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Bitonci: «Lo spread scenderà presto, le opere le portiamo a casa, alle imprese chiedo fiducia»

Corriere di Verona - 25/11/2018

Intervista di Martina Zambon

Solitamente asserragliato all'interno del perimetro delle sue competenze quelle fiscali «che sono un commercialista!» - il sottosegretario al Mef, il ministero dell'Economia e delle Finanze, il leghista patavino Massimo Bitonci, smette parzialmente i panni del fiscalista di governo per vestire anche quelli di presidente del Carroccio veneto. Ed è nella doppia veste che risponde ai dubbi sulla manovra sì, ma anche sulle infrastrutture come la Tav a rischio che agitano il sonno di imprenditori e artigiani.

Sottosegretario, Confartigianato scende in piazza contro la manovra e anche Confindustria non lesina sferzate alle linee economiche del governo, cosa risponde?
«Rispondo con i fatti, dal taglio della tassazione e dall'abbattimento dell'Ires dal 24 al15%».

Il mondo economico nordestino, però, rimpiange i super ammortamenti...
«Il taglio dell'Ires incentiva l'acquisto di nuovi macchinari, forse il quadro non è ancora chiaro a tutti: lavoriamo all'aumento del Pil, le previsioni di Istat e Ocse dovranno essere riviste al rialzo, vedrà. Lo stesso spread è destinato a calare sensibilmente una volta approvata la manovra».

Le imprese, piccole e grandi, quindi, devono aver pazienza.
«Esattamente, stiamo lavorando per i nostri imprenditori, lo sblocco di 85 miliardi per investimenti rimetterà in moto l'economia. Il reddito di cittadinanza ora è destinato anche alle imprese che assumono, sotto forma di agevolazioni. Nella Lega, dal governo alla base, la paura che diventasse una norma assistenzialista c'era ma stiamo mettendo i paletti giusti perché non sia così. Col decreto fiscale che sarà adottato a breve abbiamo ridotto al minimo le sanzioni fino a settembre 2019 per qualsiasi errore nei rapporti col fisco, detassato le Partite Iva fino a 65 mila euro, introdotto la cedolare secca sugli affitti commerciali e la semplificazione degli adempimenti per le imprese. Devo continuare?»

L'impresa ribatte che non c'è una visione di crescita.
«Se diventa una posizione politica che affonda nella posizione adottata da Boccia (Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria ndr) che sosteneva Renzi non ci siamo. Ma che ci si fidi, questa è una manovra espansiva. Certo, accettiamo i loro suggerimenti ma devono avere pazienza. E una polemica che mi lascia incredulo».

Pochi giorni fa ha annunciato personalmente l'arrivo di 525 milioni per i danni da maltempo alle regioni colpite, si ipotizzava una quota di 135 milioni per il Veneto, sarà così?
«Non ho ancora ricevuto la stima dei danni complessivi ma stiamo spingendo perché il Veneto riceva una quota molto consistente, credo più consistente dei 135 milioni».

Il governatore Zaia ne sarà lieto.
«Con Zaia ci sentiamo tutti giorni, lavoriamo molto bene insieme, le voci di dissapori fra noi sono create ad arte. La Lega va alla grande. Gli ultimi sondaggi ci danno al 36%, in regione credo si sia arrivati al 50%. Del resto, il governatore ha un indice di gradimento del 76%, io stesso sono 2 punti sopra Berlusconi e 5 sopra Fraccaro».

E i congressi provinciali quando si faranno visto che lei è presidente del Carroccio veneto?
«Bah, i congressi servono quando il partito non va bene, quando c'è da cambiare la classe dirigente, quindi..»

Com'è la convivenza con il M5s?
«Diciamo che i temi economici li stiamo gestendo noi, vale a dire ciò che si vede in manovra e ciò che non si vede. E poi stiamo portando a casa risultati buoni su sicurezza e immigrazione. E la riforma dei processi civili e tributari così come siamo riusciti nell'intento di evitare il condono fiscale per arrivare alla pace fiscale con cui si chiuderanno le diatribe con rate quinquennali. Quindi con i 5s ce la stiamo cavando bene».

Sulle grandi opere e sulla Tav lungo il tratto veneto, si teme lo stop.
«Sono completamente d'accordo con gli imprenditori che la vogliono, così come la Pedemontana, le grandi opere vanno fatte in un paese moderno come l'Italia, pazienza se i 5s non la vedono così. La revisione della Tav veneta nel contratto di governo non c'è».

I pentastellati non concordano neppure sull'autonomia.
«I ministeri stentano a concedere le risorse oltre alle competenze ma la porteremo a casa».

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