Il testo dell'articolo è il risultato di una procedura di conversione testuale automatica che può generare degli errori nel testo. Source : Il Sole 24 Ore Page of Review : 1 Page of Document : 1 Page of NewsPaper : 2 Category :ECONOMIA E POL. ESTERA Il viceministro: «Cruciale l'aumento della scala operativa» Pinza: così la nostra finanza torna al centro del sistema Rossella Bocciaielli ROMA •:-i «Dobbiamo partire da un presupposto: i fenomeni di integrazione internazionale' nel mondo della finanza sono inevitabili. Per questo ladimensione, la scala operati va diventa un elemento necessario, indispensabile». Il viceministro dell'Economia, Roberto Pinza, che è anche presidente del Comitato piazza finanziaria, motiva così la sua soddisfazione per il vialibera alla fusione fra Borsa italiana e il London stock exchange- Dunque, questo tipo di alleanza strategica la convince. Il problema è quello del teatro operativo. Lei ha visto: prima ci han provato gli americani ad integrarsi con il London Stock Exchange attraverso il Na-sdaq e poi con il N'yse. Poi si era tentata la Borsa unica nell'area euro, con Euronext, Deutsche Borse e gli italiani ed eventualmente in un secondo tempo gli spagnoli. Un'iniziativa che non è andata in porto, non certo per - inerzia degli italiani. Adesso c'è questa fusione. I vantaggi verranno: pensi aun'impresaitalia-na che anziché lavorare su un mercato di trecento titoli, si trova a lavorare su un mercato di 3600 titoli e un numero illimitato di investitori. Si tratta di correre su una pista completamente diversa. Ma c'è un altro aspetto che a me sta molto a cuore mettere in evidenza. Quale? Il sistema banche-fìnanza-as-sicurazioni in Italia sta uscendo da un ruolo.di marginalità. Recentemente sono stato in Russia e indubbiamente il poter contare su un sistema italiano che ha la prima e la quarta banca continentale fa scattare un altro tipo dirapporto. Le aziende di credito hanno fatto un lavoro notevolissimo e l'intero sistema finanziario italiano da una situazione di frammentazione e di grande arretratezza è cambiato molto. Oggi, l'Italia è in prima linea sia nelle grandi fusioni fra in-termediari creditizi sia, come si vede oggi, nell'integrazione fra mercati. Certo, nonostante i grandi progressi, l'Italia pesa per il 13% nel Pii europeo e l'in- 6%, ma i numeri sono in grande evoluzione. E poi, ci stiamo anche dotando rapidamente di strumenti e prodotti e mercati nuovi. A cosa pensa? Penso ad esempio ai Mac, il mercato alternativo del capitale. Èun tipo di mercato che finora avevano solo gli inglesi. In-somma si sta creando una gamma di strumenti più ampia a disposizione delle imprese. La direttiva Mifìd, con la sua struttura che mette in primo piano il ruolo degli inter-mediari nella negoziazione, non apre un processo che in qualche modo si contrappone all'integrazione fra le Borse? Io nonla vedrei cosi. Nella Mifìd c'è posto per tutti i tipi di negoziazione. Del resto, guardi gli inglesi che sono maestri dell'industria finanziaria globale. Gli inglesi hanno sia il London Stock Exchange sia il mercato alternativo dei capitali e la negoziazione interbancaria. Se lo vede dal lato delle aziende, questo significa avere molte più opportunità che in passato. A proposito di Mifid, ce la fa il Governo a rispettare i tempi della sua entrata in vigore a livello europeo? Guardi, l'approvazione è slittata solo perché mancava il parere di una commissione parlamentare. Io credo che al più tardi entro i primi di settembre sarà varato il decreto legislativo.