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Intervento al Quirinale in occasione dell'incontro dei componenti del Comitato Euro

12/06/1997

Roma - Palazzo del Quirinale
12 giugno 1997

Incontro dei componenti del Comitato Euro con il Presidente della Repubblica

Signor Presidente della Repubblica, La ringrazio vivamente perché Ella ha voluto dare solennità alla chiusura di questa prima fase dei lavori del Comitato Euro.

L’essere qui al Quirinale, alla Sua presenza, fa sì che tutti avvertiamo ancor più l’importanza di un passaggio che è di fronte a noi e di cui spesso noi stessi non avvertiamo appieno l’importanza.

La creazione della moneta unica europea è un momento di grande rilievo per l’Italia, per l’Europa. Con la creazione dell’Euro non si ha solo un cambio di moneta, ma è un primo atto concreto, solenne di una unificazione che riguarda e riguarderà le istituzioni, l’assetto politico dei singoli stati e dell’Europa, l’economia, la società.

Con la creazione dell’Euro si ha veramente l’indicazione di cambiamento di un’epoca. Diviene realtà un ideale che affonda le sue radici in un pensiero e nell’opera dei patrioti del Risorgimento, di coloro che operarono per l’unità d’Italia. È un ideale che due drammi, quali le due guerre fratricide che hanno drammaticamente contrassegnato la prima metà del secolo, hanno fatto entrare nella coscienza di noi tutti. Sono solito ripetere: dobbiamo volere l’Europa unita perché ciò non possa più accadere.

È importante che la moneta europea veda sin dal suo inizio la partecipazione del maggior numero possibile di paesi ovviamente, purché questi paesi siano tutti in grado di darle forza, stabilità. L’Euro avrà successo proprio nella misura in cui sarà capace di vedere accomunati una pluralità di paesi.

È un errore, lo ripeto in ogni occasione, pensare che sia meglio partire con un Euro piccolo e poi un po' alla volta aggiungere altri paesi. È un errore perché le istituzioni si creano e hanno sapore e contenuto diverso a seconda di coloro che vi partecipano. Essere assenti significa non avere il contributo di quel paese, di quella componente dell’Europa, che invece è bene siano presenti. E dicendo questo ho in mente soprattutto il giusto equilibrio che vi deve essere fra la componente mediterranea e la componente mitteleuropea.

Per questo l’Italia deve essere nell’Euro sin dall’inizio. Per questo la scelta che questo Governo ha fatto di accelerare ogni sforzo perché ciò sia possibile è stata la giusta decisione. Sappiamo quanto Ella, Signor Presidente, l’ha condivisa e appoggiata. È una decisione che vede unita l’intera Italia, le stesse forze parlamentari non si distinguono tra forze pro-Europa o contro Europa unita. Tutti vogliono questo obbiettivo, questo risultato. E l’Italia lo sta raggiungendo. La convergenza ci vede in una fase ormai avanzata di conseguimento anche di questi parametri che vengono con ossessioni presentati, dando a volte una errata idea di quella che intende essere la vera Europa.

L’Italia può partecipare con piena consapevolezza di apportare all’Euro stabilità; la porta perché l’Italia ha ormai sradicato i fondamenti dell’inflazione, perché l’Italia ha costruito una bilancia dei pagamenti che è la più forte in Europa; perché l’Italia sta portando avanti con decisione questo risanamento dei conti pubblici.

Siamo tutti presi da questo obbiettivo di raggiungere a fine anno il 3 per cento. Posso dirLe, Signor Presidente, che se non vi è la certezza di raggiungerlo (perché la certezza si potrà avere solamente quanto si farà il consuntivo, cioè dopo il 31 dicembre), posso dirLe che siamo sulla buona strada, che il percorso che abbiamo fatto in questi primi mesi dell’anno è coerente con quell’obbiettivo.

D’altra parte non vi è (è sempre bene sottolineare) una contrapposizione fra Europa e risanamento della finanza pubblica. Sono ambedue la stessa cosa ed anzi avere posto l’Europa come obbiettivo ha reso più facile, meno costoso, pur nella difficoltà, raggiungere lo stesso obbiettivo.

Ci troviamo alla vigilia del Consiglio Europeo di Amsterdam (il Presidente del Consiglio e i Ministri competenti saranno ad Amsterdam da domenica sera).

In questi giorni la tematica dello sviluppo torna ad avere in tutta Europa una sottolineatura che era stata un po’ sbiadita, non in Italia. Lei, Signor Presidente, per primo ripetutamente ha riportato l’accento, l’interesse di tutti, sul tema dell’occupazione, che diventa in alcune zone del nostro paese angoscioso.

Il Governo ha chiaramente espresso la sua linea di politica economica nel Documento di Programmazione Economico-Finanziaria, che è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 30 maggio scorso. In quel documento stabilità e sviluppo sono chiaramente posti come due termini di un processo che si alimenta dell’una e dell’altra componente. Modello economico e modello sociale sono complementari. Avanzamento economico e avanzamento sociale sono due elementi di uno stesso processo. Non vi può essere stabilità duratura se non vi è sviluppo; non vi può essere sviluppo, se non nella stabilità.

Problemi non piccoli ci attendono che vanno al di là di queste tematiche. Sono problemi anche istituzionali; il problema di far sì che in Europa si crei presto un Governo politico che sia sufficientemente coeso e con poteri tali da costituire quel binomio che si ha in ogni paese nazionale, che deve rappresentare, pur nella dialettica, tutte le componenti della politica economica, cioè politica monetaria, di bilancio e dei redditi.

Abbiamo il problema di dare all’Europa un rafforzamento istituzionale più operativo, che permetta di affrontare il tema dell’allargamento dell’Europa stessa.

È in questo contesto che il Comitato Euro ha completato questa prima fase di lavori, che è consistita nello stabilire le linee direttrici lungo le quali poi avverrà in maniera più concreta la seconda fase del lavoro di preparazione di tutti gli operatori pubblici e privati a questa nuova realtà.

La ringrazio, Signor Presidente, di nuovo e penso che il Presidente del Comitato, On. Pinza, possa meglio riferire su quello che è stato il lavoro del Comitato e su quello che sarà il suo futuro compito. Mi consenta altresì di rivolgere un vivo ringraziamento a tutti coloro che di questo Comitato fanno parte.