul "buon governo". La condividiamo pienamente e l'appoggiamo. La Banca mondiale e le altre istituzioni collegate possono contribuire a rimuovere gli ostacoli alla partecipazione del settore privato nello sviluppo di segmenti chiave delle economie dei paesi emergenti: questo può avvenire attraverso l'estensione di garanzie, l'offerta di capitale di rischio, il credito ordinario e il sostegno a politiche settoriali. Inoltre, il Gruppo della Banca mondiale può fornire un contributo determinante allo sviluppo delle infrastrutture fisiche e del capitale umano.

Il "buon governo" è di importanza fondamentale in tutti i paesi. Di esso sono responsabili in primo luogo le autorità nazionali. L'azione della Banca mondiale e del Fondo può solo favorirlo.

Questo mi conduce ad un'ultima considerazione: nell'amministrazione della "cosa pubblica" il successo comincia a casa propria. Se lo si raggiunge in tale sede, anche l'intervento pubblico internazionale diventa più agevole e più produttivo. Per essere pienamente efficaci, l'azione nazionale e quella internazionale devono rafforzarsi a vicenda.