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Source : Sole 24 Ore
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Category :ECONOMIA E POL. ESTERA 



 

 INTERVISTA    Vincenzo Visco «Non ritornare alla politica 
delle sanatorie» Salvatore Padula ROMA ^a<i I! rammarico per 
alcune cose «lasciate a metà, come l'ulteriore - necessario 
- passo per la riduzione del prelievo sulle società e sulle 
famiglie». Ma anche la soddisfazione per aver raddrizzato una 
«situazione fuori controllo e per aver realizzato una riforma 
delle tassazione delle imprese che avvicina il nostro sistema 
fiscale a quello dei principali Paesi». Nel giorno di Telefisco, 
il viceministro dell'Economia e delle Finanze, Vincenzo Visco, 
ripercorre i venti mesi dell'attività di Governo. Ventìmesi 

durante i quali il confronto sulle tasse - sempre ai primi 
posti nell'agenda del dibattito politico - ha vissuto momenti 
di polemiche e tensioni, specie con categorie e professionisti. 

«ÈUsolitoproblema-dice Visco -: a parole tutti sono contro 
l'evasione. Poi, quando si intui-sceche si vuole fare sul serio, 
allora cominciano i distinguo». È vero, però, che i successi 
sul fronte dell'andamento delle entrate sono andati di pari 
passo con la crescita dell'insofferenza di larghi strati di 
contribuenti. Gran parte delle polemiche del passato è stata 
determinata essenzialmente da due misure: la complessa partita 
legata all'Iva sulle auto dopo la sentenza di condanna della 

Corte Uè, una "pillola avvelenata" ricevuta in eredità dal 
precedente Governo, d'anticipo degli adempimentile-gati alle 
dichiarazioni La Finanziaria ha riformato l'Ires con l'obiettivo 

di dare competitivita al sistema italiano. Eppure, tra gli 
operatori si colgono segnali di preoccupazione... Si tratta 
di un'operazione di enorme portata, richiesta dalla maggior 

concorrenza fiscale tra Paesi europeienon-C'è la riduzione 
dell'aliquota, ma c'è soprattutto una reale semplificazione 
che rende il nostro sistema più trasparente, più comprensibile 
e lo avvicina agli standard degli altri Paesi. Per i contribuenti 
più piccoli si è puntato sul regime opzionale dei minimi. Quali 
sono le aspettative? I contribuenti avranno bisogno di un po' 
di tempo per apprenderne i meccanismi. Quindi, probabilmente, 
i risultati si vedranno progressivamente. Nel regime dei minimi 

ci sono semplificazioni, risparmi di imposta e risparmi di 

costi. Non scordiamo che molte delle polemiche del passato 
riguardavano proprio questi soggetti, spesso trattati-quanto 
adadempimcnti - al pari delle imprese più strutturate. È una 
misura che avrei valuto varare giàmolti anni fa. Che cosa resta 

da completare sulla fiscalità delle imprese? Sideve andare 

avan  inell'ope-ra di emersione e di semplificazione, anche 
per proseguire il percorso di riduzione delle aliquote. Poi 
sono rimase" ferme in Parlamento alcune deleghe assolutamente 
decisive: là tassazione delle rendite, per esempio, va uniformata 
perche si stanno creando danni enormi all'industria finanziariaitaliana, 
vislso che i nostri fondi comuni sonò tassati in modo discriminato 
rispetto agli esteri. Ma vanno anche ricordate la riforma dell'accertamento, 
quella della riscossione e quella del Catasto. Checosanon dovrebbe 

assolutamente fare il futuro ministro dell'Economia? Manon 
dica "i condoni"». Bisogna evitare di smontare i meccanismi 

di deterrènza, cioè quel sistema che spinge i contribuenti 
a pagare volontariamente le tasse. Lei, poi, mi dice che non 
devo riferirmi ai condoni: ma abbiamo visto cheenettì Hanno 
avuto, come hanno sfascilo il sistema e paralizzato l'amministrazione. 
I condoni hanno dato un segnale opposto a quello necessario 
in questo Paese, u problema è chele tasse sono una diSgraziane-cessaria: 
non credo siano "bellissime", come dice il mio amico Toromaso 

Padoa-Schiòppa.    Viceministro. Vincenzo. Visco «Senza il 

riordino delle rendite   . i fondi italiani saranno ancora 

penalizzati»