Roma, 22 ottobre 2014 – Alla luce dell’interesse mostrato da economisti e commentatori per la metodologia utilizzata dalla Commissione europea per stimare l’output potenziale dell’economia, pubblichiamo le considerazioni su “La stima della crescita potenziale e le implicazioni per la politica di bilancio” che si trovano nel Documento programmatico di bilancio 2015 (PDF, 2.06 MB). Il valore stimato dell’output potenziale determina il calcolo dell’output gap, al quale vengono condizionate le politiche fiscali degli stati membri dell’Unione europea.
La stima della crescita potenziale e le implicazioni per la politica di bilancio
Nei quindici anni precedenti la crisi attuale – tra il 1992 e il 2007 – il PIL dell’Italia è cresciuto in media dell’1,5 per cento all’anno. Il modello concordato in sede europea stima per lo stesso periodo una crescita media del prodotto potenziale pari all’1,4 per cento. Rispetto ad altri paesi europei o dell’area OCSE la crescita – effettiva e potenziale – è risultata particolarmente debole, frutto dei gravi problemi strutturali che affliggono l’economia italiana da ben prima della crisi.
The estimate of potential GDP and its implications for fiscal policy
Italian GDP grew yearly on average by 1.5 percent during the fifteen years before the current crisis, i.e. 1992-2007. In the same period, according to the model agreed at the EU level, average potential GDP growth rate was 1.4. Both effective and potential GDP growth rates are significantly weak if compared to the other European or OECD countries, due to the relevant structural problems that have been characterizing the Italian economy well ahead of the crisis.