Il testo dell'articolo è il risultato di una procedura di conversione testuale automatica che può generare degli errori nel testo. Source : NAZIONE Page of Review : 3 Page of Document : 1 Page of NewsPaper : 28 Category :ECONOMIA E POL. INTERNA A uthor : RASSEGNA FLASH Abstract: Pinza: «Via l'ici prima casa E poi alziamo le pensioni» Il viceministro: «Serve una risposta all'emergenza sociale» di GIORGIO GAZZOTTI NON VUOL PIÙ essere il governo delle tasse, ma quello che le riduce. Dal cilindro del fìsco piovono soldi al di là di ogni previsione e così Prodi e i suoi ministri vogliono rimetterne un po' nelle tasche degli italiani. Ma quanti, quando e soprattutto a chi? Il viceministro dell'Economia, Roberto Pinza, un'idea ce l'ha: «Aboliamo l'Ici sulla prima casa e poi pensiamo alle pensioni più basse. Perché c'è un'emergenza sociale, per la quale dobbiamo fare di più». Ministro, che succede, fino o un paio di mesi fa dovevamo rirare la cinghia e ora siamo ricchi? Non e che sentile il consenso scricchiolare e allora correte ai ripari? «Niente affatto. Avevamo detto che, una volta aggiustati i conti, avremmo iniziato a ridurre le tasse. Per una serie di ragioni gli effetti della nostra azione sono stati più positivi e rapidi del previsto, È così manteniamo le promesse». Non è che fra sei mesi i conti cambiano di nuovo? «CÌ sono due dati che ci dicono che l'aumento delle entrate fiscali è strutturale. Il miglioramento della cosiddetta compliance fiscale, cioè la propensione a pagare le tasse. Se questa è stata buona nel 2006, non c'è ragione perché non lo sia più nel 2007 e infatti i primi dati lo confermano. E poi le buone previsioni sul Pii. Cè un dato significativo, gli ordinativi stanno crescendo più del fatturato, e questo fa ben sperare». Quanti sono i soldi che crescono e che potrebbero tornare al contribuente? «Le entrate fiscali sono cresciute di 37 miliardi, in buona parte già utilizzate nella Finanziaria. Diciamo che la cifra su cui lavorare è di 8/9 miliardi». E c'è già una bella fila per spenderli. La Bindi li vuole per la famiglia, Damiano per gli ammortizzatori sociali. Di Pietro per le infrastrutture, i sindacati per le pensioni, poi ci sono tè imprese... «Io credo che sia fondamentale dare un segnale sociale. Per le imprese abbiamo già fatto molto. Mentre sul sociale questo governo aveva delle ottime intenzioni, non sempre realizzate- La mia proposta è di abolire l'Ici sulla prima casa. Sia per venire incontro al problema di sempre, il costo della casa che si è appesantito, sia per aiutare le famiglie. Visto che l'Ici è la tassa più antifamilista, perche è pagata sulla superfìcie e, se hai una famiglia numerosa, paghi di più. Questa è la mia idea, starà poi al governo decidere nella sua collegialità», Quanto costerebbe? «Tra 1,6 e 2,7 miliardi. La si può abolire in toto, come io credo, oppure in base alla composizione del nucleo o solo a chi non possiede altre case. Poi dobbiamo pensare anche a chi è in affitto, rilanciando l'edilizia sociale. Già abbiamo aumentato il fondo sociale e reso deducibili il canone per i figli che studiano fuori sede». E con i soldi che restano? «Il secondo obiettivo sono le pensioni basse, perché c'è gente che fa davvero fatica a vivere. Poi restano tè esigenze di risanamento. Non vorrei che qualcuno pensasse che non abbiamo più debiti. Anche perché non è come nel 96, ora non abbiamo più dismissioni da fare». Quali sono i tempi del Prodi 2, la detassazione? «Subito, è un intervento urgente perché la situazione sociale si sta aggravando. Famiglia, casa, pensioni sono tré emergenze»- A chi vi accusa di aver nascosto i conti positivi, cosa risponde? «Che è una sciocchezza cosmica. Nelle previsioni di Tremonti, aprile del 2006, non c'era traccia dell' aumento delle entrate, che già c'era. Noi a luglio abbiamo detto che c'erano 29,5 miliardi in più e altri 5 li abbiamo inseriti nella trimestrale di settembre. In realtà è stato Berlu-sconi a nascondere che le tasse era- perchè in campagna elettorale doveva dire che le aveva ridotte. Anche se, sia chiaro, la riduzione dell'eva-sione è merito di questo governo». IL CONTO «Quell'imposta è contro le famiglie Toglierla costa fra 1,6 e 2,7 miliardi» Reference date: 09/03/07 09/03/07 08.25