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- Rapporto sulle entrate tributarie e contributive di gennaio - maggio 2018

Comunicato Stampa N° 111 del 16/07/2018

È disponibile sui siti www.finanze.gov.it e www.rgs.mef.gov.it il Rapporto sull’andamento delle entrate tributarie e contributive nel periodo gennaio-maggio 2018 redatto congiuntamente dal Dipartimento delle Finanze e dal Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato ai sensi dell’art. 14, comma 5 della legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196)

GENNAIO-MAGGIO 2018

Le entrate tributarie e contributive nei primi cinque mesi del 2018 evidenziano nel complesso un aumento del 3,2% (+8.121 milioni di euro) rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Il dato tiene conto dell’aumento del 2,9% (+4.615 milioni di euro) delle entrate tributarie e della crescita delle entrate contributive del 3,8% (+3.506 milioni di euro).

L’importo delle entrate tributarie comprende anche i principali tributi degli enti territoriali e le poste correttive, quindi integra il dato già diffuso con la nota del 5 luglio scorso. Sul sito del Dipartimento Finanze è altresì disponibile il report delle entrate tributarie internazionali del mese di maggio 2018, che fornisce l’analisi dell’andamento tendenziale del gettito tributario per i principali Paesi europei, sulla base delle informazioni diffuse con i “bollettini mensili” di Francia, Germania, Irlanda, Portogallo, Regno Unito e Spagna.

L’approfondimento tematico è dedicato all’analisi della dinamica dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Personal Income Tax, PIT). I dati sono basati sull’edizione 2018 di Taxation Trends pubblicata dalla Commissione Europea. L’edizione 2018 è aggiornata ai dati fino al periodo d’imposta 2016.

L’indicatore preso in considerazione è l’incidenza della PIT sul prelievo fiscale complessivo. Nel periodo 2004-2016 si osservano dinamiche differenti per i vari paesi. Italia e Francia sono caratterizzate da un andamento della quota PIT piuttosto stabile, in linea con la media UE. Spagna e Irlanda mostrano una flessione nell’ultimo quadriennio, così come il Portogallo con riferimento all’ultimo triennio. Nel Regno Unito tale dinamica decrescente, iniziata nel 2009, ha comportato una flessione complessiva di 3,5 punti percentuali nel periodo 2009-2016.

Inoltre, scomponendo la PIT sulla base della tipologia di reddito, si evince che in tutti i paesi prevale nettamente la quota di entrate derivanti dall’imposta sul reddito da lavoro dipendente. Si osservano, invece, pesi differenti per le entrate legate alle altre fonti di reddito. In Spagna, Francia, Italia e Portogallo i trasferimenti sociali e le pensioni rappresentano la seconda fonte di reddito sul totale del prelievo PIT con una quota rispettivamente del 12,5%, del 18,5%, del 28% e del 24,8%.
Al contrario in Germania, Irlanda e Regno Unito prevale la quota di entrate derivanti dall’imposta sul reddito da lavoro autonomo (rispettivamente il 20,6%, l’8,5%, il 10,1%).

Vengono infine proposte delle schede di sintesi sulla struttura impositiva della PIT in ciascuno dei paesi oggetto di analisi.

Roma 16/07/2018
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