Benvenuto sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze, conosciuto anche come Portale mef

Contenuto principale

Conferenza Nazionale dei Trasporti

08/07/1998

8 luglio 1998

Università "La Sapienza" di Roma
Conferenza nazionale dei trasporti

La capacità di trasportare uomini, beni ed informazioni ha da sempre rappresentato un elemento chiave del progresso. Sin dall'antichità, lo sviluppo economico-sociale è dipeso dallo sfruttamento di vie naturali di comunicazione - si pensi ai molteplici esempi di modelli di sviluppo legati alle comunicazioni fluviali, dal Nilo al Reno - e dalla creazione di nuove reti di trasporto - dalle grandi vie consolari della Roma repubblicana ed imperiale alle vie ferroviarie ed aeree.

L'innovazione tecnologica nei mezzi di trasporto ha coinciso con mutamenti sociali profondi. Il destino economico di intere regioni è stato influenzato in modo determinante dall'evolversi della geografia dei trasporti. Aree fiorenti hanno conosciuto un declino inarrestabile una volta escluse dai principali assi di comunicazione, mentre altre hanno conosciuto imprevedibili ascese una volta divenute parte di nuove reti. La lezione della storia economica è chiara: possedere un sistema di trasporti moderno ed efficiente, parte integrante della rete di comunicazione internazionale è un fattore determinante dello sviluppo economico. L'esserne sprovvisto, oppure essere relegato ai margini dei traffici internazionali, sono svantaggi difficili da colmare.

Nei prossimi anni il nostro Paese dovrà affrontare sfide importanti: ricche di opportunità se colte con prontezza, piene di rischi se ignorate o sottovalutate. L'occasione maggiore è quella di essere un paese integrato con i Paesi dell'Unione europea e al centro di un sistema di trasporti che collegherà Europa, Mediterraneo e Asia. Se non la cogliamo, le maggiori direttrici di traffico troveranno collocazione al di fuori delle nostre frontiere. Noi ci troveremmo ai margini.

In sintesi, tre sono i fenomeni geo-economico-politici più rilevanti che si offrono alla crescita del nostro Paese: l'integrazione nell'Europa dell'euro; l'affermazione di uno sviluppo sostenibile al Sud del Mediterraneo; il raccordo con il Sud-Est asiatico.

L'Unione monetaria e la sua futura apertura verso Paesi dell'Est europeo stanno portando a sempre più ampie reti di traffico tra Occidente e Oriente, a vari gradi di latitudine del continente Europeo.

Parallelamente, a Sud, grazie allo sviluppo del commercio con l'Estremo Oriente, il Mediterraneo sta già vivendo un importante periodo di rinascita, dopo un lungo periodo di emarginazione che stava trasformando il Mare nostrum in un Mare morto.

Il secolo che sta per chiudersi è stato caratterizzato dal confronto tra Est e Ovest. Le vicende del secolo che sta per iniziare saranno contrassegnate soprattutto dal confronto fra Nord e Sud: quel confronto ha il suo centro nel Mediterraneo.

Queste tre tendenze, sommariamente evocate, individuano tre grandi direttrici di collegamento internazionale, due trasversali ed una verticale, che trovano idealmente nel nostro Paese il proprio crocevia:

  • la trasversale Est-Ovest, dai Balcani, alla Francia e alla Penisola Iberica
  • la trasversale Est-Ovest, dall'Estremo Oriente, attraverso il canale di Suez, e dal Medio Oriente al Mediterraneo;
  • la verticale Nord-Sud, dall'Europa centro meridionale, al Nord Africa e di nuovo al Medio Oriente.

Il nostro Paese deve saper valorizzare la propria posizione geografica, proponendosi come naturale collegamento delle tendenze trasversali Est-Ovest, imponendosi come corridoio privilegiato Nord-Sud. Ma non ci si illuda: non vi è nulla di predeterminato o automatico nella scelta di siffatti itinerari. Beni e servizi seguiranno le rotte economicamente più efficienti, dove cioè il rapporto prezzo e qualità del servizio offerto sarà più conveniente.

La competizione tra sistemi in termini di servizi ferroviari, portuali, stradali diverrà sempre più accesa, rafforzata dal processo di liberalizzazione ed integrazione delle reti di trasporto all'interno dell'Unione europea. Al tempo stesso bisogna essere consapevoli che il nostro Paese parte da una posizione di vantaggio sia per collocazione geografica sia per tradizione commerciale. Il successo del porto di Gioia Tauro dimostra come i nostri vantaggi comparati possano essere sfruttati con efficienza, se tradotti in progetti validi e coraggiosi.

In questi scenari deve essere impostata e condotta la nostra politica dei trasporti. In questa ottica debbono essere studiati e vagliati i nostri progetti. Non presumo certo di dare risposte in questo mio intervento. Ma non intendo sottrarmi ad alcune ulteriori considerazioni e osservazioni.

Un primo passo fondamentale per il nostro Paese è quello di realizzare in tempi rapidi una vera integrazione del nostro sistema dei trasporti con quello degli altri Paesi dell'Europa. E' indispensabile assicurare un efficiente collegamento con i territori oltre le Alpi, in direzione dei tre punti cardinali: Est, Ovest, Nord.

Più in generale, l'Unione monetaria renderà ancora più urgente la realizzazione di una politica comune dei trasporti, di cui quarant'anni fa lo stesso Trattato di Roma (art. 74-84) già riconosceva l'essenzialità come fattore comune di crescita.

Poche ma irrinunciabili linee guida dovranno continuare a caratterizzare il processo di integrazione dei sistemi nazionali di trasporto:

  • l'introduzione di una effettiva concorrenza sia tra i vari vettori nazionali nello stesso settore, sia tra le diverse forme di trasporto, eliminando così posizioni di monopolio;
  • l'aumento della produttività e della efficienza, anche attraverso l'eliminazione di vincoli burocratici;
  • l'armonizzazione degli standard tecnici, ambientali e di sicurezza;
  • il sostegno finanziario ai grandi progetti a completamento delle reti trans-europee (TEN).

Sulla spinta di questi fattori, negli ultimi anni il settore dei trasporti già è stato oggetto di profondi mutamenti riconducibili principalmente a:

  • innovazioni nelle tecnologie dei trasporti, che hanno accresciuto il livello di concorrenza tra mezzi di trasporto differenti (si pensi a titolo di esempio allo sviluppo di treni e traghetti ad alta velocità in alternativa al trasporto aereo) e favorito l'affermarsi dell'intermodalità;
  • modificazioni nella domanda, oramai sempre più differenziata;
  • cambiamenti nella regolamentazione, con l'affermazione di processi di liberalizzazione che conducono allo sviluppo di contesti competitivi anche in settori tradizionalmente chiusi alla concorrenza.

La liberalizzazione ha riguardato, sia pure in misura diversa, tutti i segmenti del sistema.

Il trasporto aereo, dal 1° aprile 1997, è stato interessato da una completa liberalizzazione dei collegamenti infracomunitari, sia fra i diversi Stati membri sia all'interno di ciascuno di essi.

Il settore marittimo, dove lo sviluppo di attività terminalistiche private ha assecondato un rilevante aumento dei traffici, vedrà, a partire dal 1° gennaio 1999, la liberalizzazione delle attività di cabotaggio.

Il settore dell'autotrasporto è stato liberalizzato, anche per le tratte interne, a partire dal 1° luglio 1998.

L'infrastruttura ferroviaria nazionale, con il regolamento di attuazione della direttiva comunitaria 91/440, varato dal Consiglio dei Ministri il 27 marzo 1998, sarà aperta alle associazioni di vettori comunitari, per il trasporto passeggeri e a vettori comunitari per il trasporto combinato di merci.

I dati statistici, l'evoluzione comparata del traffico nei differenti settori sono stati forniti in altre relazioni.

Ne emerge il quadro di un sistema dei trasporti che è lontano dall'essere adeguato alle esigenze di un paese con ambizioni di leadership nell'economia mondiale. Le condizioni attuali di disservizio in alcuni importanti settori non solo rendono problematico il futuro affermarsi del nostro paese come crocevia privilegiato del traffico europeo, ma non consentono oggi a intere regioni del nostro Paese, soprattutto meridionali, di partecipare attivamente e alla pari alla vita economica dell'Unione europea.

Dal passato abbiamo ereditato un sistema in parte obsoleto, carico di scompensi, soprattutto tra trasporto su gomma e su rotaia, che hanno rilevanti effetti negativi sulla crescita economica, sull'ambiente, più in generale sulla qualità della vita. Per questa ragione il Governo è impegnato in un'opera di riforma profonda del settore: dalle ferrovie alle autostrade, dai porti agli aeroporti. Non sta a me in questa sede entrare nel dettaglio delle strategie di risanamento e sviluppo del settore, ma vorrei richiamare alcuni punti fondamentali.

Per le Ferrovie la direttiva emanata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel gennaio 1997 ha indicato, nell'ambito del processo di liberalizzazione del settore, le linee guida per il riassetto dell'azienda, con l'obiettivo di raggiungere nel medio periodo sia il riequilibrio economico, sia risultati all'altezza degli standard europei. Con il recente varo dello schema di regolamento per l'attuazione della Direttiva comunitaria 91/440 è stato disciplinato il diritto di accesso all'infrastruttura e introdotto l'obbligo della separazione contabile fra gestione della rete e l'esercizio dei servizi di trasporto. Sono due passaggi che costituiscono le premesse per un radicale mutamento.

Nel settore del trasporto aereo è già in atto in Europa un'evoluzione che prefigura la sopravvivenza solo di un numero molto limitato di compagnie. Le alleanze che si stanno costituendo tra i principali vettori europei rappresentano affermazione concreta di questa tendenza.

L'Italia rappresenta una realtà singolare rispetto agli altri Paesi europei: la particolare configurazione longitudinale del Paese ha reso negli anni difficile lo sviluppo dello snodo di Fiumicino, producendo parallelamente consistenti fughe di traffico dal Nord Italia, verso i maggiori scali aeroportuali del Centro-Nord Europa.

La costruzione del grande aeroporto della Malpensa mira a sviluppare un punto di snodo per lo smaltimento del traffico aereo nel cuore dell'Italia del Nord, senza svilire il ruolo di quello di Fiumicino, che continuerà a essere vitale nelle strategie della compagnia di bandiera. Malpensa è destinata a rispondere alla forte domanda di traffico originata nel Nord Italia, a riconquistare ricchi bacini di utenza, che per anni sono rimasti un sostanziale appannaggio degli altri principali vettori.

Per quanto riguarda le infrastrutture stradali, due sono gli obiettivi primari del Governo. Da una parte la privatizzazione della Società Autostrade, la più grande concessionaria autostradale italiana, con oltre 3.000 chilometri di rete. Dall'altra, il riequilibrio territoriale nel campo delle infrastrutture attraverso la ristrutturazione della tratta Salerno - Reggio Calabria, già in atto per un quinto dell'intera opera e che intendiamo accelerare nella sua interezza con una iniziativa progettuale ed esecutiva unitaria.

Il futuro dell'Italia in Europa non sarà scisso dalla nostra capacità di sfruttare i vantaggi e le opportunità derivanti dalla posizione geografica del Paese. È necessario imprimere al sistema dei trasporti italiano un vero salto di qualità, sia con il risanamento e il consolidamento dell'esistente, sia con una strategia di sviluppo che ci consenta di competere efficacemente e di integrarci nelle principali direttrici di traffico europee.

Si tratta di una sfida il cui esito avrà effetti sulla nostra economia per molto tempo a venire, una sfida importante soprattutto per il Sud del Paese, le sue potenzialità di crescita essendo, al tempo stesso, le più promettenti e le più esposte al rischio di marginalizzazione geografica. Le decisioni e gli indirizzi programmatici di oggi per l'ammodernamento del sistema dei trasporti sortiranno effetti sugli scambi di persone, di merci e, in definitiva, di cultura tra l'Europa continentale e tutti i Paesi che si affacciano sulle rive del Mediterraneo.