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- Concambio via sindacato: dettagli del riacquisto di BTP nominali e di CCTeu e della contestuale riapertura del BTP triennale in corso di emissione

Comunicato Stampa N° 205 del 07/12/2018

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica i dettagli dell’operazione di concambio via sindacato, realizzato tramite il riacquisto dei titoli BTP 01/09/20, BTP 01/05/21, CCTeu 15/12/20, CCTeu 15/06/22, CCTeu 15/12/22 e la contestuale emissione di una ulteriore tranche del BTP 15/10/21.

L’ammontare complessivamente riacquistato, pari a 3,2 miliardi di euro – a fronte di una offerta complessiva pari a circa 6,5 miliardi – ha riguardato per circa il 65% il comparto dei CCTeu e per circa il 35% quello dei BTP nominali. All’interno del comparto dei CCTeu, circa il 79% è stato riconsegnato da banche, l’11% circa da fund manager e la restante quota da istituzioni ufficiali (circa il 9%) ed hedge fund (circa l’1%). Sempre per il medesimo comparto, per quanto riguarda la composizione geografica, circa il 45% è stato riacquistato da investitori residenti nel Regno Unito, il 37% circa da investitori domestici, e il 10% circa da investitori francesi. La residuale quota dell’8% è pervenuta da investitori di provenienza tedesca, irlandese e asiatica. All’interno del comparto dei BTP nominali, circa il 73% è stato riconsegnato da banche, il 22,5% circa da istituzioni ufficiali e il restante 4,5% circa da hedge fund. Per quanto riguarda la composizione geografica dei titoli riacquistati nel medesimo comparto, circa il 35% è stato riconsegnato da investitori provenienti dal Regno Unito, il 26% circa da investitori domestici e circa il 23% da investitori scandinavi. Il restante 16% è stato riacquistato da investitori francesi (circa l’11%) e da altri investitori extra-europei (circa il 5%).

Il quantitativo complessivamente collocato, pari a 3,2 miliardi di euro - a fronte di una domanda totale pari a circa 4,8 miliardi - è stato assegnato per circa il 79% a banche, mentre gli hedge fund ed i fund manager si sono aggiudicati rispettivamente il 10% e l’8% circa dell’emissione. La restante quota del 3% è stata infine collocata presso istituzioni ufficiali. Dal punto di vista della provenienza geografica, la quota più elevata dell’emissione è stata sottoscritta da investitori residenti nel Regno Unito (circa il 51%), mentre gli investitori domestici si sono aggiudicati circa il 37% dell’emissione. Il restante quantitativo, pari al 12%, è stato sottoscritto da investitori francesi (circa il 6%), scandinavi (circa il 2%) e da altri investitori extra-europei (circa il 4%).

Roma 07/12/2018
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